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L'Angolo del Trader: Fca, UBI Banca e Unieuro

Fca mette a segno un robusto rimbalzo (+3,52% a 7,945 euro) e si porta su una forte resistenza.

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Fca

Fca mette a segno un robusto rimbalzo (+3,52% a 7,945 euro) e si porta su una forte resistenza. Sul Lingotto si segnala la notizia secondo cui il Consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo ha dato l'ok preliminare al prestito da 6,3 miliardi chiesto da FCA Italy alla banca guidata da Carlo Messina e il gruppo automobilistico potrà procedere con l'iter burocratico necessario a ottenere la garanzia pubblica SACE sull'80% del prestito. Il Corriere della Sera scrive però che la concessione del prestito è subordinata all'ottenimento della garanzia e al via libera del Ministero dell'Economia. La garanzia sarà oggetto di decreto del Mef da pubblicare in Gazzetta Ufficiale previa approvazione da parte della Corte dei Conti, così come è previsto dal Decreto Liquidità dell'8 aprile. Durante la scorsa settimana c'era stata fibrillazione sul tema: secondo i rumor il governo aveva ipotizzato di porre alcune condizioni alla concessione della garanzia, tra cui il rinvio a fine 2021 del pagamento del dividendo straordinario da 5,5 miliardi facente parte del piano di integrazione con PSA (con pagamento prima del closing dell'operazione atteso nel primo trimestre 2021). Il titolo ha toccato un massimo intraday a 8,03 euro per poi terminare a 7,945 euro. A 8,016 si colloca sul grafico intraday il lato alto del gap ribassista del 4 maggio, resistenza già toccata il 19 maggio in avvio di seduta (ma in quella occasione, dopo il mancato superamento dell'ostacolo, il titolo era andato incontro ad una decisa flessione, cosa non accaduta invece martedì). Una rottura decisa degli 8 euro aprirebbe la strada al test non solo del massimo del 30 aprile a 8,49 ma anche al raggiungimento in area 9,10 del 38,2% di ritracciamento del ribasso dal massimo di novembre 2019 (percentuale di Fibonacci). Sopra area 9,10 il titolo dimostrerebbe di voler mettere a segno qualche cosa di più di una semplice reazione tecnica. Solo ripiegamenti al di sotto di area 7,80, lato alto del gap rialzista di martedì, potrebbero fare temere una perdita di spinta al rialzo e un successivo test dei 7,25 euro almeno.

UBI Banca

UBI Banca passa alle vie di fatto contro l'offerta pubblica di scambio lanciata a febbraio da Intesa Sanpaolo. Dopo aver sottoposto "all'attenzione della Consob alcuni profili, con particolare riguardo all'intervenuto avveramento della c.d. condizione MAC in relazione della pandemia da Covid-19 nonché in merito alla natura irrevocabile dell'OPS", nella serata di ieri UBI ha informato che il cda "ha deliberato l'avvio di un'azione volta ad accertare che, a causa dell'avveramento della condizione MAC di efficacia dell'offerta pubblica di scambio promossa da Intesa Sanpaolo S.p.A. ("ISP") – determinato dalla pandemia Covid-19 – e della mancata tempestiva rinunzia di ISP a tale condizione, gli effetti della Comunicazione del 17 febbraio 2020 (il lancio dell'OPS, ndr), effettuata da ISP [...] sono cessati, con tutte le relative conseguenze, incluso il venir meno della c.d. "passivity rule" in capo a UBI Banca". In sostanza UBI Banca agirà legalmente per far decadere l'OPS di Intesa e ottenere di conseguenza lo stop al divieto di "compiere atti od operazioni che possono contrastare il conseguimento degli obiettivi dell'offerta" (la passivity rule, art. 104 del Testo Unico della Finanza): in pratica il cda potrà (se l'azione legale avrà successo) mettere in atto mosse difensive contro Intesa. L'analisi del grafico di UBI Banca mette in evidenza le difficoltà del titolo nell'intraprendere un credibile tentativo di reazione dopo l'affondo visto a cavallo di febbraio e marzo. Affidabili indicazioni in tal senso arriverebbero in caso di perentorio superamento di area 2,65 euro con primo obiettivo a 3,1190 (gap ribassista lasciato il 9 marzo) e successivo a 3,30-3,35 (50% di ritracciamento dal massimo del 18 febbraio a 4,51). Discese sotto 2,30 anticiperebbero invece un test del minimo del 16 marzo a 2,1160, supporto decisivo per scongiurare affondi verso quota 1,80.

Unieuro

Unieuro +9,13% a 7,89 euro accelera al rialzo. Banca Akros ha confermato la raccomandazione di acquisto e il target a 9,00 euro sul titolo. Gli analisti citano gli ottimi dati relativi agli acquisti online del settore elettrodomestici/elettronica nel Regno Unito ad aprile. Dal punto di vista grafico Unieuro sembra intenzionato ad estendere il rimbalzo avviato da 6,80 euro circa in direzione della media mobile a 50 sedute passante da 7,94 circa. Il superamento di questa resistenza dinamica, che sovrasta il grafico dei prezzi dallo scorso gennaio, favorirebbe il ritorno sui massimi di inizio aprile a 8,56 euro, gettando comunque le basi per il successivo allungo fino a 9,80, lato alto del gap del 9 marzo. Sotto 6,80 euro via libera invece verso i minimi di marzo a 5 euro.

(SF - www.ftaonline.com)