A pecorina e passa la paura! – le prostitute svizzere hanno redatto un elenco di regole per...
A PECORINA E PASSA LA PAURA! – LE PROSTITUTE SVIZZERE HANNO REDATTO UN ELENCO DI REGOLE PER CONVINCERE IL GOVERNO A RIAVVIARE L’ATTIVITÀ NEI BORDELLI DOPO LO STOP DI DUE MESI: TRA LE PROPOSTE C’È QUELLA DI TROMBARE SOLO ALLA PECORINA O NELLA POSIZIONE DELLA “COWGIRL” MA AL CONTRARIO PER PERMETTERE AL VOLTO DELLA PROSTITUTA DI STARE LONTANO DAL CLIENTE…
DAGONEWS
Le prostitute svizzere hanno redatto un elenco di regole che, a loro dire, minimizzano il rischio di trasmissione del coronavirus nei bordelli, nella speranza che le restrizioni nel settore possano essere revocate al più presto dopo essere stato pesantemente colpito dalla pandemia. Nel Paese, infatti, il governo ha posto un divieto due mesi fa per tentare di fermare la diffusione del virus.
Il piano di riapertura del settore, preparato dall'organizzazione ProKoRe, suggerisce che sono consigliate posizioni sessuali che consentano una distanza di sicurezza tra i volti, come la "pecorina" e la "cowgirl al contrario".
Queste posizioni ridurrebbero il rischio di trasmissione del virus visto che permettono alla donna di tenere lontano il viso dal proprio cliente.
Altre misure per proteggere la salute di prostitute e clienti includono l’areazione delle stanze per almeno 15 minuti dopo ogni cliente e il lavaggio di lenzuola e asciugamani a una temperatura di almeno a 60 gradi. Inoltre viene consigliato alle prostitute di usare sempre una mascherina.
Guanti, preservativi e disinfettanti verrebbero forniti ai bordelli e ogni incontro dovrebbe durare 15 minuti. Il documento sconsiglia alle lavoratrici di toccare gli effetti personali dei clienti, come una giacca. I dati del cliente verrebbero registrati ai fini della tracciabilità e conservati per quattro settimane.
Il documento chiede che la revoca delle restrizioni per le prostitute coincida con il prossimo allentamento delle misure previsto per l'8 giugno. ProKoRe ha esortato il governo svizzero a revocare le restrizioni, affermando che l'attuale divieto sta favorendo la prostituzione illegale.
