Le migliori 50 maglie che avete indossato in quarantena
I nostri lettori hanno grande stile.
by RedazioneL’idea di questo pezzo è semplice: qualche settimana fa abbiamo pubblicato un articolo in cui raccontavamo le maglie che abbiamo indossato durante la quarantena. Nei commenti al post su Facebook ci avete risposto con le foto delle nostre maglie, e così le abbiamo raccolte e messe in classifica. Ci deve essere sempre un vincitore perché così ci insegna CR7, così abbiamo premiato la maglia più bella della quarantena.
Ci scusiamo se qualcuna è rimasta fuori, ma erano davvero tante e vi assicuriamo che le abbiamo apprezzate tutte.
50. Tuta della Corea del Sud - Luca
In onore della strategia che hanno usato per la gestione del Covid?
49. Sporting – Marco
Dici che l’hai presa a Lisbona nello store ufficiale. A questo punto potevi prendere quella del Benfica caro Marco.
48. Real – Tommaso
Una maglia del Real è sempre una maglia del Real: bella e ambiziosa, forse troppo per una quarantena lo-fi.
47. Leicester – Giacomo
È bello che tu non abbia abbandonato il Leicester. Il tuo amore quest’anno stava venendo ripagato, prima che si fermasse tutto.
46. Rivaldo – Andrea
Numeri d’oro su maglia del Barcellona: bellezza. Rivaldo ha indossato la 10 e la 11 in blaugrana, e devo dire che preferisco la 11. Certo che questa è una maglia pretenziosa da usare. Rivaldo era fortissimo ed era alto un metro e 86 con un corpo che era un fascio di muscoli. Non so che fisico hai tu, Andrea, ma spero che riesci a indossare questa maglia con la giusta ironia.
45. Giamaica – Domenico
Solo se sei appassionato anche di reggae.
44. Huntelaar – Nicholas
Centravanti sottovalutato? Forse.
43. van Nistelrooy – Luca
Nei primi anni del 2000, la maglia dell’Olanda era la maglia da avere. Le collezioni non potevano ancora essere così peculiari come le ha rese internet e dovevi farti bastare quelle vendute nei negozi di sport o, se eri fortunato, quelle che potevi rimediare in un viaggio all’estero. Tra le maglie che si trovavano, quella dell’Olanda era una delle più belle: arancione e nera, sembrava perfetta per giocare al campo della chiesa, ma anche per uscire il sabato pomeriggio. Ovviamente van Nistelrooy era il perfetto completamento di quella maglia, stiloso e strafottente, ti permetteva automaticamente di giocare punta.
42. Camerun – Luca
Le maglie del Camerun sono sempre belle, questa forse è la più bella di tutte, con i dettagli in verde più scuro e un tripudio di leoni. Certo Luca avremmo preferito vederti con la famosa maglia del Camerun smanicata e dietro il 10 di M’Boma.
41. Svezia femminile – Nessy
Le maglie delle nazionali scandinave sono sempre un po’ anonime, nel femminile però il prestigio ne cambia un po’ il senso. La Svezia è una delle nazionali più forti e titolate, quindi insomma, la tua è una dichiarazione d’intenti forte, Nessy. Spero tu abbia avuto una quarantena all’altezza.
40. Ambrosiana 1930 – Fabien
Perfetta per le serate futuriste che riprenderanno quando troveremo il vaccino per il Covid-19.
39. Biglia - Tommaso
Da questa maglia si capisce benissimo che sei una brava persona Tommaso.
38. Baggio – Federico
Più che una maglia, una dichiarazione esistenziale.
37. QPR – Alberto
Lo sai che il QPR è anche la squadra tifata da Pete Doherty? Sei fan?
36. Payet – Paolo
Quell’anno aspettavamo la domenica sera per vedere i suoi highlights settimanali. Fortissimo.
- Roma – Luca
La Roma si è distinta come una delle società più vicine ai propri tifosi e alla propria città in questa situazione di emergenza. Quindi ecco, una maglia in pieno stile quarantena, dove la squadra del cuore è lontana eppure mai così vicina.
- Celtic – Enrico
Viaggio studio in Scozia, maglia dei Celtic. Un’equazione spesso inscalfibile, il bianco e verde dei The Bhoys ha sempre primeggiato sul blu dei Rangers nella scelta obbligata dei ragazzi italiani. Potrebbe essere perché i Celtic rappresentano la parte cattolica della città, quindi più affine all’Italia, ma probabilmente è perché anche senza conoscere nel profondo la loro storia, i Celtics ispirano di più, hanno una maglia più bella, rimandano a miti celtici e fraternità da pub. Questa versione New Balance è davvero bella, semplice ma curata nei dettagli, peccato per lo sponsor del sidro, che fa veramente schifo (non lo sponsor in sé, la bevanda).
- Bordeaux – Leonardo
Leonardo lasciami dire che la prima cosa che ho pensato guardando questa maglia è stata “che brutta!”. Sembra tarocca. Eppure più la guardo e più mi piace, forse è Schaudenfreude. Evidentemente è un pensiero comune visto che cercando su Google “Bordeaux third kit” il primo risultato è questa versione 2016/17, un tributo alla città di Bordeaux. Una bellissima città. Il tutto è impreziosito dal fatto che a indossarlo sia stato un centrocampista raffinato come Jaroslav Plasil: il miglior giocatore della storia tra quelli il cui nome è lo stesso di un farmaco.
- Hajduk – Oli
Non sono molte le ragioni per possedere una maglia dell’Hajduk Spalato: ci hai giocato, avevi una fidanzata del posto, lì hai fatto una vacanza di quelle generazionale, con amici che non senti più tanto spesso ma che porti nel cuore. Tutte e tre sono ragioni validissime. La quarta è che hai un feticismo per i talenti croati, molti dei quali passati da quelle parti. Anche questa va bene.
- Inter – Federico
I design anni novanta rilanciati da Nike la passata stagione erano tutti fichi. Quella nera dell’Inter forse era la maglia più riuscita della serie e fa ancora più nostalgia vederla oggi che il calcio non esiste più. Ci fa sentire nostalgici di quando ci sentivamo nostalgici.
- Gunnarsson – Lorenzo
Ti sei innamorato dell’Islanda al Mondiale come molti altri, ed è un bella cosa. Magari nel frattempo sei entrato in fissa con i documentari naturalistici e con i libri di Iperborea. Magari hai fatto anche un viaggetto in Islanda, speriamo di sì, Lorenzo.
29. Derby County, Keogh - Michelangelo
Ci piacerebbe avere la tua storia personale per ricostruire come sei arrivato a questa maglia di un club inglese tra i più storici, di un calciatore irlandese tra i più anonimi. Però insomma, se dici di essere un difensore ruvido, ti si addice molto.
- Cahill – Alessandro
Che carisma, speriamo che tu abbia lo stesso tempismo negli inserimenti di testa in area di rigore.
- Guatemala – Daniele
Il soprannome dei giocatori della Nazionale del Guatemala è “Los Chapines”, che richiamerebbe un tipo di calzatura con una piattaforma particolarmente alta che sarebbe sbagliato chiamare tacco. Sembra più che altro un piedistallo. Il termine è onomatopeico e nasce dal suono “chap-chap” delle scarpe. Che dire Daniele, lo sapevi?
- Ortega – Luca
Caro Luca, questa è una maglia complicata da indossare. Magari la tieni nell’armadio per tirarla fuori in occasioni come questa; o magari la usi al campetto, ma a quel punto mi auguro che tu sia un mago della vaselina, o almeno uno di quei giocatori pazzi che provano cose più ambiziose di quanto i loro piedi potrebbero permettergli.
- Saelemakers – Simone
C’era una specie di battuta che si faceva quando qualcuno commentava un capo d’abbigliamento un po’ eccentrico. Se uno ti diceva «ma che camicia ti sei messo?», tu potevi rispondere «l’ho messa per vedere chi non si fa i cazzi suoi». A volte sulle maglie scegliamo di metterci giocatori assurdi e senza senso con lo spirito contrario: «l’ho scelta per vedere chi lo conosce». È una specie di battuta per iniziati o un messaggio per cercare l’anima gemella. A meno che Saelemakers te l’ha regalata, la sua maglia. Allora avrebbe tutto un altro significato. Chissà magari tra qualche anno sarà come avere una maglia numero 28 di Adriano, quella del primo anno all’Inter.
- Iran – Tommaso
Caro Tommaso, una maglia del genere ha bisogno di una barba più lunga. Lavoraci.
- Juventus – Angelo
Angelo forse voleva ingannare tutti con questa foto nel dettaglio di una maglia della Juventus gialla e blu – che per tutti i tifosi vuol dire maglia con cui abbiamo vinto la Champions League – ma siamo stati attenti: questa è in realtà la versione 1994-95, lo sponsor era ancora Danone, dietro si augura uno juventino in redazione, c’è il nome di Del Piero.
- PSG – Alberto
Per indossare la maglia della squadra più antipatica in Europa ci vuole coraggio e tu ne hai Alberto. Hai capito anche che gli antipatici sono spesso anche quelli che vestono meglio, e infatti le maglie del PSG sono spesso stupende.
- Leverkusen – Johann
Ottimo momento storico per la maglia di un club di una casa farmaceutica. Come ci spieghi, è quella della stagione prima che il Leverkusen diventasse una squadra perdente. Ma è anche attraverso le sconfitte, Johann, che si entra nella storia. Quanto era bello Berbatov con quella maglia? Tu hai scelto Berndt Schneider, che ricordo per i capelli unti ed elettrici.
- Inghilterra – Fabio
Maglia Umbro+Inghilterra= maglia che puoi indossare nei festival musicali e risultare nella top-10 degli spettatori più cool.
19. Corinthians firmata da Senna - Andrea
Non voglio neanche sapere quanto hai speso, Andrea, per questa maglia. Se invece l’hai trovata in qualche soffitta o in qualche banco del mercato insieme alle maglie del Sesto San Giovanni. Spero tu sia un fan di Senna per meritarti tanto ben di Dio, o per aver rinunciato a dei pasti per acquistarla.
- Djalminha – Luca
Che ambizione Luca, le fai le biciclette al campetto? Sei uno di quelli che viene riempito di calci?
- Boca, De Rossi – Claus
Un must-have assoluto dell’inizio della stagione. L’esperienza di De Rossi al Boca non è andata come previsto, ma non è stata triste come qualcuno ha detto. La sua maglia rimarrà un culto assoluto, hai fatto bene a prenderla. Ti dà diritto a metterti a centrocampo del tuo calcio a 7 e dirigere tutti.
- Rosicky – Matteo
Se hai avuto la lungimiranza, o la fortuna, di comprare la maglia di un grandissimo giocatore ma comunque di culto, la devi mettere ogni volta che puoi. La maglia di Rosicky dice qualcosa su chi la indossa, ci parla del suo gusto per i giocatori tecnici, per un calcio anti-muscolare. È una maglia che chi la possiede dovrebbe poter indossare in ufficio o durante i colloqui di lavoro e quando ci cammina per strada dovrebbe ricevere i complimenti da ogni singola persona che gli passa accanto. Mettersela durante la quarantena serve a preservare l’autostima e a non cadere nella barbarie.
- Yepes – Chievo autografata
Solo rispetto per la maglia di Apocalypto Yepes e per tutte le firme che immagino essere dei giocatori del Chievo. L’unico inconveniente delle maglie autografate è che non le puoi indossare davvero, tu la sta mettendo senza lavarla mai oppure hai barato?
- Leoes da Tuf – Giacomo
Ci hai costretto a una violenta ricerca su Google per avere qualche informazione. Comunque, i Leoes da Tuf sono il gruppo organizzato principale della curva del Fortaleza. Un gruppo molto attivo nel sociale e con un’immaginario potente. “Credo di averla solo io in Italia”, e credi bene. Vorremmo saperne di più, scrivici.
- Germania – Giovanni
Uno di quei design visionari degli anni 80 che oggi ci sembrano più freschi di molte maglie attuali. La Germania ha ripreso questo colore negli anni, ma mai più con quest’audacia. Ha qualcosa della recente maglia della Nigeria, che come saprai è stato un caso unico di successo commerciale e di critica.
- Iturraspe – Giovanni
Ci hai scritto che questa va bene per un primo appuntamento. Può essere vero al massimo se il tuo primo appuntamento è a Communia alla serata Euskadi Libero.
- Independiente de Vallecas – Francesco
Vallecas è un quartiere popolare di Madrid che ha la sua squadra più celebre nel Rayo Vallecano. Volendo una sua versione più true c’è l’Indipendiente de Vallecas. Una scelta di campo precisa, con coscienza politica senza rinunciare allo stile. Bellissimo il mezzo profilo greco sul petto.
- Varianza – Matteo
Caro Matteo, siamo riusciti in parte a ricostruire la storia di questa squadra attraverso i suoi social, ma non ci siamo riusciti fino in fondo. Non abbiamo neanche capito se esiste ancora, credo di no. Alè Varianza, in ogni caso.
9. Olympiakos - Andrea
Qui siamo su vette hipster difficilmente raggiungibili, caro Andrea. Lo stemma dell’Olympiakos è meraviglioso, lo sponsor Citizen una chicca. Mi hai fatto sperare che “Till Sport”, di cui non conoscevo minimamente l’esistenza, torni a fare magliette. Falsa? Da qui pare di sì ma forse mi sbaglio.
- Gabigol – Fabio
Le maglie dei giocatori minori valgono il doppio quando sono di talenti mai esplosi, di quelli su cui graverà per sempre il peso delle parole usate dalla stampa per descriverlo. Sono maglie ironiche ma soprattutto auto-ironiche, indicano che a un certo punto della tua vita – nonostante l’esperienza accumulato, l’occhio finissimo esercitato guardando per anni video YouTube sgranati di sedicenni sudamericani, ci avevi creduto. Non c’è niente di male, d’altra parte, significa che per te il calcio ha ancora senso. La maglia del Flamengo di gabigol però può avere una stratificazione ulteriore: è pur sempre la maglia del capocannoniere del campionato brasiliano, del giocatore sudamericano del 2019: può essere anche uno schiaffo in faccia al calcio europeo e ai suoi meccanismi perversi. Qualcosa mi dice che Fabio, che ci ha mandato questa foto, da qualche parte in fondo all’armadio conserva anche una maglia dell’Inter di Icardi, e che quando la vede gli sale il nervoso.
- Legnano – Mirko
«Esiste solo la squadra della propria città» ci hai scritto, Mirko. Noi non siamo così talebani, non sappiamo ancora se invece non sia possibile scegliersi la squadra da tifare, sciogliendosi dai legami territoriali.
- Flamengo – Simone
Versione classica della maglia del Flamengo. Una maglia con cui si può andare a cena fuori in un posto elegante senza sentirsi fuori posto.
- Cozza – Cesare
I numeri 10 fenomenali di squadre minori sono una delle ragioni per cui vale la pena seguire il calcio. Posso solo immaginare quanto un tifoso della Reggina possa amare “Ciccio” Cozza. Se poi, Cesare, non sei tifoso della Reggina e hai questa maglia solo per una questione di rispetto ti stimiamo ancora di più.
- Tuta di Torino 2006 – Sonia
Ripubblichiamo direttamente il messaggio di Sonia perché è molto bello: «Non c’entra con il calcio. Non del tutto. L’altro giorno sistemavo l’armadio e ho messo le mani si questa. L’onore del passaggio della fiamma olimpica in Sardegna, per la prima volta, e l’accensione del braciere da parte di Zola. Tengo a questa divisa più di ogni cosa. Più delle maglie che ho vestito da atleta…».
- Colo Colo – Riccardo
Il Colo Colo porta il nome e l’effige del più importante capo mapuche della storia, oltre a essere la squadra più titolata del Cile. Siamo su livelli altissimi.
- Nagoya Campus – Massimo
Con questa maglia al Primavera Sound devi toglierti donne e uomini di dosso che vogliono un pezzo di te. L’unico difetto è che mi sembra un po’ pesante, ottima quindi come felpa da casa ma ora che le giornate si sono fatte più calde spero tu abbia un’alternativa fresca che non ti faccia perdere neanche un briciolo di stile.
- Kanchelskis – Luca
Per chi non lo conosce, Kanchelskis era un trequartista russo di talento davvero pazzo, ma non pazzo istrionico, pazzo che un giorno durante una partita sarebbe salito sul pallone per fare un saluto militare. Insomma possiamo pensare qualsiasi cosa di Luca per aver scelto la sua maglia tra i grandissimi nomi che hanno vestito il rosso fuoco del Manchester United negli anni ‘90. Io, per dire, ora la sto cercando su Ebay per me stesso.