Molti haitiani si affidano ai rimedi dei sacerdoti vudu

Molti haitiani si affidano ai rimedi dei sacerdoti vudu

Molti haitiani si affidano ai rimedi dei sacerdoti vudu

“Ad Haiti i leader vudu assicurano che è tutto pronto per affrontare la pandemia: hanno un ‘rimedio segreto’ per curare il covid-19 e i loro templi sono stati allestiti per accogliere i pazienti”, scrive El País in un reportage da Port-au-Prince.

In un’isola – la più povera delle Americhe – dove il sistema sanitario è molto fragile e troppo costoso per la maggioranza della popolazione, gli abitanti si affidano ai rimedi tradizionali e alle pratiche rituali dei sacerdoti vudu. Questo culto sincretistico di origine africana è molto diffuso ad Haiti, soprattutto tra la popolazione nera. Si ritiene infatti che sia praticato da circa la metà degli undici milioni di abitanti del paese. Prese piede alla metà del cinquecento tra gli schiavi deportati dall’Africa e si continuò a praticare clandestinamente durante il dominio coloniale francese. È stato riconosciuto come religione ufficiale solo nel 2003, durante il governo del presidente Jean-Bertrand Aristide.

All’inizio il virus si è diffuso lentamente ad Haiti, ma nelle ultime settimane il numero di casi confermati è cresciuto moltissimo e ha superato le mille persone. E tra gli abitanti sono cominciate a circolare voci su “una febbre misteriosa”.

In armonia con il mondo
“I sacerdoti e le sacerdoti – houngan e mambo – sono responsabili del benessere della popolazione”, afferma Carl-Henry Desmornes, un leader religioso di 60 anni. Molti sacerdoti affermano di poter contare su un trattamento curativo, non verificato da nessun scienziato né organismo internazionale. Secondo la sacerdote Euvoni Georges Auguste, per esempio, la comunità religiosa – guidata dai Loas (spiriti) – avrebbe messo a punto un preparato specifico per trattare i sintomi del covid-19.

Lei stessa si è fatta carico di insegnare agli altri sacerdoti come somministrarlo. È vergognoso, aggiunge, il fatto che il presidente Jovenel Moïse abbia espresso opinioni favorevoli verso una presunta cura naturale diffusa in Madagascar e non verso i rimedi vudu, ancora guardati con pregiudizio da una parte della popolazione. “Se c’è una differenza importante tra il vudu e la medicina occidentale”, conclude Desmornes, “è che il primo cerca un significato nella malattia. Speriamo che quando l’emergenza sarà finita impareremo a vivere in armonia con il mondo che ci circonda invece di trasformare tutto ciò che tocchiamo”.

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