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(ansa)

la Repubblica

Deschamps: "Giocare a porte chiuse incoerente, ripresa questione economica"

Il ct della Francia: "Ho visto la Bundesliga, in campo ci sono contatti e scontri e in tribuna giocatori con le mascherine a 2 metri di distanza uno dall'altro. Tutto questo non ha senso. La ripresa di Liga e Premier è solo una questione di soldi, lo dimostra il fatto che il calcio femminile è ancora fermo"

PARIGI - Meglio fermarsi che giocare a porte chiuse. Didier Deschamps è stato sempre uno che le cose non le ha mai mandate a dire, andando spesso anche contro i propri interessi. E anche questa volta, in una lunga intervista a 'Le Parisien', l'attuale ct della Francia non si è smentito. "Le partite a porte chiuse le abbiamo già conosciute, per decisione disciplinare, quindi con un carattere punitivo. Una partita di calcio normale si svolge senza restrizioni e consente uno scambio fra i giocatori e il pubblico".

Tante contraddizioni in Bundesliga

Inevitabile, quindi, che il pensiero corra alla Bundesliga, il primo grande campionato europeo ad aver riaperto i battenti dopo il lockdown per il coronavirus. "Ho guardato la Bundesliga da quando sono riprese le partite in Germania. Certo, assomiglia al calcio. Non parlo del ritmo o dell'intensità delle partite. Ma certe immagini mi sembrano molto incoerenti  - ammette l'ex tecnico della Juventus -. Vedo giocatori che giocano un incontro con tutti gli elementi propri del calcio: in particolare contatti e scontri. E, poi, vedo in tribuna giocatori di riserva con le mascherine a 2 metri di distanza uno dall'altro. Sinceramente, non capisco. Sono nello stesso impianto, possono entrare in campo da un momento all'altro. In tribuna il rischio sarebbe maggiore? Che incoerenza! Non mi piace".

La ripresa dei campionato è una questione economica

Anche Luis Enrique, ct della Spagna, nei giorni scorsi aveva dichiarato ironicamente che "giocare a porte chiuse è come ballare con tua sorella". E per Deschamps l'analogia del tecnico catalano non è tanto lontana dalla realtà anche se preferisce utilizzare metafore differenti. "Non sono un grande ballerino - ironizza -, quindi incornicerò il mio modo di pensare in modo diverso. La vita riprende con molte restrizioni in tutte le aree. Nel calcio, la ripresa di alcuni campionati ovviamente risponde innanzitutto a un problema economico. Guarda le decisioni prese in Spagna e in Inghilterra. Questi due grandi paesi del calcio stanno pianificando la ripresa della Liga e della Premier League, ma hanno deciso di non riprendere i campionati femminili, che generano molto meno entrate. Questo dice tutto!".

Giusto fermare il campionato francese

Deschamps approva, quindi, la decisione del Governo francese di fermare il calcio transalpino, Ligue 1 inclusa. "E' una decisione coerente e saggia. Bisogna accettarla. Il calcio francese è in crisi, ma non voglio ergermi a professore e parlare di qualcosa che non mi compete. Quel che è certo è che il modello economico del calcio francese, a parte una o due squadre, si basa sulla formazione dei giocatori e sulla loro vendita a squadre straniere. Questo modello consente ai nostri club di vivere o sopravvivere. La nostra Ligue 1 è un ottimo terreno fertile per tutte le grandi squadre europee che vogliono rinforzarsi".

Euro2021 e l'alto rischio infortuni

Chiusura sugli Europei. In questo periodo il tecnico avrebbe dovuto riabbracciare i suoi giocatori per iniziare l'avventura continentale, ma il tutto è stato spostato al 2021. "L'ultimo raduno è stato nel novembre del 2019, ora li ritroverò probabilmente a settembre 2020, praticamente dopo quasi un anno. Sicuramente le scelte che avrei fatto per la competizione di quest'anno sarebbero state diverse da quelle che farò tra un anno. Esiste uno zoccolo duro, ma tutto ciò che gli ruota attorno potrà mutare. L'unica cosa che mi preoccupa seriamente è che arriveremo all'Europeo dopo aver giocato per 12 mesi di fila senza aver effettuato una preparazione atletica completa - conclude -. Molti giocheranno ogni tre giorni, questo comporterà qualche infortunio".