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Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede 

la Repubblica

Giustizia, nel pomeriggio vertice di Bonafede con la maggioranza. Il ministro: "Porterò al tavolo di lavoro la riforma del Csm"

La riunione alle 16.30 in via Arenula. Il Guardasigilli: "Con lo scandalo del caso procure sono emerse dimaniche inaccettaibili". Nella bozza è previsto che chi entra in politica non potrà più fare il magistrato e

Un vertice per riformare il Consiglio superiore di magistratura. Dopo lo scandalo intercettazioni del caso del pm Luca Palamara, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha convocato per oggi pomeriggio alle 16.30 un vertice con gli esponenti di partito della maggioranza.
Tema della riunione che si terrò in via Arenula, la riforma del Csm. "La bozza d che oggi porterò nuovamente sul tavolo di lavoro non può più attendere, perchè va tutelata la credibilità della magistratura", ha annunciato il Guardasigilli durante il questin time alla Camera dei deputati.


"Sulla riforma del Csm spero ci sia la convergenza con le forze politiche di opposizione", ha proseguito Bonafede. E ha aggiunto: "La magistratura è stata investita da un vero e proprio terremoto, una paginadolorosa che ha fatto emergere dinamiche inaccettabili nell'assegnazione degli incarichi". Un fenomeno che "colpisce la stragrande maggioranza dei magistrati che porta avanti la macchina della giustizia".

Il ministro ha poi spiegato come sarà impostata la riforma. "Il progetto base  - ha precisato - prevede stringenti norme che, sostanzialmente, impediscono al magistrato di tornare in ruolo dopo aver ricoperto cariche politiche elettive o di governo, anche a livello territoriale. Allo stesso tempo, si disciplina anche il ritorno in ruolo del magistrato candidato e non eletto, ponendo vincoli e limiti di natura territoriale e funzionale".

Inoltre, chi entrerà in politica non potrà più fare il magistrato. "Non potranno - ha spiegato Bonafede -  fare domanda per accedere a incarichi direttivi per un determinato periodo di tempo successivo alla cessazione dell'incarico". La bozza vuole anche "evitare l'attribuzione di vantaggi di carriera o di ricollocamento in ruolo per i consiglieri che hanno cessato di far parte del Consiglio, precludendo, anche in questo caso, per un determinato periodo la possibilità che abbiano accesso a incarichi direttivi o semidirettivi o che possano essere nuovamente collocati fuori ruolo".

Secondo il Guardasigilli, in questa maniera si cercherà di "restituire l'autorevolezza e il prestigio che merita alla magistratura italiana è un obiettivo imprescindibile per la salvaguardia dello Stato di diritto e la pienezza delle tutele di tutti i cittadini",
Quello che sarò presentato al tavolo di lavoro a Palazzo di Giustizia sarà "un testo provvisorio che, tuttavia, poco prima dell'emergenza coronavirus aveva trovato una intesa di massima tra le forze di maggioranza", ha sottolineato il ministro 5 Stelle.

Nei giorni scorsi, dopo le ultime intercettazioni del caso Palamara, anche il vertice dell'Anm, l'associazione nazionale della magistratura, ha subito contraccolpi importanti. Le correnti Area e Unicost si sono dimesse dalla giunta e il consiglio direttivo è ora a rischio scioglimento.


E sulla riforma della magistratura interviene proprio il presidente dell'Anm, Luca Poniz. "C'è bisogno - ha dichiarato alla trasmissione agorà - di cambiare le regole elettorali del Csm e restituire maggiore potere di selezione alla comunità dei magistrati", piuttosto che alle correnti.