Morte di Hana Kimura, il Giappone prepara una legge contro il cyberbullismo
. La scomparsa a soli 22 anni della wrestler professionista e star di Netflix ha spinto le autorità a progettare una norma che permetta l’identificazione e la punibilità degli hater
by Lorenzo NicolaoIl caso di Hana Kimura in Giappone è più di un fatto di cronaca. La scomparsa a soli 22 anni della wrestler professionista e star di Netflix grazie alla serie «Terrace House», ha rappresentato uno shock nazionale, soprattutto di fronte alla violenza di tante persone esercitata sui social network e sul web. L’esuberante ragazza conosciuta per i suoi capelli rosa era finita nel mirino degli hater per una puntata della serie, ma i giapponesi sono ancora sorpresi di come una banale discussione in un reality possa aver generato tanto odio. «Muori», «Sei disgustosa», «Devi sparire», una sequenza lunghissima di messaggi che, al di là delle indagini ancora in corso, sembra sempre più confermare l’ipotesi suicidio. La mamma l’aveva trovata morta alle quattro del mattino, ma lei aveva già scritto sui social di non poter far fronte alle offese, che era debole e immensamente dispiaciuta. Su Instagram l’ultimo post scusandosi addirittura con il gatto, mentre gli augurava una vita serena.
Presto una legge
A seguito dell’accaduto, il primo intervento è stato dell’ex primo ministro Yukio Hatoyama: «Casi come quello di Kimura non devono ripetersi, è il momento che la politica inizi a ragionare seriamente su come affrontare il cyberbullismo, un’istigazione collettiva al suicidio che non può rimanere impunita». Il dolore per la scomparsa della ragazza non rimane così fermo all’annuncio di Stardom Wrestling, l’agenzia che per prima ha riferito ai media l’accaduto, ma sarà oggetto di una valutazione, oltre che giudiziaria, anche politica. La ministra per gli Affari interni e la Comunicazione Sanae Takaichi è pronta a dare un contributo personale a una nuova legge o almeno predisporre l’identificazione e la punibilità degli hater. Le fa eco il capo di gabinetto Yoshihide Suga che, dopo aver espresso il suo dolore per la morte della ragazza, ha ribadito l’importanza di un uso corretto della rete al fine di prevenire ogni comportamento lesivo della reputazione altrui. «Per me la loro opinione conta e posso dire di pensare quelle cose più di loro, ringrazio mia mamma per il dono della vita e chi mi ha voluto bene, ma mi dispiace, sono debole», questo aveva scritto fra gli ultimi messaggi Hana prima della morire. Quanto accaduto a Kimura non sembra essere un caso isolato, perché l’attenzione mediatica rispecchia anche altri attori di Terrace House. «Appena resa nota la notizia della mia partecipazione allo show, ho ricevuto una serie infinita di insulti sui miei profili social», ha confessato il giocatore di pallacanestro Ryo Tawatari, che ha comunque lasciato il programma a febbraio. «Ciò non è affatto bello, ma rifletto anche sul fatto che un simile fenomeno vada preso sul serio e se debba dare davvero tanta importanza a questi leoni della tastiera». L’attrice 21enne Emika Mizukoshi è diventata famosa proprio con Terrace House, eppure anche lei ha detto di non essere stata risparmiata. «Mi scrivevano ogni giorno che dovessi andarmene, magari scomparendo per sempre, trovare qualcuno che mi facesse fuori. Fa male, le parole possono ferire i sentimenti e compromettere la psicologia di chiunque, ma non siamo gli unici. Molte altre star televisive in Giappone sono prese di mira». A seguito della morte di Kimura, Netflix in Giappone ha sospeso la serie, che era comunque seguitissima dal 2012, e interrotto l’uscita dei nuovi episodi dell’ultima stagione. A favore di una decisa presa di posizione della politica giapponese si è schierata anche la lottatrice Ronda Rousey, bronzo alle Olimpiadi di Pechino 2008. «Non conoscevo personalmente Hana Kimura ma quanto le è accaduto non dovrebbe essere sottovalutato. Il cyberbullismo è un problema serio da risolvere, perché offendere dietro uno schermo non toglie nulla alla gravità del gesto. Una minaccia crescente alla quale va messo un freno».