Commissione Ue presenta il suo Recovery Fund. All’Italia la fetta della torta più grande, ma occhio al nodo prestiti
by Laura Naka AntonelliUn Recovery Fund che si chiamerà “Next Generation EU: Nuova generazione Ue”, di un valore di 750 miliardi di euro, superiore, dunque, al fondo della proposta franco-tedesca per 500 miliardi di euro. Il giorno tanto atteso è arrivato: oggi la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen ha presentato la propria proposta sul Recovery Fund, fondo concepito per aiutare i paesi Ue a fronteggiare la crisi peggiore del Dopoguerra: quella innescata dalla pandemia del coronavirus e dalla malattia COVID-19. Nel presentare il pacchetto al Parlamento europeo, von der Leyen ha detto, con tono quasi trionfante, che “è arrivata l’ora dell’Europa”.
“La nostra volontà di agire – ha proseguito – deve essere all’altezza delle sfide che tutti stiamo affrontando”. Di qui il fondo Next Generation EU, che “dà una risposta ambiziosa” alla crisi. Due terzi del fondo prenderanno la forma di sussidi, di contributi dunque a fondo perduto, mentre il resto verrà erogato sotto forma di prestiti che potranno essere richiesti dai paesi europei a seconda delle loro necessità. Questi prestiti dovrebbero essere rilasciati a fronte del rispetto di determinate condizioni.
L’Italia dovrebbe aggiudicarsi la fetta più grande della torta: 172,7 miliardi di euro, suddivisi in 81,807 miliardi di aiuti e 90,938 miliardi di prestiti. Sussidi dell’ordine di 80 miliardi di euro vedranno al secondo posto, come beneficiaria, la Spagna. La Francia e la Polonia potrebbero accedere a contribuiti a fondo perduto per un valore complessivo di 38 miliardi, mentre alla Germania dovrebbero toccare 28 miliardi.
Positiva la reazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha commentato così su Twitter:
“Ottimo segnale da Bruxelles, va proprio nella direzione indicata dall’Italia. Siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo creduto dall’inizio. 500 mld a fondo perduto e 250 di prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo sul negoziato e liberiamo presto le risorse”.
L’Associated Press spiega tuttavia che i sussidi non verranno erogati direttamente agli stati. Saranno i paesi in stato di necessità a farne richiesta, comunicando il modo in cui i fondi saranno spesi e quali tipi di riforme dovranno adottare per assicurare che le loro economie siano più resilienti in futuro.
L’AP scrive che l’Italia, la Spagna e la Polonia potranno accedere anche a decine di miliardi di euro sotto forma di prestiti, aggiungendo però che le condizioni apposte saranno più severe. Viene ricordato come l’Ue dei 27 rimanga profondamente divisa su quali condizioni dovrebbero essere pretese a fronte delle sovvenzioni.
C’è sempre la contrarietà dei quattro paesi frugali Austria, Olanda, Danimarca e Svezia. Basti pensare che, nella giornata di ieri, la ministra delle finanze svedese Magdalena Andersson ha così commentato, in attesa dell’annuncio sul Recovery Fund arrivato oggi:
“Se si tratterà di sussidi, a chi toccherà pagarli? Credo che discutere di prestiti sia molto meglio, anche se dobbiamo discutere a quali condizioni erogare questi prestiti”.
MA A QUANTO AMMONTA IN CIFRE IL BAZOOKA UE ANTI-COVID?
I 750 miliardi che arriveranno dal Recovery Fund andranno a sommarsi ai 1.100 miliardi di bilancio pluriennale Ue, “per un totale di 1.850 miliardi” di euro. Il tutto sarà sommato ai 540 miliardi delle misure già approvate: Mes light, Sure per la disoccupazione e fondi Bei. Così Von der Leyen:
“La crisi ha effetti di contagio in tutti i Paesi e nessuno può ripararsi da solo. Un’economia in difficoltà da una parte indebolisce una forte dall’altra. Divergenze e disparità aumentano e abbiamo solo due scelte: o andiamo da soli, lasciando Paesi e regioni indietro, o prendiamo la strada insieme. Per me la scelta è semplice, voglio che prendiamo una strada forte insieme”.