L’area euro e l’Europa e i loro debiti sono destinati allo scoppio di una bolla?

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La pandemia da Covid-19 ha dato un’altra dura prova per la sopravvivenza dell’UE. L’Italia, ad esempio, è stata lasciata sola almeno agli inizi, quando Codogno era al centro del mondo. Ma anche adesso non ci sta andando tanto meglio, con l’approvazione dei Recovery Found legati al benestare degli “Stati maestri”. La questione, neanche tanto nascosta, l’enorme debito di alcuni Stati, Grecia e Italia su tutti. Ma quanto è alto il rischio deflagrazione per l’UE con la crescita del debito? L’area euro e l’Europa e i loro debiti sono destinati allo scoppio di una bolla?

Storie di debiti e vecchi vizi

Il monito, a dire il vero, arriva direttamente dalla stessa BCE, che ha lanciato l’allarme con il suo financial stability review pubblicato ieri . Si tratta di una relazione semestrale sullo stato di salute dell’Eurozona, e non manca di evidenziare le criticità. Su tutti, i livelli del debito pubblico, che salgono senza dare

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segni di inversione. Secondo le stime BCE, i livelli del debito nei paesi dell’Eurozona aumenteranno tra il 7%-22% nel 2020 (riquadro a sinistra nella foto. Fonte: BCE). Ciò spingerebbe il rapporto debito pubblico/PIL aggregato della zone euro al di sopra del 100%. Ancora, alcuni dei suoi Stati dovranno affrontare gravosi piani di rimborso di quel debito entro i prossimi 2 anni (riquadro a destra nella foto. Fonte: BCE). Ora, sia pure tra mille difficoltà la politica sta provando a contenere i danni, almeno nel breve. Ma,continuano gli economisti BCE, una crisi economica più severa e perdurante potrebbe offrire il fianco alla sostenibilità del debito.

Il monito dalla BCE

Un tallone d’Achille (il debito) che si allarga fin ad includere le banche, prime detentrici di quel debito. E che da qualche anno stanno soffrendo di una scarsa redditività operativa. Un’accoppiata pericolosa che li espone al fuoco incrociato dei mercati, che da tempo le considera “vittime sacrificali”. E con lo spread a fare da testimone scomodo di questo incesto connubio. Ecco, sostiene la BCE, in questo scenario è da ricomprendersi il rischio di disgregazione dell’Eurozona. La sua opera di acquisto a pine mani di bond governativi potrebbe funzionare nel breve. Ma dubita che sarebbe sufficiente nel medio-lungo termine. Al punto da chiedersi se l’area euro e l’Europa e i loro debiti sono destinati allo scoppio di una bolla. Non è da escludere al 100% e che potrebbe crescere se altri fattori entrassero in gioco. Tipo, afferma la BCE, scarso potere d’acquisto, consumi congelati, paura e, nuova ondata di contagi.

Strategia per il piccolo risparmiatore

Ora non sappiamo quanto concreto e quanto è alto il rischio che l’area euro e l’Europa e i loro debiti sono destinati allo scoppio di una bolla.  Ma qual è il modo migliore per investire se un rischio anche seppur minimo ci potrebbe essere? Una buona strategia operativa per il piccolo risparmiatore potrebbe essere quella di diversificare il patrimonio sia in strumenti azionari che obbligazionari. La strada maestra è sempre quella di seguire la ripartizione geografica del Pil mondiale. Ovvero 50% investito in asset USA, il 30% in quelli dell’Eurozona e il restante 20% sui mercati asiatici. Altrettanto importante è attuare anche una diversificazione di tipo valutario, ossia non ponendo l’intero patrimonio in asset denominati in euro. In sintesi, la migliore difesa in simili scenari passa per diversificazione e correlazione degli strumenti in portafoglio.