L'assistente civico e l'evoluzione della specie
by Angelo BruscinoDopo i lavoratori socialmente utili e gli ausiliari del traffico, ora arriva l’amico in pettorina blu. Una sorta di Stasi o psicopolizia orwelliana che dovrà perseguire gli untori della movida. Già, perché in barba al presunto “modello Italia” che fa gonfiare il petto a molti nostri governanti, stiamo in realtà assistendo ad una commedia dell’assurdo, dove i peggio vizi italici si fanno provvedimento: l’ineffabile afflato burocratico di “esprimere l’inesprimibile” in carta bollata. Siamo passati dalla saga del congiunto/amico/trombamico, alla fase suprema degli LSU, che popolano la fantasia degli amministratori meridionali, nel tentativo di regalare un obolo a qualche sfortunato.
Nell’assistente civico, c’è il peggio di quanto siamo capaci quando vogliamo farci del male. L’assistenzialismo sconclusionato degli ausiliari del traffico; i tentativi marchiani di far battere cassa ai Comuni alle spalle dei cittadini; lo Stato etico che ti sorveglia e punisce; il Principio di Peter, per il quale si mettono gli incompetenti a fare esegesi giuridica per stabilire se uno viola i precetti emanati da Conte in diretta Facebook; la teoria del capro espiatorio, per la quale bisogna perseguire i nuovi monatti; prima i runner, poi quelli col cane, ora i giovani che gozzovigliano ai Navigli o ai baretti di Napoli e Perugia.
Dai ai mediocri poteri paramilitari e sanzionatori e ti ritroverai dei kapò. Ce n’era bisogno? Il governo italiano ha dovuto affrontare prima di tutti un problema immenso e sconosciuto come il Coronavirus, ma l’atteggiamento assistenziale e moralistico di alcuni del Pd e del M5S è duro a morire.
Voler trasformare gli italiani capitalisti, libertini e libertari in devoti della decrescita felice, no triv, no tap, no tav, no muos, in corifei della filiera corta e della profilassi sanitaria è una tentazione troppo forte. E il sonno della ragione partorisce un nuovo coup de theatre. Occhio. Big brother is watching you.