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Dl rilancio, Confindustria: "Manca disegno complessivo per la ripresa"

''Non possiamo non rilevare'' come il decreto legge rilancio ''sia ancora fortemente orientato alla gestione della fase emergenziale dell'economia e poco invece al rilancio del sistema produttivo''. Lo afferma il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, nel corso dell'audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, impegnate nell'esame del decreto legge rilancio. In particolare si sottolinea ''la frammentazione delle misure contenute nel provvedimento e i tempi di attuazione delle stesse''. Il decreto, osserva Panucci, ''investe diversi capitoli e finisce per parcellizzare le pur cospicue risorse su un elenco troppo vasto di capitoli di intervento''.

Nel decreto legge rilancio ''manca un disegno complessivo per la ripresa, che parta dal potenziamento degli investimenti, pubblici e privati, da una riforma del fisco al servizio della crescita e dal sostegno alla domanda''. Il dg rileva, inoltre, ''l’eccessiva frammentazione delle misure, nonché la necessità di numerosi provvedimenti attuativi e gli adempimenti burocratici in molti casi richiesti''. Tutti questi fattori ''rischiano di vanificare l’obiettivo di avere misure efficaci e immediatamente disponibili''.

La ''parcellizzazione'' delle risorse del decreto legge rilancio emerge dalla ''proliferazione dei fondi. Quelli interessati sono in tutto 74, di cui 29 istituiti ex novo; un solo fondo esistente viene abrogato, 37 rifinanziati e 7 definanziati''. Di questi ''32 fondi dovrebbero riguardare le imprese, per un ammontare di effetti sul deficit pari a 11,5 miliardi di euro''.

Il coronavirus ha un ''impatto tremendo, che richiede uno sforzo collettivo di massima condivisione, su obiettivi e strumenti, per attenuare l'urto dell'emergenza e preparare la ripresa dell'economia. Una sfida da affrontare insieme con chiarezza ed energia, senza sbandamenti e pregiudizi''. ''La situazione emergenziale - concude il dg- è incompatibile con complicazioni e ritardi, che finiscono per annullare la portata positiva di alcune importanti misure''.