Il coronavirus può provocare lesioni nella placenta delle donne incinte
Ricercatori americani della Scuola di Medicina “Feinberg” dell’Università Northwestern di Chicago hanno scoperto che il coronavirus SARS-CoV-2 può indurre lesioni nella placenta delle donne in gravidanza. Nello specifico, sono state osservate alterazione dei vasi sanguigni e coaguli. I bambini, tuttavia, nascono sani al termine naturale della gravidanza.
by Andrea CentiniLa COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, sembra indurre lesioni alla placenta delle donne in gravidanza. Nello specifico, è stata osservata una riduzione nelle dimensioni dell'organo temporaneo, la presenza di alcuni trombi/coaguli e un'alterazione dei vasi sanguigni che permettono lo scambio di sostanze nutritive, rifiuti e ossigeno tra madre e feto. Queste anomalie, fortunatamente, non sembrano avere un impatto sulla salute dei feti, perlomeno nella stragrande maggioranza dei casi, e i bambini sembrano nascere perfettamente sani al termine naturale della gravidanza.
A studiare l'impatto del patogeno emerso in Cina sulla gravidanza è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati della Scuola di Medicina Feinberg dell'Università Northwestern, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Pediatria e Divisione delle malattie infettive presso l'Ann e Robert H. Lurie Children's Hospital di Chicago. Gli scienziati, coordinati dai professori Jeffrey Goldstein e Emily Miller, docenti di Patologia, Ginecologia e Ostetricia presso l'ateneo statunitense, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver seguito le gravidanze di 16 donne tra il 18 marzo 2020 e il 5 maggio 2020, tutte positive al coronavirus SARS-CoV-2.
15 delle 16 donne incinte hanno partorito regolarmente i propri bambini al termine del terzo trimestre, mentre una ha avuto un aborto nel secondo trimestre, in seguito alla morte del feto in utero. Gli scienziati hanno analizzato la placenta delle partecipanti allo studio, e le hanno messe a confronto con quelle di un gruppo di controllo (storico) e di donne che avevano avuto un melanoma. Dalle osservazioni è emerso che le donne contagiate dal coronavirus avevano una probabilità significativamente superiore di manifestare almeno una caratteristica della malperfusione vascolare materna (MVM), come appunto vasi sanguigni malformati (arteriopatia deciduale) e presenza di coaguli/trombi.
“La maggior parte di questi bambini è venuta alla luce al termine di gravidanze normali, quindi non ti aspetteresti di trovare qualcosa di strano nelle placente, ma questo virus sembra indurre qualche lesione nella placenta”, ha dichiarato il professor Goldstein in un comunicato stampa dell'ateneo. Il coronavirus “non sembra indurre effetti negativi nei bambini nati vivi, sulla base dei nostri dati limitati, ma convalida l'idea che le donne con COVID dovrebbero essere monitorate più attentamente”, ha aggiunto lo scienziato.
Lo studio, del resto, presenta anche alcuni limiti da non sottovalutare, come il fatto che è stato coinvolto un piccolo campione di donne incinte con altre condizioni preesistenti, che potrebbero aver influenzato lo sviluppo della placenta. “Non voglio trarre conclusioni affrettate da un piccolo studio – ha dichiarato la professoressa Emily Miller – ma questo sguardo preliminare su come la COVID-19 potrebbe causare cambiamenti nella placenta determina implicazioni significative nello sviluppo di una gravidanza. Andrebbe discussa la necessità di cambiare il modo in cui seguiamo le donne incinte in questo momento”. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata American Journal of Clinical Pathology.