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la Repubblica

Il San Paolo riapre dopo 79 giorni di lockdown

In pista una quarantina di atleti e amatori

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Le tribune sono desolatamente vuote e potranno riempirsi di nuovo solamente nei prossimi mesi, se e quando le profonde cicatrici della pandemia si saranno rimarginate. Ma da oggi pomeriggio il San Paolo smetterà perlomeno di essere una silenziosa cattedrale deserta, grazie al ritorno in pista di una quarantina di semiprofessionisti napoletani dell'atletica leggera, autorizzati finalmente a riaccendere i loro imballati motori dopo 79 giorni di estenuante lockdown.

Il tempio che fu di Diego Maradona aveva chiuso infatti i suoi battenti pure agli amatori il 9 marzo scorso, quando era concreto il timore che il contagio per il coronavirus finisse fuori controllo e di conseguenza anche il mondo dello sport era stato costretto ad alzare bandiera. Il calcio aveva giocato addirittura d'anticipo, invece, abbassando il suo sipario il 29 febbraio con i gol di Kostas Manolas e Giovanni Di Lorenzo, che avevano consentito al Napoli di conquistare l'ultimo successo di misura (2-1) contro il Torino. Da allora sono trascorsi quasi tre mesi e lo storico impianto di Fuorigrotta (61 anni portati un po' meglio, grazie al restyling del 2019 per le Universiadi) aveva smesso all'improvviso di essere il più capiente, conosciuto e importante punto di aggregazione della città: diventando tristemente demodè nella nuova era del distanziamento sociale.

UN SEGNALE DI SPERANZA

Ma la riapertura parziale del San Paolo è quanto meno un segnale di speranza, a dispetto del clima ancora prudente in cui s'è svolto l'ultimo sopralluogo di ieri. Il cancello socchiuso indica il percorso obbligato (e sanificato per la seconda volta) che dovranno seguire gli atleti, accedendo direttamente dagli spalti alla pista senza passare dagli spogliatoi, che invece continueranno a rimanere chiusi per motivi di sicurezza. Off limits anche il manto erboso, ingiallito per la semina appena completata dai giardinieri incaricati dal Napoli, a cui tocca la manutenzione del prato. Il colpo d'occhio per chi non se ne intende è un po' desolante, adesso: quando però gli azzurri torneranno in campo, a metà giugno, le condizioni del terreno saranno migliori e all'altezza della situazione, assicurano gli addetti. Sono invece state già rimesse a lucido le nove corsie, in cui nel pomeriggio di oggi si sgranchiranno un po' i muscoli i 40 atleti selezionati dalla Sezione regionale della Fidal, per il primo test post Covid-19 allo stadio.

PROVA GENERALE PER POCHI

Della loro sicurezza e di tutti gli aspetti organizzativi si sono occupati con grande responsabilità il consigliere Carlo Cantales e Marcello Mangione (figlio d'arte di Riccardo, vincitore della maratona di Roma nel 1979), che seguiranno in pista gli atleti con l'ex saltatore azzurro Danilo Pagliano e con il tecnico Furio Barba. Di solito al San Paolo si allenano in circa 500, bambini e veterani compresi: in rappresentanza di una dozzina di società (la più titolata è l'Enterprise Sport, pluricampione di Italia), ma saranno in pochi a essere ammessi alla prima prova generale di oggi: fondamentale per collaudare le nuove distanze da rispettare in pista e le metodologie di contrasto al coronavirus.

Nelle corsie si alterneranno dunque gli specialisti della staffetta 4x400 Alessandro Sibilio, Andrea Romani ed Amedeo Perazzo (specialista anche degli 800 metri), il marciatore Gianmarco Scurti, Alessandro Alberino, Emanuele Santoro, Luca Di Pace, Giovanni Musto, Emanuele Santoro, Andrea Tatagiore, Giovanni De Felice e Alessandro La Marca. Nomi noti soprattutto per gli appassionati, che però per un pomeriggio si prenderanno meritatamente gli onori della cronaca. Spetta infatti a loro riaprire le porte del tempio di Maradona, facendo pure da apripista per la ripartenza a metà giugno del calcio.