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“Insegno da dieci anni. Nessuno mi ha mai chiesto se fossi preparata. E non lo ero”

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Cari Ministri e cara Flavia Amabile,

sono Chiara, un’insegnante di lingua francese, precaria da ben 10 anni, come tanti altri miei colleghi. Dieci anni di fiducia nelle nostre istituzioni, di attese e di speranze, sempre svanite, di veder realizzato un sistema che permetta la messa in ruolo. Dieci lunghi anni che vedono, ancora una volta, nell’incontro dei nostri ministri avvenuti ieri notte (domenica, n.d.r.), svanire l’ennesimo tentativo di concorso.

Concordo pienamente con l’idea della nostra ministra dell’istruzione di voler vedere nelle nostre aule solo insegnanti preparati e competenti.E’ più che giusto che solo i migliori trovino posto. Certo, DEVE essere così.Per un ruolo così importante, ci vuole solo il meglio! Peccato che i fatti dimostrino il contrario.

Ricordo bene che quando ho accettato il mio primo incarico non ho ricevuto alcuna formazione adeguata su come insegnare e sono più che certa che nessuno mi abbia chiesto se fossi “preparata o competente” per tale ruolo. Non ricordo neanche che qualcuno mi abbia spiegato la differenza fra BES e DSA nè tantomeno le varietà linguistiche della francofonia (variazione diatopica) o le varietà diafasiche e diastratiche (“langue populaire”, argots, verlan, “parler des jeunes” ecc.) nè le teorie più rilevanti relative all’acquisizione di una lingua così come cita l’allegato C in preparazione al concorso ormai sospeso. Mi sembra che bastava ( o che basti, ancora!) solo la laurea.

Ho cominciato a lavorare dieci anni fa e ricordo perfettamente che il primo giorno di scuola ero più timorosa io dei miei ragazzi.Ricordo bene che non sapevo dove si segnavano le assenze, sull’allora registro di classe. Ricordo, perfino, di non essermi presentata al mio primo giorno di consiglio di classe e che, quando mi hanno rintracciata al telefono,sono sicura di aver risposto ,con sufficienza, di non poter andare a scuola per motivi personali. Potrei elencare tanti altri sbagli pagati con la mia reputazione.

In dieci anni di esperienza in classe ho capito cosa significa insegnare, ho imparato a distinguere un BES da un DSA, ad attuare diversi metodologie didattiche adatte al contesto e alle diverse intelligenze, come sosteneva Gardner. Ho capito quanto è importante per i ragazzi il loro insegnante, che resta un punto fermo nella loro crescita, un modello, una persona che inevitabilmente ricorderanno per sempre. Dieci anni fa,mi è stato affidato un compito così delicato come quello di formare,istruire, e guidare i nostri ragazzi e posso ammettere che non ero pronta.

Oggi,dopo dieci anni mi viene chiesto di dimostrare le mie conoscenze. Perchè nessuno si è preoccupato di farlo prima? Se questo ruolo è così importante per la nostra società,se vogliamo davvero solo il meglio, solo insegnanti preparati e competenti, perchè, allora non ci si preoccupa di formarli adeguatamente PRIMA di metterli sul campo affinchè essi stessi siano capaci, poi, di istruire al meglio i nostri giovani? Possibile che il mio futuro possa dipendere da un quiz o che le mie conoscenze di oggi siano valutate sull’onda dell’entusiasmo del ministro del momento? Che si scelga il futuro di un insegnante in una riunione notturna? L’amarezza che provo oggi è indescrivibile. Riponiamo ancora fiducia nei nostri ministri. Anche questa volta, andrà tutto bene.

Chiara P.

Gentile Chiara P.,

infatti, da un punto di vista concreto, a parte le dichiarazioni ufficiali, quella riunione non è riuscita a prendere alcuna decisione sul futuro degli insegnanti. 

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