Spostamenti tra regioni dal 3 giugno? Ecco perché la Lombardia potrebbe restare chiusa

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ROMA – Entro il 3 giugno si saprà se saranno possibili gli spostamenti tra le regioni e soprattutto se ci saranno regioni che resteranno chiuse. 

Ci sono però ancora dubbi sulla Lombardia dove, nonostante i numeri siano in calo, ci sono ancora potenzialmente 24 persone in grado di trasmettere il virus ogni 10mila abitanti. Ecco perché la decisione non può essere presa in fretta.

Dal 29 maggio, quando arriveranno i dati sul monitoraggio relativo alle aperture successive al 18, il governo si prenderà ancora del tempo per valutare tutti gli aspetti di una decisione dalla quale poi sarà difficile tornare indietro, anche alla luce della ripresa del turismo.

La questione è complessa e ha diverse implicazioni politiche, perché ad oggi, nel caso si procedesse a aperture differenziate, a rimanere indietro sarebbe la Lombardia e, probabilmente, anche il Piemonte.

Il Governo vorrebbe ovviamente una linea comune per tutte le regioni, quindi un’apertura nazionale, ma prima occorre fare bene i conti con i numeri dei contagi.

Nella regione più colpita dall’epidemia la curva dei contagi infatti sta calando come nel resto d’Italia, così come sta diminuendo il numero giornaliero delle vittime.

Ma i dati dicono anche che in Lombardia c’è da settimane circa il 50% dei nuovi casi (il 26 maggio, con il Piemonte, 245 su 397 totali) e quasi la metà degli attualmente positivi, che sono 24.500 su quasi 53mila.

Il virus resta dunque molto presente.

In Lombardia c’è poi stata l’anomalia degli zero decessi di domenica, preceduti dal +56 del giorno prima e seguiti dal +34 del giorno dopo.

I numeri, inoltre, non tengono conto di un altro aspetto: il vero problema, dicono gli esperti, è quello dagli asintomatici. Con una circolazione del virus ancora in corso, sono decine di migliaia e sarebbe impossibile vietarne gli spostamenti. Con il risultato di far circolare il virus nelle altre Regioni dove invece il contagio è rimasto contenuto.

Ecco perché la decisione verrà presa all’ultimo momento, con il Dpcm che scade il 3 giugno. Gli esperti, tra l’altro, hanno già chiesto, una volta noti i dati del 29 maggio, ulteriori 24-36 ore per valutare l’andamento della curva. (Fonti Ansa e Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev).