"Coronavirus indebolito? No, cova sotto la brace": l'avvertimento del virologo
Il virologo Perno: "Il virus non si è indebolito, ma la malattia si è alleggerita. Dobbiamo stare a distanza, lavare spesso le mani e indossare la mascherina. Altrimenti, anche se i dati sono positivi, il virus tornerà. Sia chiaro che non ce ne siamo liberati"
by RedazioneNon è finita la battaglia contro il coronavirus, tutt'altro. Si respira un clima da liberi tutti e dal 3 giugno con il probabile ok allo spostamento tra le diverse regioni, il rischio è che qualcuno pensa che si possa abbassare la guardia. Così non è fior di esperti lo stanno ribadendo nelle ultime ore. "Dobbiamo stare a distanza, lavare spesso le mani e indossare la mascherina. Altrimenti, anche se i dati sono positivi, il virus tornerà. Sia chiaro che non ce ne siamo liberati". Lo dice il virologo Carlo Federico Perno, direttore del dipartimento di Microbiologia all'ospedale Niguarda di Milano, in un'intervista al quotidiano 'Il Giornale'.
"Presente quando il fuoco non c'è più e la brace sembra assopita? Poi basta metterci sopra un po' di carta per veder ripartire le fiamme. Il virus - spiega il virologo - è in questa condizione. Quindi, fuor di metafora, faccio fatica a dire che non ci siano le condizioni per ripartire ma l'eventuale apertura dei confini regionali non va considerata un liberi tutti".
"In laboratorio all'ospedale Niguarda io e la mia squadra abbiamo appena terminato un lavoro su 400 sequenze del virus. E posso concludere che - sottolinea - non ci sia alcuna evidenza scientifica di un indebolimento. Tuttavia la malattia si è alleggerita, questo si. Ma è accaduto perché abbiamo migliorato la nostra capacità di individuare e diagnosticare i nuovi casi. Inoltre non c'è più quell'effetto a cascata che ci ha travolto nei mesi scorsi. I trattamenti iniziano prima, quando il quadro non si è ancora aggravato". Poi "possiamo ipotizzare che il Covid, come tutti gli altri virus, dopo una certa fase lasci il posto a una versione più leggera dell'infezione".
Il decreto del 3 giugno arriverà quando i dati dei contagi di questi giorni non si sono ancora manifestati. Può essere un problema? «Siamo di fronte a una vera discrasia temporale. I dati più interessanti, frutto degli assembramenti dei giorni scorsi, arriveranno dopo le decisioni del governo, a cominciare dal fine settimana successivo al giorno del decreto sulla mobilità tra Regioni. Ragionevolmente non dovremmo rivedere i picchi della Fase uno».