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A Palermo i boss volevano lanciare una lista civica, 8 arresti

I carabinieri hanno intercettato le manovre del clan di Misilmeri per le amministrative in provincia. Era già stato individuato anche il nome di un possibile sindaco

Avevano pensato a una vera e propria lista civica in vista delle amministrative di Misilmeri (Palermo) del 2020 “senza partito”, come emerge dalle intercettazioni. Una lista con «i cristiani giusti», con la gente giusta. E' quanto emerge dall'operazione antimafia condotta dai Carabinieri di Palermo che all'alba di oggi che hanno arrestato otto persone, ritenute vicine ai clan di Misilmeri e Belmonte Mezzagno. Come spiega il Comandante provinciale dei Carabinieri, generale Arturo Guarino, avere una lista civica con candidati propri ed eventualmente degli eletti «avrebbe potuto influenzare le scelte dell'amministrazione».

Insomma, i boss volevano creare una propria lista per potere trarre i propri vantaggi. Niente più appoggi a questo o quel politico, ma i propri candidati. «Noi abbiamo un amico in comune – diceva - si chiama Nino… Nino Calandrino … da tempo che glielo dico, Nino candidati”. L’ideologo della politica mafiosa spiegava: “Se non sei là dentro non ci esce niente, quindi pare che sia convinto, fermo restando…che non diamo disturbo a nessuno”», teorizzava l’ideologo del clan, Domenico Nocilla.

Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Gaspare Spedale e Bruno Brucoli hanno registrato in diretta i summit. In uno di questi, tre anni fa, si parlava di politica. Con uno sguardo proprio al 2020. Dice il generale Arturo Guarino: «Nonostante i colpi inferti nei mesi scorsi con altre operazioni, la struttura criminale continua a mostrare grandi capacità di rigenerazione e tenta ancora una volta di controllare il territorio con varie attività».

I carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari. Le accuse sono di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni aggravate e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale.

Il nuovo blitz blocca un altro pezzo del mandamento mafioso di Misilmeri, che era impegnato soprattutto nelle estorsioni a imprenditori e commercianti, per rimpinguare le casse dell’organizzazione. I provvedimenti riguardano: Salvatore Sciarabba, Claudio Nocilla, Stefano Casella, Giuseppe Bonanno e Alessandro Imparato. Un sesto provvedimento è per Carlo Noto, l’imbianchino che ospitava a casa sua i summit del clan di Misilmeri: dal 2018, risulta emigrato per motivi di lavoro degli Stati Uniti, non è stato possibile arrestarlo. Ai domiciliari sono andati invece Giuseppe Rizzo e Giuseppe Contorno.  

L’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, è la prosecuzione di una inchiesta del Nucleo Investigativo di Palermo sul mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno che aveva portato in cella 19 persone, tra cui Filippo Bisconti, poi divenuto collaboratore di giustizia, e Salvatore Sciarabba, ritenuti co-reggenti della cosca, Vincenzo Sucato, reggente della famiglia mafiosa di Misilmeri, recentemente morto in carcere per Covid, e Stefano Polizzi, reggente della famiglia mafiosa di Bolognetta. L'indagine è andata avanti accertando il ruolo nel clan di Stefano Polizzi e Domenico Nocilla. Quest'ultimo, insieme al figlio Claudio, secondo le indagini faceva da autista a Sciarabba, che accompagnava in auto nei luoghi in cui il clan organizzava i summit.