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la Repubblica

Coronavirus, zero contagi a Torricella: è la città del Paziente 1 in Puglia

Il 26 febbraio il primo caso nella regione: un uomo di 43 anni che era stato a Codogno e che contagiò poi moglie e fratello. Ma l'epidemia qui si è arrestata

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Tre mesi. A fine febbraio scorso la Puglia entrava in una quotidianità fatta di bollettini, aggiornamenti, distanziamento e norme di convivenza stravolte. Erano i giorni del "paziente 1" di Torricella, un giovane uomo rientrato in aereo dalla zona di Codogno e trovato positivo al tampone: fine delle illusioni, la pandemia era tra noi, la vita sarebbe cambiata per sempre.

Oggi la curva epidemica nella nostra regione è in calo, la quotidianità riprende a fatica con nuove regole e anche da quel piccolo centro che per settimane ha rappresentato l'inizio delle nostre paure arriva un segno che sa di speranza: da qualche giorno, ufficialmente, non ci sono più residenti positivi. Torricella nelle mappe della Regione è diventata di colore bianco: quello delle città a 0 casi. Torricella, il punto da cui tutto è cominciato, ora è un Comune "covid-free".

La guardia resta alta, ma il ricordo resta indelebile. Lo sa bene il sindaco, Michele Schifone: "Quel 26 febbraio ero in una riunione con i miei assessori - ricorda - e ricevetti centinaia di telefonate. La notizia del primo positivo si diffuse in maniera rapidissima e poco dopo ebbi l'ufficialità dagli entiå preposti. Furono giorni molto particolari, gli altri Comuni quasi ci trattavano da appestati. Poi il virus si diffuse ovunque e anche gli altri capirono".

A intuire che si potesse trattare di covid-19 quel giorno fu il medico e consigliere regionale Giuseppe Turco che fu raggiunto al telefono da Massimo, il "paziente 1": "Ricordo ancora quella telefonata alle 20.14, l'obbligo di chiudersi subito in casa e monitorare la situazione. Poi la mattina dopo la febbre e il sospetto che si potesse trattare di coronavirus. A quel punto ho interessato la task force regionale e sono partiti i protocolli fino a quel momento inediti. Da subito anche il fratello che era andato a prenderlo dall'aeroporto di Brindisi, e che poi sarebbe diventato il "paziente 2", fu obbligato a restare in casa . Appena 48 ore dopo avrebbe manifestato anche lui i sintomi.

Furono ore di grande confusione, anche con tanta cattiveria di qualcuno sui social network, non è stato affatto facile. Sapevamo da giorni di essere a 0 casi, ma quel colore bianco ora fa un certo effetto". Con un po' di accortezza il contagio è rimasto confinato tra le mura delle case dei due fratelli. Nessuno dei due si recò al lavoro e nessuno dei passeggeri dell'aereo risultò poi positivo al tampone.

Curioso che Taranto, la prima provincia in cui il virus si è manifestato, nel rapporto casi su popolazione sia risultata la meno colpita in Puglia. Ma non si tratta solo di casualità. "La città ha risposto con grande senso di responsabilità e collaborazione. - racconta ancora il sindaco Schifone - Le regole sono state rispettate, decine di sarte hanno cucito mascherine di comunità distribuite gratuite a chiunque, soprattutto nel periodo in cui era impossibile trovarne. C'è stata grande solidarietà in una situazione così singolare. E il comportamento di Massimo, il "paziente 1", nonostante il dolore e le difficoltà è stato encomiabile. L'ultimo a risultare negativizzato a Torricella, curiosamente, è stato proprio lui".

Il senso di responsabilità è il filo conduttore di questa storia. "Prima di partire dal Nord dove si era recato per trovare sua madre si era accertato di poter tornare a casa avvertendo un medico, mettendosi in quarantena e auto-segnalandosi. - continua Turco - Ognuno ha fatto la propria parte".