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Coronavirus, l'appello del Beach Volley per questa estate: «Fateci giocare»

La paura per la diffusione del Covid-19 rischia di portarsi via definitivamente anche i divertimenti più semplici che hanno allietato l'estate degli italiani. L'allarme per gli sport da spiaggia è scattato e il divieto di gioco si prolungherà per l'estate: niente giochi di squadra sotto il solleone, né in spiaggia. Una delle discipline più penalizzate è il beach volley che si unisce e protesta a gran voce per ripartire in sicurezza. Otto società (Gianni Mascagna, iBeach Dionisio Lequaglie, Thomas Casali, Gianluca Casadei, Andrea Raffaelli, Eugenio Amore, Paolo Ficosecco, Filippo Cecchini) hanno scritto una lettera per mettere in risalto «l'inadeguatezza del protocollo Fipav» che, «con queste disposizioni, ferma i giochi». Da quasi tre mesi le società di beach volley hanno interrotto gli allenamenti ( 22 febbraio in Lombardia, il 9 marzo in altre regioni). Le società ritengono che, questo periodo d'inattività, sta «diventando sempre più insostenibile da un punto di vista economico, con perdite che mettono in seria difficoltà la sopravvivenza del movimento».

E, mentre altri sport di squadra hanno ripreso gli allenamenti, cresce il malumore del beach volley. «Ci chiediamo il motivo per cui non sia stato previsto un protocollo specifico per il beach volley, disciplina completamente diversa dalla pallavolo, nella quale in un campo di 64 mq ci sono 2 atleti che possono mantenere senza troppi problemi il distanziamento - affermano le società -. Il protocollo Fipav fa riferimento all'uso delle scarpe e al numero massimo di 12 persone presenti contemporaneamente nell'impianto, ignorando le dinamiche del beach volley». Nell'esigenza di far ripartire al più presto l'attività di base, le società propongono un ripensamento del protocollo, con alcuni accorgimenti: massimo 8 persone per campo (16 mq a disposizione ad atleta); consentire il passaggio della palla; nelle esercitazioni il divieto di muro; nelle esercitazioni di gioco il divieto di muro e la limitazione del campo. Regole simili sono già state adottate in Germania, dove sono ricominciati sia gli allenamenti agonistici sia le attività amatoriali e il 13 giugno ripartirà il campionato nazionale.