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Ripartenza serie A, il ministro Spadafora vuole la diretta gol in chiaro, ma i club e le tv si oppongono

Lega e tv però sono contrarie e ne parleranno martedì in consiglio di Lega. I giocatori furiosi non vogliono giocare alle 16.30

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Vincenzo Spadafora va dritto per la sua strada. Giovedì nel vertice in videoconferenza con il mondo del calcio, posticipato alle 18.30, valuterà la riapertura del campionato di serie A ma al tempo stesso invocherà che Diretta gol sia trasmessa in chiaro. Anzi, per la verità, si aspetta già una proposta. La Lega di serie A, che non ha gradito il salto in avanti del ministro dello Sport, invece vuole capire dallo stesso Spadafora come intende muoversi.

La partita è aperta e le posizioni, per il momento, molto distanti. Spadafora spera in un accordo, ma nel provvedimento che riaprirà il calcio inserirà la sospensione temporanea degli effetti della legge Melandri. La giustificazione è pronta: evitare gli assembramenti. Il ministro invoca il modello tedesco. Ma la situazione in Germania è molto diversa. Intanto c’è un solo licenziatario, vale a dire Sky e il provvedimento è stato circoscritto alle prime due giornate della ripartenza. In cambio, la televisione satellitare, ha ottenuto dalla Lega tedesca uno sconto sulla prossima stagione. Da noi, invece, la confindustria del pallone e le tv sono ai ferri corti. I broadcaster non hanno pagato l’ultima rata e i presidenti oggi procederanno con le ingiunzioni di pagamento. Difficile metterli allo stesso tavolo. Un accordo è possibile concedendo la diretta nella finestra della domenica pomeriggio alle 18.45, quella in cui sarà concentrato il più alto numero di partite in contemporanea (forse tre). Ma questo braccio di ferro sembra destinato a inasprire nuovamente il rapporto tra Spadafora e la serie A e bisognerà vedere se Gravina e Dal Pino si proporranno nel ruolo di mediatori.

Martedì della questione se ne parlerà in Consiglio di Lega, insieme al tema dell’eventuale ripartenza. In attesa che il ministro sciolga le riserve, si valuterà la possibilità di ricominciare con i recuperi della venticinquesima giornata (Atalanta-Sassuolo, Inter-Sampdoria, Torino-Parma e Verona-Cagliari), magari il 13 giugno e rinviare lo svolgimento della giornata completa, la ventisettesima, al 20 giugno. L’obiettivo è sempre quello di chiudere la serie A il 2 agosto per lasciare spazio alle coppe europee.

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Resta il malumore dei giocatori, che, in attesa del protocollo per le partite, restano agitati sul tema degli stipendi e sull’orario delle gare. «Finire questo campionato è una forzatura e si va incontro a dei rischi. Inoltre giocare alle 16.30 è scandaloso», ha detto Daniele Gastaldello ai microfoni di Radio Anch’io lo sport. Il Brescia, la sua squadra, è una delle più contrarie alla ripartenza.