Xenoblade Chronicles Definitive Edition: la Monade torna su Switch | Recensione
by Gabriele CongiuXenoblade Chronicles torna su Switch in versione Definitive Edition, un appellativo importante che porta con sé aspettative elevate, specialmente se questo è preceduto dal nome di uno dei migliori JRPG di sempre. Cerchiamo quindi di capire se il lavoro svolto da Monolith Soft - e di conseguenza il pacchetto offerto - sia all'altezza delle premesse: possiamo considerarci davanti all'edizione definitiva di Xenoblade Chronicles? Continuate nella lettura per scoprirlo.
UNA PREMESSA DOVEROSA
Prima di cominciare è bene fare una premessa fondamentale. La recensione non entrerà nel dettaglio del titolo in sé, ma si concentrerà su quello che viene offerto dalla sua nuova incarnazione. Questo per dire che non si discute lo status di capolavoro acquisito dal gioco originale, il quale viene riproposto in maniera completa e fedele riprendendo esattamente la stessa trama e lo stesso gameplay di base che abbiamo trovato su Wii nel 2010 e su 3DS nel 2015 (di cui vi abbiamo parlato nella recensione pubblicata al tempo).
Ciò che più ci preme raccontarvi è il modo in cui il classico è stato aggiornato per la generazione attuale, quali novità troviamo e se oggi valga la pena acquistarlo, sia nel caso in cui abbiate già sviscerato una delle precedenti edizioni, sia se vi state avvicinando per la prima volta al titolo o persino alla serie. Infine, non dimenticate che abbiamo trattato alcuni aspetti del gioco all'interno della nostra anteprima.
XENOBLADE CHRONICLES: UNA SOLIDA BASE
Un accenno alla trama e alle caratteristiche fondamentali è comunque doveroso, in quanto parliamo di un JRPG che vi terrà impegnati per almeno 50/55 ore, qualora decidiate di tirare dritti seguendo quasi esclusivamente gli avvenimenti principali, mentre è possibile più che raddoppiare il monte ore (si sforano agilmente le 120) se si dedica tempo all'esplorazione delle mappe, al completamento delle side quest, delle sfide contro i boss più potenti e così via.
Un gioco così corposo deve essere retto da una trama solida e convincente e Xenoblade Chronicles vi offre proprio questo, accompagnando il tutto con un mondo - e la lore che lo circonda - davvero unico e variegato. Ci troviamo infatti ad esplorare un pianeta nel quale tutte le creature vivono sui resti di due divinità gigantesche - Bionis e Mechanis - che si sono date battaglia molti millenni fa. Al termine dello scontro, i due titani si sono gradualmente fossilizzati e su di loro è sorta la vita, dando origine alle varie razze che popolano il mondo di Xenoblade Chronicles.
Il protagonista della nostra storia è Shulk, un Homs (una razza identica agli umani) che decide di intraprendere un viaggio che da Bionis lo porterà verso Mechanis (passando - letteralmente - dentro il corpo dei due titani), con lo scopo di vendicarsi per l'attacco realizzato dai Mechan (creature robotiche native di Mechanis) ai danni del suo villaggio. Shulk partirà insieme all'amico Reyn, accompagnato dalla misteriosa spada Monade, una delle poche armi in grado di danneggiare i Mechan e vero e proprio elemento fondamentale sia nella lore del gioco che nelle fasi di gameplay legate ai combattimenti.
Grazie alla Monade, infatti, Shulk può avere brevi visioni del futuro; un futuro quasi sempre catastrofico, ma che può essere cambiato e riportato su binari più favorevoli. Dal punto di vista dello svolgimento della trama questo significa dover fare i conti con il costante tentativo di sfuggire al concretizzarsi di avvenimenti tragici per tutto il cast, mentre dal punto di vista del gameplay si traduce nell'utilizzare azioni in grado di prevenire un attacco incombente (magari applicando uno scudo, aumentando l'evasione di un membro del party e così via). Si tratta senza dubbio di un sistema credibile e geniale per innestare nel gameplay un meccanismo che avrebbe potuto essere relegato alla sola trama.
Nel corso del suo viaggio, come detto, Shulk incontrerà nuovi personaggi che arricchiranno il party, ognuno dotato di abilità e caratteristiche peculiari che ne definiscono il ruolo in maniera univoca. Alcuni avranno abilità maggiormente incentrate sulla cura (Sharla), altri saranno dei caster provetti (Melia), altri ancora dei tank (Reyn e Riki) o dei semplici damage dealer (spoiler!).
Oltre ad una trama ricca e articolata, il gioco base offre anche tantissime possibilità di personalizzazione per i personaggi (come la creazione delle gemme da inserire negli equipaggiamenti per migliorarne le statistiche), un particolare sistema di intesa che aumenta l'affinità tra i membri del gruppo e permette di sbloccare cutscene opzionali, moltissime quest secondarie e un enorme mondo da esplorare, in cui si nascondono boss secondari molto coriacei, e molto altro ancora.
DEFINITIVE EDITION: TANTI MIGLIORAMENTI E CONTENUTI INEDITI
Se quindi tutta la parte di contenuti relativa al gioco base è praticamente immutata nella sostanza - ma decisamente non nella forma -, sono le numerose aggiunte che contribuiscono a rendere veritiero l'appellativo Definitive Edition. Questa è infatti la miglior versione del gioco che sia mai stata realizzata: è certamente quella da giocare se non avete mai provato prima il titolo o se, come il sottoscritto, avete detestato il lavoro di conversione realizzato in occasione dello sbarco su 3DS.
L'edizione 2020, infatti, non è l'unica ad essere disponibile anche su una console portatile (d'altronde Switch Lite perde la sua natura ibrida), tuttavia il lavoro fatto nel 2015 non premiava assolutamente l'opera originale. Tutt'altro, la penalizzava con testi difficilmente leggibili e controlli troppo scomodi.
La versione attuale, invece, introduce un importante lavoro di pulizia che non riguarda solo il comparto grafico, ma che arriva anche tramite tanti piccoli miglioramenti della qualità della vita che rendono più piacevole tutto il gioco. Ad esempio, durante le battaglie ora viene visualizzata una barra dei punti vita a fianco al nome dei personaggi presenti in squadra, elemento che permette di tenere sotto controllo con estrema facilità lo stato di salute dei membri del party.
Troviamo poi nuovi avvisi che rendono esplicito se il nostro posizionamento è corretto al fine di utilizzare gli effetti aggiuntivi di ogni tecnica, senza dovercelo ricordare a memoria. Arrivano inoltre nuove sfide a tempo che ci permettono di ottenere equipaggiamenti o oggetti speciali, così come è possibile modificare in qualsiasi momento il livello di difficoltà del gioco. Monolith ha anche introdotto le modalità casual e pro, grazie alle quali possiamo rendere più facile o più impegnativa l'avventura.
Scegliendo la modalità casual vengono ridotti i punti vita dei mostri e le battaglie diventano molto semplici; si tratta proprio della scelta ideale per tutti coloro che sono maggiormente interessati alla trama e non hanno il tempo di stare dietro alla crescita del party. Sebbene la difficoltà standard non sia eccessivamente elevata, vi impone comunque di fermarvi di tanto in tanto per potenziare la squadra.
La modalità pro, invece, permette di rendere ancora più complicata la sfida, bloccando l'aumento automatico del livello dei personaggi e offrendovi la possibilità di abbassarlo o alzarlo manualmente, in base ai punti esperienza accumulati durante gli scontri. In pratica sarete voi a decidere il grado di sfida.
Troviamo poi tanti altri piccoli miglioramenti, come ad esempio dei menù più chiari, una migliore gestione del diagramma di intesa, la possibilità di inserire dei segnaposto nella mappa, di scegliere quali equipaggiamenti mostrare (quindi possiamo creare dei veri e propri set cosmetici) e ulteriori semplificazioni che rendono l'esperienza di gioco più in linea con gli standard attuali.
COMPARTO TECNICO: BUONA LA GRAFICA, ECCELLENTE L'AUDIO
Veniamo quindi ad uno dei punti più controversi di questo titolo: la realizzazione tecnica dell'opera. Nelle ultime ore si è parlato della bassa risoluzione a cui gira la Definitive Edition (variabile tra i 378p e i 540p in modalità portatile e tra i 540p e i 720p nella dock, con profili particolari per le cutscene), ma è bene dire chiaramente che questi numeri da soli non rendono giustizia al lavoro svolto.
Certo, si tratta di risoluzioni sicuramente molto basse e che non ci aspetteremo di vedere nel 2020, ma il colpo d'occhio che è in grado di restituire il titolo è assolutamente appagante in entrambe le modalità. Rispetto a Xenoblade Chronicles 2, la Definitive Edition riesce a mantenere un frame rate praticamente ancorato ai 30fps, garantendo quindi un'esperienza di gioco sempre fluida e omogenea, cosa che non accadeva con il titolo del 2017.
Ho avuto modo di provare il titolo in tutte le modalità possibili (sia su Switch Lite, che su Switch classica collegata ad un Samsung Q7 4K da 55") e in nessun caso si avverte un drastico calo di qualità visiva. I testi sono sempre ben leggibili e definiti in ogni ambito e l'esperienza in modalità portatile è stabile, uniforme e non rappresenta un netto downgrade rispetto all'utilizzo in dock, cosa che invece avveniva nel secondo capitolo.
Ovviamente è chiaro che non ci troviamo davanti alla stessa pulizia che viene offerta da titoli come Mario Kart 8 Deluxe, Mario Odyssey e persino Breath of The Wild; parliamo pur sempre di un quasi remaster di un titolo del 2010, sul quale non è stato eseguito un completo lavoro di ricostruzione. La base è quindi sempre quella originale, alla quale è stata applicata una massiccia dose di miglioramenti - riscontrabili soprattutto sui modelli poligonali dei personaggi e dei mostri - che ha reso più fresco e moderno il gioco, senza però arrivare a restaurarlo completamente.
Tutto questo per dire che il comparto grafico non è eccellente e - con maggiori budget e più tempo a disposizione - si sarebbe potuto ottenere qualcosa di più, ma il solo dato della risoluzione non basta a spiegare l'entità del lavoro svolto. Ci aspettiamo comunque che Monolith Soft possa limare ulteriormente il gioco con aggiornamenti successivi (è accaduto con Xenoblade Chronicles 2).
Anche il comparto audio ha ricevuto lo stesso trattamento, grazie ai riarrangiamenti dei brani originali, ma in questo caso il risultato è stato notevolmente migliore, in quanto la base di partenza aveva già una qualità molto alta. Tutte le colonne sonore sono state aggiornate digitalmente e ora sono più ricche e coinvolgenti che mai. Molto apprezzata la possibilità di utilizzare comunque anche i brani originali, in modo da rendersi conto in tempo reale del tipo di intervento svolto.
Segnalo che il titolo presenta sin da subito anche il doppiaggio completo in giapponese (nel 2 bisognava scaricarlo a parte), consigliato per tutti gli amanti dei JRPG giocati in lingua originale (p.s. la voce di Dunban è la stessa di Vegeta!), mentre i testi sono localizzati completamente in italiano.
UN FUTURO COMUNE: 10 ORE GRADEVOLI, MA SI POTEVA FARE DI MEGLIO
Una delle caratteristiche peculiari di questa Definitive Edition riguarda la presenza di una storia inedita, chiamata Un Futuro Comune. La campagna può essere giocata sin dall'inizio, ma è consigliato portare a termine il titolo principale se non lo si è mai fatto prima, in quanto è ambientata esattamente 1 anno dopo. Se vogliamo, già il solo sapere dell'esistenza di una campagna secondaria può essere vista come una sorta di spoiler e, come se non bastasse, una volta avviata, vi verranno mostrati spezzoni provenienti dal finale di Xenoblade Chronicles, quindi vi consigliamo davvero di giocarla solo dopo averlo finito.
I fan di vecchia data speravano che questo inedito pezzo di trama potesse andare a toccare alcuni degli aspetti della storia che meritavano un approfondimento, specialmente dopo che Xenoblade Chronicles 2 ha espanso i punti d'unione tra i due titoli (ricordiamo che i due Xenoblade hanno un qualche legame tra loro, ma il secondo capitolo non è un sequel, quindi può essere giocato in completa autonomia), ma questo non è ciò che è stato offerto.
Ci troviamo invece davanti ad una storia che sembra quasi avere lo scopo di accontentare i tantissimi fan di Melia, regalandole un approfondimento interamente dedicato a lei e alla riconquista della capitale imperiale Alcamoth. I personaggi giocabili in Un Futuro Comune sono 4: Shulk, Melia e i due figli di Riki, Kino e Nene. Oltre a loro troveremo tantissimi altri Nopon che ci accompagneranno durante l'avventura agendo come veri e propri comprimari.
Parte delle quest secondarie ci spingono a trovare tutti i Nopon (le creature della razza di Riki) sparsi per la mappa (sono 12 in totale) e facendo ciò renderemo più potente il nuovo attacco di gruppo. Un Futuro Comune introduce, infatti, interessanti semplificazioni per quanto riguarda la gestione dei personaggi.
Spariscono le combo di gruppo, i manuali per il potenziamento delle tecniche e tutti i diagrammi d'intesa, in favore di un sistema molto meno macchinoso e più adatto ad una campagna di dimensioni ridotte. In compenso arriva la possibilità di sferrare un attacco di gruppo utilizzando tutti i Nopon che abbiamo reclutato e il quarto membro del party non attivo. Questa mossa può essere utilizzata per infliggere danni, per curare tutti i personaggi o per causare l'effetto stordimento sui nemici. Anche la creazione di gemme è stata rimossa, sostituita dalla possibilità di poterle estrarre già pronte all'uso.
L'ambientazione scelta per questa piccola espansione è la Spalla di Bionis, ovvero un'area presente anche nel gioco originale ma mai utilizzata. Questa è quindi l'occasione per esplorare una mappa completamente inedita per i giocatori, ma non totalmente nuova per il team di Monolith. Dal punto di vista della varietà, questa singola mappa è comunque sufficientemente grande da non risultare mai noiosa e mostra anzi diversi scorci e anfratti molto accattivanti.
Segnaliamo che i progressi della storia originale non vengono considerati in Un Futuro Comune, quindi comincerete sempre al livello 60 e con un equipaggiamento standard. D'altronde il livello di difficoltà è stato calibrato attorno a questo elemento, quindi permettere di portare con sé gli stessi livelli ed equipaggiamenti acquisiti nel gioco base avrebbe reso il tutto troppo semplice.
Nel compenso la campagna è piacevole e rappresenta una gradita aggiunta per tutti coloro che vogliono continuare a giocare a Xenoblade Chronicles senza buttarsi sul New Game+, tuttavia risulta abbastanza debole per chi conosce a menadito il titolo base e sperava di buttarsi sin da subito in Un Futuro Comune.
Monolith Soft ha comunque reso esplicito a più riprese - attraverso diverse interviste - che tutti i lavori sulla Definitive Edition sono stati svolti con un budget relativamente ristretto e un investimento di personale ridotto (probabilmente gran parte del team sta lavorando a Breath of the Wild 2), provando sin da subito a smorzare le aspettative di chi si poteva aspettare un contenuto aggiuntivo paragonabile a Torna - The Golden Country, ovvero l'espansione a pagamento di Xenoblade Chronicles 2.
Il risultato finale è quindi una campagna aggiuntiva da circa 10 ore, che non arricchisce in maniera importante la trama originale, che offre un comparto musicale leggermente meno ispirato dell'originale e che sembra voler solamente rendere un po' di giustizia a Melia (regalandole anche una localizzazione dei testi italiani meno forzata e altezzosa), senza però osare più di tanto.
CONCLUSIONE
In conclusione è davvero difficile non promuovere a pieni voti il lavoro svolto da Monolith Soft con questa Definitive Edition. Tutti i contenuti originali sono riproposti nella loro forma migliore, con alcune limature che rendono la formula di gioco ancor più piacevole e snella.
L'offerta in termini di ore è estremamente ricca da qualunque punto la si guardi: una campagna principale da almeno 50 ore, tantissime missioni secondarie che hanno un senso importante - ovvero quello di espandere la trama attraverso approfondimenti dedicati alle storie dei personaggi secondari e delle loro città -, tanti boss opzionali, una completissima modalità New Game+ e un contenuto aggiuntivo inedito che, per quanto potesse osare di più, riesce comunque ad intrattenere.
Xenoblade Chronicles era un'assenza ingiustificata alla lineup di Switch, ed ora è stata colmata grazie ad una Definitive Edition degna di questo nome. Se quindi non avevate mai avuto modo di provare questo JRPG, avete davanti a voi il miglior modo per farlo, ma mi sento di consigliarne l'acquisto anche a chi ha già vissuto l'epica storia di Shulk.
VOTO
8,5
Pro
- Un pacchetto completissimo e estremamente longevo
- Rigiocabilità garantita dal New Game+
- Uno dei migliori JRPG di sempre nella sua edizione più aggiornata
- Diversi contenuti inediti
- Stile grafico aggiornato e modelli dei personaggi completamente nuovi
Contro
- La campagna aggiuntiva poteva usare di più
- Animazioni e movimenti restano legati alla versione originale del 2010
- Comparto grafico che non entusiasma, ma comunque solido
Il top gamma con il miglior rapporto qualità/prezzo? Asus ZenFone 6, compralo al miglior prezzo da Unieuro a 429 euro.