Banche, la liquidita' che manca ad arrivare e il problema della moratoria dei mutui
PER IL GOVERNO È SEMPRE COLPA DEGLI ALTRI – GUALTIERI IERI IN AUDIZIONE HA DETTO CHE NON SONO LE LEGGI A PRECLUDERE L'EROGAZIONE DEI PRESTITI BANCARI ALLE IMPRESE. MA SENZA LA MANLEVA PENALE LA LIQUIDITÀ TARDERÀ SEMPRE AD ARRIVARE, PERCHÉ I BANCARI RISCHIANO DI FINIRE IMPUTATI PER BANCAROTTA – INTANTO C’È ANCHE IL PROBLEMA DELLE MORATORIE: FINORA SONO STATE ACCOLTE SOLO IL 53% DELLE RICHIESTE
Roberta Amoruso per “il Messaggero”
«Apprezzo i miglioramenti apportati dal Parlamento al decreto liquidità, le erogazioni stanno aumentando, segno che la misura sta entrando a regime», tuttavia «permangono differenze di applicazione delle stesse misure da parte di alcuni istituti bancari che testimoniano come non siano le norme in sé a precludere una tempestiva ed efficiente erogazione dei prestiti garantiti alle imprese». Il nodo su cui ha puntato il dito ieri il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri in audizione sul decreto Rilancio rimane quello dei prestiti alle imprese garantiti dallo Stato.
«Tutte le banche applichino la legge», ha poi aggiunto in serata. Il ministro ha poi ne parlerà nei prossimi giorni anche in Commissione banche, assicura, quando oltre a riferire sul prestito di 6,3 miliardi garantito da Sace ad Fca, farà il punto anche sulle misure di accesso alla liquidità predisposte per le Pmi attraverso Mcc e il Fondo centrale di garanzia delle Pmi. Anche questi ultimi sono ora sotto la lente.
Ma sul tavolo finirà anche un'altra misura voluta dal governo nel Cura Italia: la moratoria che nel caso dei mutui sulla prima casa finora è stata accolta solo nel 53% dei casi (sono circa 110.000 le richieste di mutui stimate dal censimento fatto presso le banche, stando ai questionari raccolti dalla Commissione banche che ora è pronta a nuovi approfondimenti sul dossier). Molti i problemi segnalati dagli istituti nello smaltimento delle pratiche gestite dalla piattaforma Consap.
Eppure si tratta di una misura per aiutare famiglie che hanno perso il lavoro o subito una riduzione dell'orario (e quindi dello stipendio); oppure imprese che abbiano perso per l'emergenza più del 33% dei ricavi. Si tratta di una moratoria dei mutui sulla prima casa agevolata dall'accesso al Fondo di garanzia istituito dalla Legge Gasparrini. A fronte della sospensione delle rate per 9 mesi a partire dal 17 marzo, il Fondo versa alle banche gli oneri compensativi pari al 50% degli interessi maturati sul debito residuo durante il periodo di sospensione.
Una procedura che passa dalla Concessionaria pubblica. Funziona così: la banca invia la domanda di sospensione ricevuta alla Consap entro 10 giorni. Quest'ultima ha 15 giorni per concedere l'ok. Dopodiché la banca ha 5 giorni per far conoscere l'esito al mutuatario. Più incoraggianti sono i risultati sulla moratoria promossa dall'Abi e da Assofin su credito al consumo, finanziamenti e aperture di credito.
Lo stop dovrebbe essere quasi automatico, purché l'impresa sia in bonis, con una semplice comunicazione alla banca. O almeno questo era lo spirito della norma voluta dal governo nel Cura Italia. Quasi il 30% delle richieste, però, (su quasi 1 milione) non è stato ancora accolto. Colpa in molti casi dei problemi del portale Consap, nel caso dei mutui, dicono le banche. Nel frattempo le rate corrono lo stesso e solo in alcuni casi gli istituti si sono attivati per congelarle in attesa di Consap.
Non va dimenticato, poi, che ogni modifica di fido oltre certe soglie richiede comunque una delibera dell'istituto. Passando alle «differenze di applicazione» sui prestiti a cui si riferisce Gualtieri, esse saranno più chiare quando oggi la presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario, Carla Ruocco (M5S) farà la sua relazione su tutti i risultati del questionario inviato a 147 istituti.
I RITARDI
In particolare per i prestiti inferiori a 25.000 euro garantiti dallo Stato i tassi di interesse applicati variano dallo 0,9% a oltre l'1,8%, rispetto all'1,2% di fatto prescritto dal Decreto Liquidità. Alcuni istituti hanno liquidato le pratiche in 3-4 giorni, altri in settimane. Ma praticamente la metà dei prestiti con garanzia chiesti alle banche, aspettano ancora di essere erogati. Troppo per un meccanismo partito il 14 aprile per aiutare Pmi e partite Iva. Per i prestiti oltre 25.000 euro, i tempi poi sono ben più lunghi. Va detto che le banche si trovano da settimane a smaltire faldoni enormi. Ma sui prestiti sotto i 25.000 euro le pratiche accolte sono in numero sin troppo diverse da banca a banca. E molti di coloro che hanno fatto richiesta ancora attendono. Dopo Gualtieri anche i banchieri saranno ascoltati dalla Commissione.