Doping, Magnini: “Ho sofferto molto per il senso di ingiustizia e la mia immagine infangata”
Filippo Magnini è tornato a parlare delle accuse di doping da cui è stato prosciolto in formula piena lo scorso 27 febbraio dal Tas di Losanna, dopo tre anni di lotte giudiziarie: “Più che la squalifica dalle attività sportive, mi ha umiliato il senso di ingiustizia e la mia immagine che è rimasta infangata per diverso tempo. Ne sono uscito pensando positivo ma lo stress accumulato è stato enorme”
by Alessio Pediglieri"Ho sofferto molto, in questi ultimi tre anni, per la mia immagine infangata dalle accuse di doping". Così Filippo Magini è tornato a parlare del periodo più buio della sua carriera, da quando erano scattate le accuse di aver utilizzato materiale dopane con conseguente inchiesta e condanna per squalifica, poi il tutto archiviato solamente nel febbraio scorso, quando il Tas di Losanna ha annullato lo stop di quattro anni riabilitando il campione di nuoto italiano. Una vicenda che ha segnato profondamente Filippo Magini che è ritornato a parlare della sua situazione e di quanto ha vissuto durante una conferenza stampa in occasione della presentazione del nuovo libro di Mike Maric, medico e campione mondiale di apnea e che ha aiutato anche Filippo nei momenti più duri.
"In questi tre anni non è stato tanto la decisione di sospendermi dalle attività a ferirmi, quanto il senso di ingiustizia". Una vittima, così si è definito Magnini ripercorrendo quei mesi in cui tutto sembrava remare contro di lui: "Ho avuto accanto a me le persone mie più care, ma soprattutto quando ti ritrovavi solo, a pensare e riflettere, chiudi gli occhi e senti addosso tutto lo stress tremendo che ti piomba addosso". Per il nuotatore azzurro, un incubo cui guardare parlando al passato ma del quale porterà a lungo i segni: "Mi sono sempre battuto in prima persona contro il doping, ma la mia immagine ha rischiato di restare infangata per sempre. Ne sono uscito, pensando sempre e solo positivo".
Le accuse, la squalifica, la vittoria
Filippo Magnini, due volte campione del mondo dei 100 stile libero, era stato condannato a 4 anni di squalifica dopo essere finito sotto accusa per la frequentazione col nutrizionista Guido Porcellini, a sua volta squalificato 30 anni. Magnini era stato condannato in primo e in secondo grado perché sospettato di aver tentato di utilizzare sostanze dopanti che, in base all'articolo 2.2 del codice della Wada, l'Agenzia mondiale antidoping, risulta come equivalente nell'averne fatto effettivamente uso. Dopo tre anni di lotte giudiziarie, il 27 febbraio 2020 il Tas ha prosciolto l'azzurro da qualsiasi accusa cancellando anche la squalifica.