Via Solferino, primo successo per Rcs
«Possibile il risarcimento del danno»

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La sede del Corriere in via Solferino a Milano

A Rcs potrebbero essere riconosciuti danni sulla vendita nel 2013 del palazzo storico del «Corriere della Sera» a Kryalos e ai fondi americani Blackstone. L’indicazione giunge dal Tribunale arbitrale di Milano che ha affermato anche la propria competenza a decidere sulle richieste del gruppo italiano, incluse quelle risarcitorie, respingendo, scrive la stessa Rcs in una nota, «tutte le relative eccezioni pregiudiziali e preliminari sollevate dall’acquirente», che rilevò l’immobile nel pieno della crisi finanziaria di Rcs.

Il lodo va avanti, riferisce la Camera arbitrale, mentre il Tribunale «ha escluso l’invalidità dei contratti con cui è stata conclusa l’operazione». Ma ha rilevato come «il comportamento dell’acquirente potrebbe dare luogo al risarcimento del danno», disponendo a tal fine due consulenze tecniche per accertare le condizioni in cui si trovava Rcs nel 2013, nonché il valore di mercato dell’immobile». Si tratta di «un lodo parziale e non definitivo», ha chiarito inoltre la Camera Arbitrale. La decisione del Tribunale conferma poi che per l’arbitrato è l’Italia la sede competente a decidere la controversia tra le parti, e ciò diversamente da quanto sostenuto dall’acquirente anche nella causa intentata presso la Corte dello Stato di New York.

«È inoltre stato dimostrato — osserva il gruppo editoriale — che l’azione instaurata da Rcs, lungi dall’essere addirittura un «atto estorsivo» (come, incautamente, più volte qualificata dalle controparti), è meritevole di ulteriore approfondimento» e potrebbe condurre, come detto, a un risarcimento del danno sull’operazione avvenuta a condizioni che il consiglio di amministrazione di Rcs(di cui Urbano Cairo è azionista di maggioranza dall’agosto del 2016 attraverso la holding Cairo communication) ha chiesto di riconsiderare dopo una due diligence interna. Rcs si appella alle norme che salvaguardano chi si trova a cedere beni a prezzi inferiori ai valori di mercato mentre attraversa una condizione di difficoltà finanziaria nota all’acquirente. Il palazzo del «Corriere» era passato di mano a 120 milioni per essere subito riaffittato alla stessa Rcs a un canone di 10,4 milioni l’anno. Su quella cessione la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per usura a carico di ignoti.

Tornando al contenzioso, la decisione del Collegio arbitrale risulta coerente con quanto Rcs aveva prospettato dal principio all’acquirente, in via stragiudiziale, prima dell’instaurazione dell’arbitrato, quando il gruppo di via Solferino «aveva, in buona fede, chiesto all’acquirente di avviare un dialogo proprio finalizzato a ripristinare in concreto l’equilibrio dei contratti». Rcs ricorda che il lodo giunge a seguito del provvedimento del 24 aprile 2019, anch’esso favorevole alla società, con cui la Corte dello Stato di New York aveva sospeso il procedimento, instaurato da Kryalos e dai fondi Blackstone, proprio in attesa dell’esito dell’arbitrato in Italia. «Questo lodo rinsalda la posizione della società e dimostra che le domande avversarie proposte sono prive di fondamento». In questa situazione — conclude la nota — Rcs attende serenamente l’esito dell’istruttoria e del giudizio, rispettosa dell’attività del Tribunale Arbitrale e fiduciosa che, nella vicenda concernente l’immobile, risulterà accertato che l’unica parte danneggiata è stata la società, nel cui esclusivo interesse il consiglio di amministrazione ha doverosamente agito e continuerà ad agire in ogni sede».