https://www.adnkronos.com/rf/image_size_400x300/Pub/AdnKronos/Assets/Immagini/2020/05/27/hong_kong_protesta_afp.jpg
(Afp)

Dilaga la protesta a Hong Kong, oltre 300 arresti

Non si ferma la protesta a Hong Kong. Con una nota diffusa via Facebook la polizia ha confermato che sono più di 300 le persone arrestate da questa mattina, compreso un 14enne. La maggior parte delle persone fermate è accusata di aver "partecipato a raduni non autorizzati". Le tensioni si concentrano nelle zone di Central, il cuore di Hong Kong dove la polizia ha usato proiettili urticanti per disperdere i manifestanti, Causeway Bay e Mong Kok.

"Vogliamo difendere la nostra libertà di espressione", ha detto una 22enne da Central in dichiarazioni raccolte dal South China Morning Post. "Questa non sarà più Hong Kong - ha aggiunto - diventerà solo un'altra città cinese". Le tensioni sono alle stelle per la legge sulla "sicurezza nazionale" voluta da Pechino per l'ex colonia britannica. La piazza contesta anche il controverso disegno del 'National Anthem Bill' per far rispettare anche a Hong Kong l'inno nazionale cinese, la 'Marcia dei Volontari'.

Il South China Morning Post parla anche di un tentativo di bloccare Portland Street con i manifestanti dispersi dalla polizia, alcuni in possesso di molotov. In strada, ha riportato la Bbc, ci sono i reparti antisommossa e barriere di plastica riempite di acqua.

Negli ultimi giorni sui social media, scriveva lunedì il South China Morning Post, si sono ricorsi gli appelli a circondare il Consiglio legislativo, come avvenne il 12 giugno dello scorso anno quando in migliaia circondarono il 'LegCo' all'epoca della contestata legge sull'estradizione di sospetti verso la Cina. Oggi le tensioni sono alle stelle per la legge sulla "sicurezza nazionale" voluta da Pechino per l'ex colonia britannica.

Intanto, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano di Hong Kong, Donald Trump ha annunciato che "stiamo facendo qualcosa". "Penso troverete tutto molto interessante, ma non ne parlerò oggi, lo farò nei prossimi due giorni", ha detto nelle ultime ore il presidente americano nelle dichiarazioni riportate dalla Cnn. L'annuncio, ha poi aggiunto, arriverà "prima della fine della settimana".

Immediata la risposta di Pechino che ha minacciato l'adozione delle "contromisure necessarie" denunciando "interferenze di forze esterne" nelle questioni di Hong Kong. La "risposta" americana alla legge sulla "sicurezza nazionale" voluta da Pechino per Hong Kong "rivela le arie di superiorità degli Stati Uniti", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, ribadendo che la nuova legge sulla "sicurezza nazionale" a Hong Kong riguarda "esclusivamente gli affari interni della Cina", che non tollera "interferenze". "Se alcuni insisteranno danneggiando gli interessi della Cina - ha aggiunto nelle dichiarazioni riportate dal Global Times - la Cina prenderà certamente tutte le misure necessarie per rispondere con fermezza". Zhao ha insistito sulla determinazione del gigante asiatico a "tutela della sovranità nazionale" e della "sicurezza" e sul principio 'un Paese, due sistemi'.

Dalla Cina è anche arrivato apprezzamento per la posizione russa espressa dal capo della diplomazia Sergei Lavrov, che ieri ha ribadito come per Mosca le questioni relative a Hong Kong siano "affari interni della Cina".