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Concerti annullati per coronavirus: nessun rimborso dei biglietti, caos voucher

Tanti eventi e concerti annullati questa estate a causa del coronavirus ma la questione voucher al posto dei rimborsi sta scatenando il caos.

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I concerti previsti per l’estate sono stati cancellati o rimandati a causa del coronavirus ma ora si rischia una polemica per i rimborsi. Le disposizioni del Governo hanno bloccato un centinaio di tour e 15 festival che si dovevano svolgere durante i mesi estivi provocando seri danni al settore. Il Decreto Rilancio poi, avrebbe limitato il rimborso dei biglietti convertendoli con dei voucher validi per 18 mesi e non con il riaccredito della somma spesa. In sostanza, se un evento o concerto è stato cancellato, l’utente non riceverà il rimborso pari al prezzo del biglietto ma un buono da usare entro 12-18 mesi mentre se l’evento è stato solo rimandato, l’utente non otterrà neppure il voucher ma dovrà adattarsi alla nuova data prevista per l’evento per cui si è pagato il biglietto. 

La polemica per i mancati rimborsi e i voucher

Come riporta Business Insider Italia, sembra che i buoni potranno essere spesi solo per gli eventi organizzati dai relativi promoter lasciando fuori alcuni noti intermediari come Ticketone, Vivaticket o Ticketmaster. In soldoni se un utente ha comprato su Ticketone il biglietto per un dato concerto, cancellato a causa del coronavirus, potrà usare il voucher solo per le proposte dell’agenzia che si è occupata dell’organizzazione del concerto dell’artista e non per le proposte di Ticketone. La questione ha causato parecchie polemiche tanto che al noto sito è intervenuto anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori che ha spiegato l’assurdità del sistema: “Al momento dell’acquisto del biglietto l’acquirente non ha alcun rapporto con il promoter, nella maggior parte dei casi non sa neanche chi sia. Senza considerare un altro aspetto che complica ulteriormente le cose: l’organizzatore procede al rimborso tramite voucher solamente dopo aver “verificato l’impossibilità sopravvenuta e l’inutilizzabilità del titolo”.

Nella sostanza qualora il concerto venga rinviato ad una data futura, il cliente che ha acquistato il biglietto dovrà adattarsi a quella data mentre nel caso di cancellazione sarà offerto il voucher da usare entro un tot tempo. L’associazione dei consumatori fa notare che tutto ciò non è giusto, considerando anche la crisi economica per le famiglie, che ad oggi non sempre possono permettersi di spendere centinaia di euro per un concerto e hanno diritto ad avere il rimborso

Come funziona

Molti concerti sono stati rimandati a data da destinarsi e chi non potrà più andare potrà semplicemente cambiare il nominativo e cercare di rivendere il ticket sulle apposite piattaforme. Nessun rimborso insomma è previsto e le associazioni sono sul piede di guerra contro queste decisioni impopolari. Stesso discorso anche per alcuni grandi festival estivi cancellati a cui sono stati proposti solo voucher a chi aveva acquistato già i biglietti ma non il riaccredito in denaro. 

Le risposte di alcuni organizzatori non sono tardate ad arrivare come scrive ancora Business Insider Italia. Mentre alcuni danno la colpa al governo, che ha deciso appunto per i voucher invece che per i rimborsi, altri sembrano solidali con i consumatori e pensano che quando la gente si accorgerà che il voucher sarà limitato alle attività delle agenzie e non più alle attività proposte da Ticketone scoppierà un finimondo considerando che solo nel nostro paese è stato imposto il sistema dei voucher

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chiara.lanari@investireoggi.it