Così inchiodano Clinton: "C'era pure lui nella villa delle orge di Epstein"
Clinton sarebbe stato avvistato una volta mentre si rilassava in compagnia di Epstein nei pressi del portico della villa del magnate-pedofilo
by Gerry FredaUna recente rivelazione ha smentito quanto aveva affermato finora Bill Clinton in merito alle sue frequentazioni della “villa delle orge” di Jeffrey Epstein, magnate della finanza americano suicidatosi in carcere nell’agosto dell’anno scorso e su cui pendevano gravi accuse di abusi sessuali su minori. L’ex presidente Usa aveva reiteratamente negato di avere mai messo piede nella famigerata residenza privata del finanziere, ammettendo esclusivamente di avere viaggiato per quattro volte con il chiacchierato imprenditore a bordo dell’aereo personale di quest’ultimo, il Lolita Express. Una testimonianza rilanciata in questi giorni dai media Usa, tuttavia, lo contraddice platealmente riguardo alla sua presenza nella residenza-postribolo del milionario-pedofilo. Le frasi-choc in questione sono state rilasciate da Steve Scully, settantenne ex dipendente di Epstein.
Il testimone in questione, riferisce l’Ansa, ha affidato il suo racconto ai creatori di una miniserie Netflix che sarà mandata in onda oggi negli Stati Uniti, intitolata Jeffrey Epstein - Soldi, potere e perversione.
A detta di Scully, l’ex presidente democratico frequentò effettivamente Epstein anche nella tristemente famosa villa del magnate-pedofilo, situata sull’isola caraibica di Little St James, ubicata nell’arcipelago delle Isole Vergini americane ma proprietà privata del milionario-orco. Tale residenza, ricostruisce l’agenzia di stampa, era un “notorio luogo di orge”.
Il settantenne, già responsabile delle linee telefoniche e dei collegamenti Internet sull’atollo incriminato, ha dichiarato, nell’intervista Netflix citata dalla versione Usa del Sun, di avere avvistato una volta Clinton mentre si rilassava in compagnia di Epstein nei pressi del portico d’ingresso della residenza caraibica.
Lo stesso testimone ha poi precisato che, durante la visita dell’esponente liberal presso la villa del magnate, non vi erano altri ospiti sull’isola.
Oltre all’ex inquilino della Casa Bianca, ha aggiunto il settantenne, tanti altri personaggi importanti hanno fatto capolino in questi anni nel buen retiro del milionario-pedofilo e, sempre Scully, ha poi denunciato il fatto di avere scorto lì, a dimostrazione dei festini osceni organizzati dal finanziere, un ospite anonimo di quest’ultimo girovagare per Little St James “completamente nudo” e attorniato da “tre ragazze in topless”.
Il Sun ci ha tenuto però subito a sottolineare che dal racconto del settantenne in merito alla capatina di Clinton nella villa del milionario non sarebbero finora emersi dettagli tali da indurre a sospettare l’ex leader dem di avere commesso su quell’isola atti osceni o penalmente rilevanti.
In realtà, ricorda l’organo di stampa Usa, la presenza di Bill a Little St James era stata già evidenziata all’interno degli incartamenti processuali presentati ai magistrati americani, giusto poche ore prima del suicidio di Epstein in un carcere newyorchese, da Virginia Gueffre.
Quest’ultima, oggi trentacinquenne, aveva intentato l’anno scorso una causa contro il finanziere affermando di essere stata una sua “schiava del sesso”. In un passaggio della citazione avanzata dalla ragazza, rimarca il Sun, si fa infatti riferimento proprio alla presenza di Clinton sull’atollo privato di Epstein, ossia, per la precisione, a una cena organizzata presso la famigerata villa, a cui avrebbero partecipato l’esponente progressista, il padrone di casa, la Gueffre, l’ex amante del magnate e altre due donne. Al termine di tale cena, il politico dem si sarebbe ritirato nella sua stanza da letto “accompagnato a braccetto” da quelle due bellissime commensali non meglio identificate.
La recente testimonianza di Scully e l’imminente messa in onda della miniserie Netflix hanno subito spinto lo staff dall’ex presidente a rigettare come infondate le affermazioni in procinto di essere rilanciate dalla piattaforma digitale americana.
Angel Urena, portavoce dell’ex commander-in-chief, ha rilasciato, riguardo alle parole dell’ex dipendente di Epstein, le seguenti dure frasi, riportate dal New York Post: “Quell’affermazione era una bugia la prima volta che è stata detta e resta anche oggi una bugia. Non servirà ripeterla all’infinito per farla diventare vera”.