Coronavirus, a teatro l'insegna si accende come simbolo di speranza
«Mi hanno consegnato l'insegna del teatro due giorni prima del lockdown e tante volte mi sono chiesto se l'avrei mai potuta vedere accesa». Mentre parla gli occhi di Manuel Paruccini, ex primo ballerino del Teatro dell'Opera oggi alla guida del Teatro Lo Spazio, esprimono un misto di malinconia e speranza. Talvolta una sovrasta l'altra, ma alla fine è lo sguardo al domani che continua a guidarlo e che lo ha portato a fare una scelta, come dichiara a Il Messaggero. «Il prossimo 4 giugno accenderò la nostra insegna come simbolo di speranza per la squadra e per i tanti artisti che sperano presto di esibirsi sul nostro palco», un'iniziativa che vuole infondere coraggio agli addetti ai lavori del piccolo e navigato teatro di San Giovanni, la cui direzione artistica lampo iniziata da Paruccini a gennaio 2020, rischia di esser la più breve della storia. Sono tanti i singolari episodi di quarantena di cui resterà fresca la memoria. Alcune storie sono tragiche, altre ironiche, oppure tragicomiche, proprio come fossimo a teatro, pronti ad assistere ad attuali novelle di un palco che ancora non chiude il suo sipario e che ogni giorno, offre nuovi esempi di come la società si imbatte nel virus con le sue relative conseguenze.
È il caso di Manuel, che dichiara «Il 10 marzo 2020 è la data in cui tutto ha avuto inizio e che tutti ricorderemo per sempre. Per me sarà il giorno in cui è finito ciò che non ho mai iniziato». Terminata la sua trentennale carriera sulle punte, l'ex ballerino ha deciso di imbarcarsi in una nuova avventura che ruota intorno al palcoscenico, ma di cui questa volta non conoscerà i riflettori, se non da dietro le quinte. Con spirito di rinnovamento Paruccini si carica l'onerosa direzione artistica della realtà teatrale, una grande sfida soprattutto per chi ha vissuto sulla propria pelle la grande e poderosa macchina organizzativa dell'Opera. L'entusiasmo di Paruccini è forte e di buona lena, il creativo si immerge nella costruzione di una prima stagione teatrale, ideata insieme ai suoi nuovi compagni di viaggio, tra cui compare Riccardo Casertano. Nessuno poteva immaginare che, nel pieno della lavorazione di una stagione che avrebbe dovuto segnare la rinascita della sala romana, tutto si sarebbe fermato di colpo, con la paura che i lavori non riprendano più. Secondo l'ultimo decreto, cinema e teatri potranno aprire le porte dal 15 giugno 2020, ma l'apertura suscita il dubbio degli addetti ai lavori, consapevoli che portare la gente a teatro durante la stagione estiva è un'impresa impossibile.
«Viviamo una situazione di totale buio, non sappiamo cosa accadrà per spazi come il nostro, sostenuti solo dall'attività di spettacolo. Avevamo già attuato le prime modifiche alla struttura, per renderla più agibile di quanto non fosse, e la nuova insegna sarebbe stata il simbolo di una rinascita. Ora è ferma in magazzino e a me sembra semprè più la metafora di un intero settore che continua a non avere risposte». Parole consapevoli quelle di Manuel, protagonista di una situazione che lo vede sul baratro, al pari di teatri più strutturati e solidi del suo, ma che è pronto a combattere coltivando la speranza di un'apertura che ha già del miracoloso. «Prima di tutto io sono un artista e in momenti come questo, mi sono soffermato a ricordare quel ballerino a cui è capitato di cadere e che puntualmente si è rimesso in piedi di fronte allo specchio con grande caparbietà. Con l'avvio di questa Fase 2, il mio primo pensiero è andato alla nostra insegna in magazzino, che monteremo e accenderemo come segno di speranza», conclude il neo direttore pronto alle prime e nuove iniziative de Lo Spazio, che partiranno nella seconda metà di giugno 2020.