Buono spesa negato perché straniera non residente in Italia, Comune di Napoli dovrà risarcire

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NAPOLI – Il Tribunale di Napoli ha accolto il ricorso contro il Comune di Napoli presentato da una cittadina georgiana che non ha potuto avere il buono spesa durante il lockdown.

Il buono infatti è erogato dall’amministrazione per fronteggiare l’emergenza economica di molte famiglie a causa del lockdown imposto per contrastare la diffusione del Covid-19.

Il Tribunale, come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, ha ritenuto la delibera che ha istituito il fondo di solidarietà “Cuore di Napoli” “discriminatoria”.

Pertanto secondo il giudici la delibera “va riformulata” perché non deve escludere aiuti da destinare a cittadini extracomunitari anche se non risultano residenti sul territorio.

La delibera comunale infatti, tra i requisiti, per accedere al fondo e al buono spesa prevede che il richiedente sia residente sul territorio cittadino o abbia una residenza di prossimità.

L’ordinanza emessa dal giudice prevede che il Comune dovrà risarcire la donna, madre di tre figli, dell’equivalente del buono spesa.

Bono spesa, il caso di Parma e degli antifascisti.

Buono spesa ma solo se sei antifascista: il Comune di Parma fece poi marcia indietro, dopo il “bollino antifascista” applicato ai buoni spesa per il Coronavirus.

La retromarcia di Pizzarotti: “A Parma nessuno lasciato indietro”. “Si è trattato di un errore”, disse il sindaco.

“In merito ai bonus spesa erroneamente inserito, fa parte di un regolamento che vale per la richiesta di sale civiche, patrocini e contributi per attività ed eventi.

In questa parte c’è scritto che se professi xenofobia, razzismo e nazismo non puoi beneficiare di sale civiche, contributi o patrocini dal Comune di Parma.

Da noi è così e rimarrà così. Ma non vale per i bonus spesa, si correggerà l’errore, grazie a chi lo ha fatto notare con gentilezza”. (Fonte Corriere del Mezzogiorno).