Se il Covid mostra le assicurazioni sotto nuova luce
by Alberto BattagliaQuesto articolo fa parte del lungo dossier “Uscire dal baratro” pubblicato sul numero di maggio del magazine Wall Street Italia
Il pensiero che possa presentarsi l’incidente, il disastro o l’imprevisto è accompagnato, almeno in Italia, dagli scongiuri e dalle corna; più raramente si affianca alla sottoscrizione di un’apposita assicurazione per coprirsi dai quegli stessi rischi.
La pandemia del coronavirus potrebbe cambiare a fondo la percezione di famiglie e imprese nei confronti delle assicurazioni e riconsiderare l’utilità di pagare un premio annuo per ridurre il rischio di eventi che rischiano di essere insormontabili.
Ne sanno qualcosa le compagnie assicurative che, quest’anno subiranno grosso gap fra i premi incassati e i rimborsi che verranno erogati. Secondo i calcoli di Lloyd’s of London tale disparità arriverà a 107 miliardi di dollari, escludendo le polizze vita. E’ il segno tangibile che, in seguito a eventi di questo tipo, sono i sottoscrittori delle polizze a passare all’incasso – e a scoprire sullo loro pelle i rischi scampati grazie all’assicurazione che avevano sottoscritto.
Ad aver colpito le compagnie assicurative, tuttavia, è stato anche il forte calo delle valutazioni azionarie e l’ampliamento degli spread creditizi sui titoli di debito del primo trimestre di quest’anno, fattori che, secondo l’ultimo rapporto di Bankitalia sul settore, hanno comportato una riduzione media del valore delle attività delle compagnie italiane pari al 7%.
Una nuova valutazione sul ruolo della polizza
Allo stesso tempo, i danni economici apportati dal Covid-19 hanno sicuramente suggerito nuove riflessioni a persone e aziende che si sono scoperte sottoassicurate o con esigenze di protezione che neanche immaginavano di avere – con la possibilità di dare in futuro un nuovo valore al concetto di polizza. Tale cambiamento sembra essere già avvenuto in Cina. I dati raccolti dalla società Learn Bonds dopo lo scoppio della pandemia Covid-19 indicano che il 64% dei cinesi intervistati intende sottoscrivere polizze sanitarie o previdenziali.
Una dinamica confermata da un’indagine (condotta a metà febbraio) da Statista e The Economic Observer sul cambio di preferenze dei risparmiatori in Cina: la maggior parte degli intervistati prevede di acquistare ulteriori polizze dopo l’epidemia, e per oltre il 75% l’assicurazione è oggi la “principale priorità finanziaria per il futuro”.
Ha contribuito a questo articolo anche Fabrizio Guidoni.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di maggio del magazine Wall Street Italia