Maturità 2020, ricorso al Tar contro l’esame in classe. Tutti i dubbi dei prof
Appelli votai dai collegi dei docenti, un gruppo Fb di docenti siciliani che non vogliono tornare a scuola (e in parte al Nord). Il sondaggio: 70 per cento contro il colloquio
Immancabile, arriva anche un ricorso al Tar per bloccare la maturità in classe. Lo riferisce la Gilda di Venezia citando il gruppo Fb autopromosso «Maturità 2020 online» che raccoglie un gruppo di insegnanti e docenti guidati da Aldo Domenico Ficara, di Messina. Non vogliono tornare in classe per l’esame, hanno anche proposto di far tornare gli studenti ma far collegare il resto della commissione da fuori. Anche in considerazione dell’età elevata di commissari e bidelli che li colloca nella fascia di maggior rischio per il contagio e le sue eventuali complicanze, come segnalato dall’Inail. Ma dal ministero è arrivato già un secco no.
Il gruppo Fb dei siciliani
Il gruppo degli insegnanti siciliani che non vogliono tornare a scuola - e in parte al Nord- è per ora composto soltanto da 500 persone. Ma in attesa della risposta dei giudici amministrativi, nelle scuole superiori di tutta Italia si stanno cominciando ad approvare documenti del collegio dei docenti contro l’esame in presenza, deciso troppo tardi lasciando i docenti e le scuole impreparate. Le delibere verranno inviate al ministero.
Il caso dei presidenti di commissione
La protesta autogestita segue di qualche giorno la chiusura della ricerca dei presidenti delle commissioni. In alcune regioni è stata una vera e propria «caccia» dopo che all’appello per le candidature non aveva risposto quasi nessuno. Ma la legge consente ai dirigenti dell’ufficio regionale di convocare d’ufficio presidi ed ex presidi per guidare le commissioni e così il caso si è chiuso ormai quasi ovunque.
Il 70 per cento è contrario
I dati del sondaggio tra i duemila professori condotto dall’associazione nazionale docenti con l’Università della Calabria mostrano che il 70 per cento degli intervistati è contro l’idea di tornare a scuola per l’esame per varie ragioni, ma soprattutto per paura del possibile contagio.