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I sindaci scrivono a Conte: "Serve nuovo passo, servizi a rischio"

L'allarme in una lettera dei primi cittadini delle città metropolitane   

"Senza una manovra di aggiustamento, urgente e indifferibile, salteranno i servizi essenziali di tutte le Città italiane".

E' l'allarme dei 13 sindaci delle città metropolitane (Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Venezia, Reggio Calabria e Cagliari) contenuto in una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il premier li ha convocati domani a Palazzo Chigi.

"Il rischio potrebbe essere un drammatico lockdown delle attività che, quotidianamente, i Comuni svolgono in ogni angolo del nostro Paese per i loro cittadini - sottolineano i sindaci - Se di ciò non si prende piena e profonda consapevolezza, a farne le spese saranno le Città d'Italia e cioè l'Italia stessa. Eppure eravamo certi che, proprio in una fase come questa, sarebbe stato il governo a chiedere il fondamentale apporto dei sindaci per centrare la strategia necessaria per il rilancio del Paese".

"Aspettavamo maggiore attenzione alle nostre richieste, perché i Comuni, le istituzioni di prossimità, quelle della frontiera quotidiana del bisogno e della assistenza alla cittadinanza, conoscono esattamente la realtà, vivono giornalmente le dinamiche sociali e avvertono gli umori della gente - aggiungono - Conosci, caro presidente, il senso di responsabilità che abbiamo manifestato nella fase più difficile e complessa, sia sul piano dei rapporti tra le diverse istituzioni che nei confronti delle nostre comunità".

"In quella fase, quella della reazione alla grande paura e al senso di smarrimento dei cittadini e, a volte, anche nostro, noi abbiamo da subito reagito collaborando con abnegazione e lealtà. Abbiamo perfino rinunciato all'esercizio del nostro potere di autorità sanitaria locale perché il governo potesse dare un indirizzo unitario per superare l'emergenza - sottolineano - Con determinazione ci siamo assunti la responsabilità di prevenire e gestire le tensioni sociali, distribuendo buoni spesa e kit alimentari in tempi rapidi e a tutti coloro che ne avevano urgente bisogno".

"Con fatica quotidiana continuiamo a far fronte comune con le altre istituzioni per evitare che il fortissimo disagio economico e sociale possa trasformarsi in rabbia - proseguono i sindaci - Non intendiamo cambiare ora: siamo sindaci e il senso di responsabilità è connaturato al nostro ruolo. Oggi, però, in vista di una ripartenza che appare complessa e piena di incognite, noi rivendichiamo il ruolo politico che il mandato diretto dei cittadini ci assegna. Vogliamo essere protagonisti di questa delicata fase del Paese per evitare che già alle battute iniziali possa risultare compromessa".

"Lo diciamo con orgoglio, che non è presunzione né ambizione. Lo diciamo perché sentiamo non il diritto, ma il dovere di essere accanto al governo in un momento così difficile. Vogliamo dare il nostro contributo, in termini di idee e azioni, per definire le strategie di rilancio economico e sociale - continuano - Siamo gli unici, tra le istituzioni rappresentative della nostra Repubblica, ad avere un mandato, pieno e diretto, dai cittadini e in virtù di questo abbiamo un legame viscerale con le nostre comunità e i nostri territori".

"Per queste ragioni, ti chiediamo di avviare con noi un confronto, leale e serrato, sugli aspetti fondamentali della ripartenza: risorse certe e sufficienti per consentire ai Comuni di assicurare continuità nei servizi alle comunità, perché le somme già stanziate non ci permetteranno di chiudere i bilanci a luglio; misure eccezionali di revisione e flessibilizzazione dei vincoli finanziari per i Comuni; semplificazioni per eseguire opere celermente e ridisegnare gli spazi urbani in vista della fase di convivenza con il virus - concludono i primi cittadini - L'Italia ha bisogno di uno sforzo progettuale, di tutti, per rialzarsi e costruire il suo futuro. Senza gli occhi lungimiranti e la caparbia determinazione dei sindaci si rischia di ripartire con il piede sbagliato".

Sindaco Padova: da governo certezze su fondi, ma si pensi a tutti i sindaci
"A noi Sindaci servono immediatamente certezze su entità e tempi dei fondi annunciati, diversamente sarà impossibile una attenta attività di programmazione della spesa e di attivazione di politiche di rilancio a livello locale, senza le quali rischia di affondare anche il Paese". Lo afferma, in una dichiarazione, il sindaco di Padova Sergio Giordani, alla luce dell'incontro che il premier Conte avrà domani con i sindaci delle città metropolitana, e spiegando di aver condiviso queste preoccupazioni oggi in un colloquio con il presidente dell'Anci, Antonio De Caro.

Preoccupazioni, sottolinea Giordani, che riguardano "la tenuta dei bilanci comunali in assenza di interventi urgenti da parte del Governo". "Va benissimo - dice Giordani - far rappresentare le esigenze di tutti ai Sindaci delle città metropolitane, ma si deve sempre avere in mente che i Sindaci in Italia sono oltre 7900. Piccoli, medi o grandi, tutti incontrano gravi difficoltà e i criteri di assegnazione dei fondi non solo dovranno essere equi e oggettivi, ma soprattutto non penalizzanti per tutti quei Comuni virtuosi e coi conti in ordine che hanno subito i danni di questa pandemia come, e in alcuni casi anche più, di altri".

"Si auspica inoltre - conclude - che alle prime cifre stanziate per gli enti locali se ne aggiungano altre, perché è apprezzabile la buona volontà dell'esecutivo, ma non bastano per ristorare i danni ingentissimi che abbiamo subito e senza interventi saltano i servizi essenziali".