Recovery plan da 750 miliardi. Per l'Italia 80 di sussidi e 90 di prestiti

La proposta von der Leyen va incontro al piano Macron/Merkel, all'Italia la quota più rilevante. Gentiloni:"Svolta senza precedenti". Prestiti da ripagare tra 2028 e 2058

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A circa due ore dall’annuncio ufficiale da parte di Ursula von der Leyen, vengono diffuse le cifre dell’atteso Recovery Fund, strumento nuovo inserito nel bilancio europeo e finanziato anche con bond della Commissione per fronteggiare la crisi economica scatenata da Covid-19. Cominciamo dal nome: si chiamerà ‘Next generation Eu’, perchè nelle intenzioni della Commissione si tratta di un “nuovo patto generazionale”. La crisi da coronavirus ha colpito cose che si davano per scontate prima, argomenta la presidente della Commissione europea all’Europarlamento, giacca fucsia proprio come il giorno in cui è stata eletta con la squadra di Palazzo Berlaymont lo scorso novembre: del resto, quella di oggi è una giornata storica per l’Ue. “Nessuno può farcela da solo”, dice von der Leyen, le economie degli Stati membri “dipendono le une dalle altre”, “non investire oggi, significa pagarne i costi domani”. Il fondo serve a riequilibrare una situazione in cui “alcuni Stati hanno maggiori possibilità di altri di raccogliere fondi sul mercato”. Per questo, lo farà la Commissione, attraverso bond comuni.

Secondo quanto si legge nel testo finale di cui Huffpost ha presto visione, il nuovo fondo ammonta ad un totale di 750 miliardi di euro: 500 miliardi in sussidi a fondo perduto e 250 miliardi in prestiti. Secondo fonti di governo, per l’Italia il pacchetto ammonta a 172,7 miliardi di euro: 81,807 miliardi sarebbero versati come aiuti a fondo perduto e 90,938 miliardi come prestiti.

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Huffpost Italy
Recovery fund, testo finale della Commissione Europea

“I fondi per Next Generation EU - si legge nella proposta della Commissione europea - saranno raccolti aumentando temporaneamente il massimale delle risorse proprie dell’Ue al 2% del reddito nazionale lordo dell’UE. Ciò consentirà alla Commissione di utilizzare il suo rating creditizio molto forte per prendere in prestito € 750 miliardi sui mercati finanziari per Next Generation EU. I fondi raccolti dovranno essere rimborsati attraverso i futuri bilanci dell’UE, non prima del 2028 e non dopo il 2058”.

“Per contribuire a farlo in modo equo e condiviso, la Commissione proporrà alcune nuove risorse proprie”, come “una nuova risorsa propria basata sull’Ets (Emissions trading scheme, ndr.), la ‘carbon border tax’”, sui prodotti inquinanti provenienti dai paesi extraUe, oppure una tassa sulle mutlinazionali del “digitale, basandosi sul lavoro svolto dall’Organizzazione per la cooperazione economica e Sviluppo (OCSE). La Commissione sostiene attivamente le discussioni condotte dal OCSE e G20 ed è pronta ad agire se non viene raggiunto un accordo globale”. Inoltre il testo della Commissione ipotizza “Iva semplificata” e tasse sulla “plastica non riciclata”.

Oltre a ‘Next Generation Eu’, la Commissione propone un nuovo bilancio pluriennale europeo “pari a circa 1.100 miliardi di euro tra il 2021-2027”, pari al 1,1 per cento del reddito nazionale lordo europeo, che è ancora inferiore alla proposta originaria del Parlamento europeo (1,3 per cento).Bilancio “per un totale di 1.850 miliardi”, dice von der Leyen in Parlamento.

E veniamo alle ‘condizioni’. I soldi del nuovo fondo si fondano su tre pilastri, il primo è “sostenere i paesi membri a fare investmenti e riforme per fronteggiare la crisi”. Ecco il passaggio: “Gli Stati membri elaboreranno i propri piani di ripresa nazionali personalizzati, con priorità agli investimenti e alle riforme individuate come parte del semestre europeo, in linea con i piani nazionali per il clima e l’energia, i piani legati al Green deal (‘Just transition plans’) e gli Accordi di partenariato e programmi operativi nell’ambito dei fondi dell’Ue”.

Il secondo pilastro è dedicato agli “investimenti privati”. Il terzo guarda alla sanità e alla prevenzione in vista di eventuali future crisi.

La proposta però non contempla l’eliminazione immediata dei cosiddetti ‘rebates’, gli sconti sui contributi al bilancio pluriennale dell’Ue di cui beneficiano paesi come la Germania, l’Olanda. Ecco cosa prevede il testo: “La Commissione continua a ritenere che l’eliminazione graduale di tutti gli sconti comporterà un quadro finanziario pluriennale più equilibrato. Tuttavia, nella situazione attuale, dato l’impatto economico della pandemia Covid-19, l’eliminazione graduale degli sconti comporterebbe aumenti sproporzionati dei contributi per taluni Stati membri nel periodo 2021-2027. Per evitare un aumento dei contributi, gli attuali sconti potrebbero essere gradualmente eliminati in un periodo di tempo molto più lungo di quanto previsto dalla Commissione nella sua proposta nel 2018”.

Come anticipato da Huffpost due giorni fa, la proposta di Ursula von der Leyen ricalca quella presentata la settimana scorsa da Angela Merkel ed Emmanuel Macron in una riedizione dello storico asse franco-tedesca che ha di fatto sbloccato l’impasse della trattativa sulle risposte comunitarie alla crisi, bloccata dai veti tra nord e sud.

Il piano della Commissione europea accoglie dunque le richieste degli Stati del sud, Francia e Italia in testa, cioè principalmente quella di dedicare la parte più consistente del fondo ai sussidi a fondo perduto piuttosto che ai prestiti, per non appesantire il debito degli Stati. Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni commenta positivamente: “La Commissione propone un Recovery Fund da 750 miliardi che si aggiunge agli strumenti comuni già varati. Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti”.

Quanto ai paesi cosiddetti ‘frugali’, che hanno osteggiato la proposta della Commissione fin dall’inizio, l’Olanda dice no. “E’ difficile immaginare che questa proposta sarà il risultato finale dei negoziati”, dice una fonte del governo olandese. “Le posizioni sono distanti e questo è un settore in cui vale l’unanimità. Per i negoziati ci vorrà tempo”.

In una lettera ai copresidenti del gruppo ecologista nel Parlamento Europeo, Philippe Lamberts e Ska Keller, il Verde Werner Kogler scrive: per superare la crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, che costituisce una “sfida vitale” per l’Ue, serve “un piano di ripresa e di resilienza” la cui componente “principale” devono essere gli “investimenti pubblici”. Il piano “dev’essere finanziato e rimborsato solidalmente, evitando di peggiorare il debito pubblico dei singoli Stati membri”. Nella coalizione di governo austriaco con il Ppe, i Verdi hanno cercato di frenare la ‘furia’ del Cancelliere Sebastian Kurz, capofila dei paesi rigoristi contrari alla proposta franco-tedesca.

Il presidente dei Popolari al Parlamento europeo, il tedesco Manfred Weber, è costretto ad accettare la ‘sfida’ della Commissione: “Lo spirito di Schuman è tornato”, dice. Naturalmente Weber mette l’accento su come si spendono i soldi e sulle riforme che gli Stati membri dovranno portare avanti come condizione per avere le risorse: “Non voglio vedere una Unione indebitata ma per questo dobbiamo investire ora, il punto per noi è come si investe”.

Da sottolineare che sul recovery fund va in scena un dibattito molto sentito nella plenaria dell’Europarlamento, con un botta e risposta tra il Popolare Weber e la presidente del gruppo dei Verdi la tedesca Ska Keller. Lui ‘pizzica’ i Verdi sul fatto che in Austria governano insieme ai Popolari. Lei risponde: “E’ facile nascondersi dietro ai Verdi, ma noi abbiamo portato Kurz su una posizione compatibile col piano della Commissione...”.

“Con il piano presentato dalla presidente Ursula Von der Leyen, possiamo considerare la giornata di oggi come il vero inizio della legislatura del cambiamento”, dice Sandro Gozi, europarlamentare di Renew Europe. “I 172,7 miliardi del fondo destinati all’Italia, a fronte dei 38,7 della Francia e i 28,8 della Germania, sono anche la migliore risposta a quei sovranisti e neonazionalisti italiani che non perdono occasione per attaccare l’Ue, che auspicano l’uscita del nostro Paese e che parlano di Europa a trazione franco-tedesca”.