Per l’epidemiologo Lopalco giugno è il mese decisivo

Allo studio le varie ipotesi di possibile "attenuazione" del virus

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Roma, 27 mag. (askanews) – Siamo tornati a controllare la curva epidemica, questa volta per vedere, forse con un po’ di timore, se torna a salire, dopo le riaperture e dopo qualche week-end di movida che preoccupa per il suo impatto. Ma ancora una volta, vedremo in ritardo: dato i tempi di manifestazione dei sintomi dal contagio, i 14 giorni assunti a riferimento, non vedremo subito quello che è successo, ricorda l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, professore ordinario di Igiene all’Università di Pisa e alla guida della task force anti-covid della sua regione di origine, la Puglia.

Perché ora “è imprevedibile quello che può essere l’esito di questa riapertura con poche cautele. Potrebbe non sviluppare nulla, soprattutto in quelle regioni in cui la circolazione del virus, come nelle isole, è molto bassa, così come potrebbe aver riacceso dei focolai epidemici ma di questo ce ne accorgeremo a metà giugno, non prima”.

Intanto le riaperture continuano, dopo quelle di palestre, centri sportivi e piscine (25 maggio) , il 3 giugno sul tavolo la mobilità tra le regioni e da metà giugno cinema e teatri: “Il mese di giugno è un mese chiave, decisivo per fare davvero il punto della situazione e capire quale sarà la nostra nuova normalità, quale strategia possiamo portare avanti. Al momento è assolutamente d’obbligo usare qualche precauzione e cautela”, ma – rassicura prof. Lopalco, come è conosciuto sui social – “io una ripresa di circolazione del virus come quella di marzo la escluderei perché ora siamo preparati. Potremo vedere un aumento dei casi, una ripartenza della circolazione del virus, ma l’impatto sulla salute pubblica non sarà paragonabile a quello che c’è stato a marzo. Gli ospedali sono pronti, la sorveglianza sul territorio funziona abbastanza bene, non è paragonabile la situazione in cui siamo ora rispetto a qualche mese fa: eravamo sguarniti, non eravamo preparati. Abbiamo imparato tante cose sia su come cercare il virus che come curarlo. La situazione è completamente diversa”.

C’è chi dice che il virus è cambiato, si è attenuato? “difficile rispondere con certezza, è sicuramente un’ipotesi di lavoro importante. Quando parliamo di attenuazione si può fare riferimento sia alla possibilità che un ceppo virale abbia preso il sopravvento e che sia un ceppo meno virulento, sia ad una attenuazione dal punto di vista epidemiologico. Ad esempio, il virus ora circola tra soggetti asintomatici, e un asintomatico ha comunque una capacità di contagiare molto più bassa rispetto a qualcuno che ha febbre, tosse e che ha quindi una carica virale molto alta. Il fatto che ora il virus circoli tra soggetti con cariche virali infettanti più basse ha un suo significato: se infetto con un carica bassa è diverso se infetto con una carica alta, e magari sono un anche soggetto anziano e con precedente patologia. La circolazione del virus cambia completamente se avviene tra giovani asintomatici o se avviene in una casa di riposo per anziani”. Tra le ipotesi infatti è che i “giovani della movida al momento si stiano contagiando fra di loro”, per questo “ci vorrà tempo per capire se questo porterà poi effettivamente ad un aumento di casi sintomatici, deve prima raggiungere una fetta di popolazione più debole rispetto al virus. Quando i figli lo trasmetteranno ai genitori e ai nonni.

Speriamo di no”. Con un piccolo memo anche per i giovani della movida: “anche un giovane si ammala e una polmonite virale non è uno scherzo. E’ vero, i deceduti sono rari tra i giovani ma una polmonite virale non è comunque una passeggiata. Potrebbe lasciare anche degli esiti. Senza contare che i problemi che dà questo virus non sono solo respiratori, sono sistemici, a carico soprattutto dei reni e dell’apparato cardiovascolare”. Appunto “non è una passeggiata”, per nessuno.

Tra le ipotesi dell’attenuazione anche “l’effetto harvest”: “E’ una ipotesi di tipo puramente epidemiologico, secondo cui la prima ondata ha colpito le fasce più deboli e ora il serbatoio delle fasce più deboli, purtroppo anche drammaticamente, si è svuotato. Quindi il virus ha iniziato a circolare in una popolazione più sana, più giovane e automaticamente l’effetto è molto meno evidente”.

Altro elemento complice di una possibile (lo vedremo tra due settimane) attenuazione del virus potrebbe essere il caldo: “potrebbe diminuire la capacità di trasmissione del virus negli ambienti esterni. Anche questa è una ipotesi che va avvalorata.

Due elementi: in condizioni di temperature mite o calda una persona è meno suscettibile alle infezioni respiratorie mentre il freddo, il raffreddamento, aumenta la suscettibilità alle infezioni respiratorie. E poi c’è il sole: il sole è il più potente dei disinfettanti. Ogni virus in un ambiente esterno irradiato non resiste”.

Ecco perché si parla di “stagionalità” del virus. Quindi “in ogni caso imparare e mettere in pratica le buone norme di comportamento è fondamentale perché non si sa a settembre, a ottobre cosa succederà”, cosa ci riserva la “stagione”. “in ogni caso è tutta una situazione che va monitorata. La parola chiave – sottolinea l’epidemiologo lopalco – è monitoraggio. E le decisioni vanno prese volta per volta in base ai risultati di questo monitoraggio. Quello che noi sappiamo oggi potrebbe non esser più valido tra un mese”.

C’è anche l’aspetto della “attenuazione clinica”, ovvero “da un lato abbiamo preso meglio le misure e sappiamo curare meglio questo virus. Dall’altro c’è l’ipotesi che i soggetti che si infettano adesso si infettano con cariche virali più basse oppure che sia un ceppo virale meno virulento”. E “sono tutte ipotesi al vaglio. Dobbiamo aspettare gli studi, ci vogliono mesi, non giorni per farli. Tutte le informazioni raccolte a livello internazionale sono sotto esame degli studiosi, e ci vorrà il tempo perché possano essere interpretate correttamente e dare una risposta a questi interrogativi. Studi epidemiologici, studi virologici, studi clinici, tutto un insieme di evidenze da cui si potrà avvalorare questa o quella ipotesi”.

Intanto, nel breve periodo, aspettiamo i numeri di giugno, che saranno importanti. “Io – aggiunge Lopalco – sono moderatamente ottimista perché la prima ondata è sicuramente passata, e per questa potenziale seconda ondata siamo molto più preparati, da questo il mio moderato ottimismo”.

Per chiudere l’epidemiologo lancia un appello a dire sì al test a campione sierologico lanciato dal ministero della salute. Sono infatti partite le chiamate telefoniche della croce rossa e chi viene chiamato dallo 065510 sarà invitato a fare gratis il test sierologico: “aderire all’offerta-studio è, oltre che un’occasione per ricevere un test gratuitamente, anche un bel gesto civico”.

Gtu/Int9