Decreto liquidità: prestiti garantiti dallo Stato più generosi. Fino a 30 mila euro restituibili in 10 anni

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La Camera si appresta a votare la fiducia chiesta dal governo sul decreto Liquidità. Il provvedimento predisposto con l’obiettivo di assicurare prestiti e risorse alle imprese ha avuto un percorso laborioso, con inevitabili attacchi da parte dell’opposizione, ritardi e il corredo di oltre 2.800 emendamenti. Negli ultimi giorni la maggioranza ha tuttavia introdotto alcune importanti modifiche all’impianto del decreto. Gli interventi principali apportati durante i lavori in commissione Finanze e Attività produttive riguardano il via libera all’autocertificazione sui dati aziendali per richiedere i prestiti garantiti dallo stato (la novità include anche le società tra professionisti), la revisione dei tetti e dei tempi di restituzione dei finanziamenti e, infine, è stato predisposto un intervento per escludere la responsabilità aziendale in caso di contagio da coronavirus di un lavoratore (a condizione che l’impresa abbia adottato correttamente il protocollo di sicurezza).

I prestiti con garanzia statale: le soglie cambiano così

Tornando alle novità relative ai tetti per i prestiti a cambiare è la soglia dei finanziamenti con garanzia statale al 100%, che aumenta da 25 a 30 mila euro, questi prestiti di importo medio potranno, tra l’altro, essere restituiti in 10 anni anziché in 6. Per finanziamenti di taglia superiore (fino a 800 mila euro) i tempi di restituzione sono stati estesi fino a 30 anni. Tra gli emendamenti approvati in commissione figura inoltre la possibilità che la garanzia Sace, prevista dal decreto sulla liquidità alle imprese per i prestiti che le banche erogano alle aziende, possa essere chiesta anche per i crediti che le aziende cedono a banche e a intermediari finanziari. Un’altra modifica è intervenuta estendendo alle società partecipate pubbliche la garanzia statale, concessa dal Fondo delle Pmi, per i prestiti sino a 5 milioni di euro alle imprese con non più di 499 dipendenti.