«Il nostro locale non è da fase 2, abbiamo provato a resistere ma ora dobbiamo chiudere»
MACERATA - La dolorosa decisione di Giambattista Damiani, titolare di Hops & Hope non è definitiva: «Cercheremo un altro posto che si presti alle direttive e continueremo altrove». Giù la serranda dopo 36 anni di attività per il bar Dolce Vita in via Roma
by Elisabetta Pugliese
di Elisabetta Pugliese
«Durante la quarantena abbiamo provato a resistere con il delivery, ma il nostro locale non ha fisicamente le condizioni per adattarsi a questa nuova fase appena iniziata. A fine maggio chiuderemo il nostro angolino in via degli Orti». Con queste parole Giambattista Damiani, titolare dell’enoteca Hops&Hope di Macerata, annuncia una decisione molto sofferta, presa dopo un’attenta riflessione e non a cuor leggero.
L’attività è stata aperta nel 2017 a Pollenza, per poi trasferirsi a luglio 2018. Durante il lockdown il titolare ha cercato di organizzarsi con il delivery, perché per la vendita di vino, birra ed aperitivi la procedura era fattibile. «Più che altro abbiamo provato a resistere – spiega Damiani – specialmente per non rimanere a casa due mesi senza far nulla. Potevamo permetterci di affrontare questa modalità e ne abbiamo approfittato». Con l’inizio della “Fase 2”, però, sono arrivate nuove regole e direttive da rispettare, a cui purtroppo l’azienda non può oggettivamente adattarsi: «All’interno abbiamo quattro tavoli da massimo due persone – spiega Damiani – per poter rispettare le distanze di sicurezza, e non possiamo metterne altri all’aperto, perché siamo posizionati in modo tale che da un lato abbiamo una discesa, dall’altro la strada. La nostra non è una location che si presta a tutto questo, perciò non possiamo fare altro che chiudere».
L’avventura di Hops&Hope, però, non finisce qui. Il titolare sta cercando un nuovo locale che possa adattarsi facilmente alle nuove condizioni, con la speranza di riaprire altrove il prima possibile: «Non ci arrendiamo – afferma – per me questa è l’unica attività e ho bisogno di lavorare. Cercheremo un nuovo posto che si presti nel più immediato possibile, in modo da dare comunque un seguito all’enoteca». Come si legge in un post di Facebook, la scelta è stata molto sofferta, e secondo l’azienda fermarsi momentaneamente è l’unica cosa da fare. «Speriamo che questo passo indietro ci serva solo per prendere la rincorsa – scrive nella pagina – Come direbbe Buzz Lightyear, “Verso l’infinito… e oltre!”». Ma l’enoteca non è l’unica attività di Macerata a chiudere i battenti. Dopo molti anni di lavoro, anche il lounge bar “Dolce vita” ha preferito fermarsi, a causa dei molti problemi che il Coronavirus ha portato con sé. Il locale è stato aperto nel 1985 da Angela Latini e suo marito Aldo. La donna era quasi arrivata all’età della pensione, ma l’emergenza sanitaria in atto ha reso inevitabile la chiusura. Alla pensione, i due coniugi avrebbero voluto vendere l’attività a qualcun altro, in modo che potesse proseguire con un’altra gestione. Ma il periodo è economicamente troppo duro li ha fatti rinunciare.