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Coronavirus, Cordani (Samsung): "La smart home avrà sempre più importanza"

L'intervista di Affaritaliani.it a Francesco Cordani, Head of Marketing and Communication di Samsung Electronics Italia

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L'intervista a Francesco Cordani di Samsung Electronics Italia

Le settimane di lockdown hanno plasmato una nuova normalità fatta di uso massiccio (e provvidenziale) della tecnologia e di un riscoperto legame "affettivo" con la propria casa. Basti pensare che, come riportano i dati del Trend Radar di Samsung, frutto di uno studio condotto su 2.000 persone tra i 20 e i 50 anni, il 79% degli italiani non riesce a fare a meno del digitale e oltre la metà ha apprezzato la possibilità di essere vicina (anche se separata) ai propri cari, oltre a informarsi in tempo reale sull’evolversi della situazione. Quando la tecnologia si interseca alle mura domestiche, ecco apparire la casa del futuro - che sta già prendendo forma nel presente -, governata dalla domotica e dall'intelligenza artificiale. E che incarna un modo di vivere iperconnesso chiamato "Connected Living".

Affaritaliani.it ne ha discusso con Francesco Cordani, Head of Marketing and Communication di Samsung Electronics Italia

Negli ultimi mesi si è registrato un incremento dell’uso della tecnologia. Pensa che il lockdown possa aver favorito l’impiego della domotica e dei servizi di smart home per godere delle potenzialità hi-tech della propria abitazione?

La tecnologia fa parte, oggi più che mai, della quotidianità e, sì, nei giorni di auto isolamento forzato a casa abbiamo visto un incremento dell’utilizzo di dispositivi tecnologici. Inoltre, queste ultime settimane, gli italiani hanno scoperto le potenzialità della casa smart e hi-tech, che prima non conosceva o di cui era a conoscenza, ma non sfruttava pienamente. In futuro, la smart home avrà sempre più importanza. Ma in generale ciò che entrerà sempre più nelle nostre vite è un concetto su cui Samsung punta da diversi anni: il Connected Living, ossia la possibilità di vivere in maniera completamente connessa. A guidare questa filosofia è il principio dell’Intelligence of Things: la combinazione di Internet delle Cose, 5G e Intelligenza Artificiale in diversi dispositivi, in modo da creare esperienze senza soluzione di continuità. Si tratta di un ecosistema unico di Samsung in grado di creare nuove possibilità, non solo in ambito domestico, ma anche in quello professionale, attraverso innovazioni che anticipano le tendenze migliorando la qualità della vita. Le tecnologie di Samsung, infatti, consentono agli individui di aumentare, migliorare e ottimizzare le proprie vite. In questo contesto, tuttavia, la tecnologia rimane sempre al servizio delle persone, che restano il punto di riferimento costante rispetto all’evoluzione tecnologica sempre più veloce.

Come sta affrontando, Samsung, la fase 2 dell'emergenza? In che modo avete strutturato lo smart working per poter garantire la sicurezza e la continuità del servizio?

Nella fase di emergenza, la priorità per Samsung è stata mettere in sicurezza i dipendenti garantendo il 100% dello staff da subito in smart working. E la tecnologia in questo senso ci ha dato una grande mano. Invece di riunirci in una stanza per i meeting e le riunioni ci siamo ritrovati tutti in video call. Ognuno di noi ha rimodellato il proprio lavoro in funzione delle necessità del momento: i nostri Retail Specialist, non potendosi recare nei punti vendita, si sono dedicati ad attività di supporto e formazione via mobile e email, il marketing ha tenuto corsi e approfondimenti sull’e-commerce ai nostri agenti e collaboratori, mentre gli addetti alle vendite hanno delineato vari scenari per fornire ai partner una chiave di lettura di questo momento eccezionale garantendo continuità al business.

L’emergenza Coronavirus ha sicuramente fatto capire come il concetto dello smart working potesse essere usato in modo efficace ed efficiente, facendo emergere che, con gli strumenti idonei e le accortezze dei gestori IT delle aziende, è possibile continuare a lavorare anche da casa rendendo fluidi tutti i differenti processi. Le persone vogliono tornare al più presto alla “vita normale”, quindi anche al ritorno in ufficio è percepito come un ritorno alla normalità. Ma dobbiamo considerare che ci sarà una nuova normalità con cui abbiamo iniziato a convivere. 

Avete nominato un “Covid manager”?

No, non è stato nominato un Covid manager dedicato alla gestione di questa emergenza, ma abbiamo creato delle task force dedicate a fronteggiare i vari momenti dell’emergenza, e  tutto il team di Human Resource, assieme a quello della divisione General Affairs, ha messo in campo le proprie competenze per garantire che il lavoro e le attività aziendali potessero (e possano in futuro) continuare nel modo più efficace e sicuro possibile.

Che impatto prevedete sui vostri ricavi nel 2020? 

Sicuramente questo periodo di lockdown ha impattato sui nostri KPI, ma la nostra previsione è molto positiva per la seconda parte dell’anno. L’emergenza e il panico hanno cancellato tutto l'acquisto non necessario, non essenziale. Soprattutto all’inizio della pandemia un calo generale delle vendite è stato inevitabile. Ma già dalla fine di aprile si stanno evidenziando i primi segnali di ripresa e di riallineamento alle cifre dello scorso anno. Nonostante la situazione, abbiamo consolidato la nostra leadership nelle diverse categorie, aumentando la distanza dai competitors e questo è un ulteriore segno di quanto la nostra brand sia importante e ben percepita dai nostri consumatori. 

Come si sta evolvendo la vostra strategia e modalità di comunicazione?

Sicuramente la prima fase dell’emergenza ha portato a dare maggiore enfasi alla comunicazione sui canali digitali e soprattutto sui social, dove abbiamo creato dei nuovi linguaggi e format. La nostra presenza, tuttavia, è costante sia online che offline; infatti, il nostro approccio è sempre stato omni-canale. Riteniamo che, anche a causa di quanto avvenuto con l’isolamento forzato, l’online sarà sempre più rilevante. Ma ciò non inficerà la nostra presenza sul canale offline, specie nei punti vendita. Continueremo a comunicare come abbiamo sempre fatto in maniera massiccia con diversi modalità, mezzi e canali. La propensione è quella di dare sempre più risalto alla parte digitale, in cui flessibilità d’azione, personalizzazione dei messaggi e semplicità nella misurazione dei risultati ottenuti rappresentano benefici importanti.

Prevedete di mettere in campo un recovery plan nel 2020?

Nonostante questo difficile periodo di stop forzato, i nostri piani non sono mutati. Continueremo come sempre a proporre soluzioni e prodotti innovativi che ispirino i consumatori e porteremo sul mercato lo stesso grado di innovazione e qualità che tutti i nostri utenti si aspettano da Samsung. 

A livello generale, come stanno cambiando i consumer needs, le abitudini di spesa e modelli di consumo, quali le categorie di prodotti e servizi più a rischio e meno a rischio o addirittura favoriti?

Gli italiani durante il lockdown hanno sperimentato sempre maggiormente gli acquisti online: questo trend, seppur con un aumento rispetto al passato, ritornerà a livelli sicuramente sopra la media, ma non a quelli fatti registrare durante il lockdown. Avremo sicuramente una nuova fascia di utenti che si affaccerà alle vendite online e nell’esperienza di acquisto andrà considerato sempre di più l’approccio omni-canale. Tuttavia, non sarà un cambiamento di rotta così dirompente, perché i canali di vendita tradizionali continueranno ad essere sempre molto rilevanti per i consumatori. Durante il periodo dell’emergenza abbiamo visto crescere l’interesse del consumatore nei confronti di categorie di prodotti “classici”, come microonde e congelatori, che hanno assunto una nuova rilevanza durante il lockdown. Abbiamo però registrato anche un’accoglienza entusiasta di nuove categorie merceologiche, come il nostro AirDresser, la cabina armadio che rinfresca e igienizza gli abiti, per la quale si stanno aprendo una serie di scenari interessanti. Sempre maggiore rilevanza verrà assunta, oltre che dai prodotti, dai servizi connessi. In questo senso il nostro impegno nei confronti del cliente finale non si è mai interrotto, anzi si è sempre più rafforzato. Ad esempio, abbiamo esteso la garanzia su tutti i prodotti in scadenza in questo periodo e il nostro Servizio Clienti è sempre stato disponibile 7 giorni su 7, anche attraverso i canali digitali, per assistenza e consulenza da remoto. 

Quali impatti si possono prevedere a livello socio-economico in Italia, in Europa e a livello globale?

Forse mai nella storia della Repubblica Italiana ci si è trovati ad affrontare una crisi sanitaria, sociale ed economica di queste proporzioni. Le relazioni sociali ed economiche sono state colpite in modo grave, imprevedibile fino a poche settimane fa. A livello economico si è registrato un drammatico calo della domanda nei settori più colpiti dalle misure restrittive attuate per far fronte all’emergenza sanitaria e le drastiche limitazioni alla mobilità internazionale delle persone e la riduzione delle attività produttive hanno inoltre causato una contrazione degli scambi internazionali. Tutto ciò ha provocato una diminuzione del fatturato delle imprese sempre più esposte ad una crisi di liquidità e, di conseguenza, sono state messe a rischio anche l’occupazione ed il reddito delle famiglie. Le previsioni economiche di tutte le istituzioni e enti sono purtroppo negative e sia livello italiano, che europeo e globale l’impatto socio-economico sarà evidentemente molto forte. Non sarà facile e ci vorrà tempo, ma confido che come Paese riusciremo a rialzarci e tornare a crescere.