Gli Usa pronti a (ri)conquistare lo Spazio con la Crew Dragon
Il commento ad askanews dell'astronauta italiano Maurizio Cheli
Cape Canaveral, 27 mag. (askanews) – 27 maggio 2020, ore 22.33 italiane; dopo 9 anni dal lancio dell’ultima missione Shuttle, la Sts-135 dell’Atlantis dell’8 luglio 2011, gli Stati Uniti d’America si apprestano a riconquistare lo Spazio lanciando di nuovo dal suolo americano una navetta Made in Usa, la Crew Dragon della SpaceX di Elon Musk con un equipaggio umano, anch’esso tutto americano.
Al dare il via all’era dei voli spaziali commerciali, frutto della collaborazione tra la Nasa e aziende private, con la missione Demo-2, gli astronauti veterani della Nasa e piloti militari sperimentatori Bob Behnken e Doug Hurley. Quest’ultimo era stato il pilota dello shuttle Atlantis proprio nel suo ultimo volo spaziale.
Per ora le condizioni meteo danno il 60% di probabilità per il lancio, al quale assisterà dal vivo anche il presidente Trump. Iconico il momento, iconica anche la rampa di lancio, la 39A, la stessa dalla quale partì l’Apollo 11 nel suo viaggio verso la Luna.
E da quella rampa è partito per lo Spazio con lo Shuttle Columbia anche l’astronauta italiano Maurizio Cheli, per la missione Sts-75. Askanews gli ha chiesto perché la Demo-2 è una missione “storica”.
“Ridarà di nuovo indipendenza di accesso allo Spazio, in questo caso alla Stazione spaziale internazionale agli americani, ma anche agli europei perché nella terza missione volerà anche un astronauta europeo (il francese Thomas Pesquet nel 2021, ndr) – ha spiegato – poi è il primo nuovo veicolo spaziale per il trasporto di astronauti in quasi 40 anni. Lo Shuttle volò per la prima volta nell’aprile del 1981 e da allora non c’è stato nessun altro nuovo veicolo spaziale per portare astronauti in orbita. Terzo e più importante, questo progetto dimostra che non è solo sufficiente avere la tecnologia ma bisogna avere il coraggio di applicarla ad idee innovative e Dragon è un’idea innovativa perché il primo stadio del razzo non verrà perso ma riatterrerà sul luogo del lancio, quindi è interamente recuperabile e riutilizzabile e questo nel futuro avrà un grande effetto per diminuire notevolmente i costi di accesso allo Spazio”.
Behnken e Hurley con le loro futuristiche tute bianche verranno portati in rampa con una Tesla model X griffata Nasa. Al termine della sua missione, invece, la Crew Dragon si sgancerà dalla Iss e ammarerà al largo della Florida come avveniva con le capsule delle missioni Apollo.