Huawei ha una grossa gatta da pelare riguardo i processori: oggi Kirin e Mediatek, ma domani?
by Giovanni BortolanNon è un segreto che il colosso Huawei stia, da qualche mese a questa parte, nuotando in un mare di avversità. Con l’inasprimento del ban da parte degli Stati Uniti infatti il produttore si è trovato con le spalle al muro, non solo per il negato permesso ad inserire i Servizi Google all’interno dei propri dispositivi, ma anche e soprattutto perché il divieto imposto dagli USA va ad influire pesantemente sui rapporti con i produttori di componenti.
Huawei infatti è stata letteralmente tagliata fuori sia da Qualcomm che da TSMC, l’azienda che produce i suoi stessi chip HiSilicon Kirin. A questo punto, a meno che il produttore non voglia lanciare nel mercato uno smartphone senza processore, la soluzione più immediata è quella di ripiegare in MediaTek, ponendo fiducia nel suo progetto Dimensity (di cui ieri ne abbiamo avuto un primo assaggio). Non è un caso infatti che Huawei abbia aumentato di ordini al produttore di chip (con il quale già collabora da anni) del 300% nell’ultimo anno.
Nonostante tutto ciò, il rischio di ritirata da parte di MediaTek stessa è piuttosto alto, dato che come abbiamo visto in questi mesi gli USA hanno la sanzione facile. Huawei questo lo sa bene, tanto da aver già cercato altre possibili soluzioni, come Unisoc. Nome che rispetto agli altri è tutt’altro che altisonante, Unisoc è un produttore di chip cinese, per lo più concentrato nel produrre processori di fascia bassissima. Proprio per questo motivo non è una soluzione percorribile da Huawei, che necessita comunque di una solida base prestazionale anche per il suo segmento entry-level.
Come si evolverà la vicenda? Difficile dirlo ora. Huawei è un colosso di proporzioni immani, strutturato e con le “spalle larghe”. Una delle soluzioni plausibili per tagliare definitivamente la testa al toro sarebbe quella che vedrebbe Huawei produrre in casa i propri processori, ma è un ipotesi che richiederebbe moltissimo lavoro e soprattutto molto tempo, che verrebbe sfruttato nel frattempo dai competitor per fagocitare ulteriormente le quote di mercato di Huawei.