Noi, laureandi in medicina, rimasti sospesi tra nuovo e vecchio sistema
- Gentile Direttore,
nelle vesti di “aspiranti medici” siamo costretti a rivolgerci alla vostra testata, in quanto dopo ripetuti tentativi di contatto e di confronto con parlamentari di più partiti e con la segreteria del Miur, ai quali non ha avuto seguito alcun tipo di considerazione, vogliamo rendere pubblica la situazione in cui al momento parecchi laureandi di tutta Italia ci ritroviamo.
Allo stato attuale, siamo almeno 250 laureandi in medicina e chirurgia, che studiamo in Atenei di tutta Italia (da Palermo, Messina, Catania, Salerno, L’Aquila, Bologna, Padova, Parma, Pisa…) a cui è negata la possibilità di conseguire il titolo di Laurea abilitante in Medicina e Chirurgia e che di conseguenza non avremmo la possibilità di accedere alla professione medica con il conseguimento del titolo, come invece stabilito dal Decreto “Cura Italia” .
Noi 250 “aspiranti medici”, siamo gli “esclusi dai TPVES” ovvero dai nuovi tirocini abilitanti, che per la nostra professione rappresentano la nuova abilitazione come stabilito dal Decreto “Cura Italia”, che ha abolito la vecchia abilitazione costituita dai tirocini post- laurea a cui faceva seguito il test scritto. Tutto questo è stato modificato al fine di abbreviare il percorso formativo già lungo e favorire l’immediato accesso alla professione.
Per motivi differenti, le cui responsabilità vengono rimbalzate dai Rettori al Miur e viceversa, esistiamo noi laureandi di Luglio e di Ottobre 2020, che non hanno avuto accesso ai TPVES e che per questo dovremmo proseguire il nostro percorso in vecchio stile, con un tirocinio post-laurea che avrebbe inizio soltanto a Novembre con termine nel Febbraio del 2021, senza alcuna abbreviazione di percorso e senza alcuna agevolazione per l’immissione nel mondo del lavoro.
Ebbene, per noi il Decreto “Cura Italia” non esiste o forse siamo noi a non esistere per chi ha lavorato ad esso e ancor prima al Decreto “Fedeli”, a cui il Decreto “Cura Italia” rimanda.
Allo stato attuale, a noi laureandi sarebbe precluso il rapido accesso al mondo del lavoro e rimarremmo in una situazione di stallo ed inattività per un periodo piuttosto lungo, condizione che ha spinto dopo tanti anni la politica a rendere la laurea in medicina e chirurgia abilitante con la conclusione del percorso di studi.
A differenza dei colleghi, che invece finalmente avranno l’opportunità di avere in tasca un titolo abilitante pronto da spendere subito nel mondo del lavoro, noi non avremmo la possibilità di praticare la professione medica per almeno 6/7 mesi, non potremmo partecipare ai concorsi pubblici che verranno indetti, non potremmo accedere alla scuola di specializzazione pur risultando vincitori di borsa di studio e dovendone quindi ritardare di ben 12 mesi la partecipazione.
La nostra situazione sarebbe quella di laureati di serie B che devono percorrere un iter lungo ormai praticamente sostituito e contemporaneamente chi si è laureato con noi o addirittura dopo di noi, sarà immediatamente pronto a svolgere la professione da medico-chirurgo.
Tutto ciò avrebbe quindi gravi ripercussioni dal punto di vista lavorativo economico, ma anche morale. Dopo tanto impegno e tanti sacrifici, vederci ignorati ed essere ostacolati nel poter praticare la nostra professione è davvero straziante, soprattutto quando risolvere questo problema costerebbe soltanto un po’ di impegno e di volontà.
Chiediamo quindi che ci venga data attenzione e soprattutto che venga data la giusta importanza alla nostra attuale situazione, per la quale deve essere trovata una soluzione affinché anche noi potremo essere Medici e non rimanere aspiranti tali.
Abbiamo riflettuto su diverse possibili soluzioni e ci siamo fatti affiancare nello studio delle norme, sembra che la soluzione più semplice e immediata da attuare, sarebbe quella di istituire la terza sessione di abilitazione con lo svolgimento dei tirocini abilitanti nel periodo immediatamente successivo alla laurea (ipoteticamente a partire da Agosto/ Settembre 2020), come peraltro già previsto dal “Decreto Fedeli” al quale il “Decreto Cura Italia” fa riferimento, ma che purtroppo allo stato attuale non è mai stata attivata.
Ci aspettiamo delle risposte utili e risolutive in tempi brevi, perché questa volta non molleremo di fronte all’indifferenza di chi ha il potere e la responsabilità di decidere del nostro futuro.
I laurendi “aspiranti medici”