Coronavirus, in Lombardia la renziana Patrizia Baffi eletta con i voti della Lega. Proteste di Pd e M5S: «Paura di accertare colpe»
Baffi presidente della commissione d’inchiesta regionale. Pd e Cinque Stelle lasciano i lavori. Rosato (Iv): «Patrizia lasci quella poltrona». Bagarre in aula sul caso Gallera
by Emanuele BuzziI due voti, la polemica e il sospetto. È il primo pomeriggio quando la renziana Patrizia Baffi viene eletta presidente della Commissione regionale d’inchiesta sul coronavirus in Lombardia, sostenuta dai voti del centrodestra. La presidenza della Commissione - seguendo il regolamento consiliare - spetta all’opposizione che aveva indicato il dem Jacopo Scandella, battuto da Baffi per 46 voti a 28. Poche ore prima a Roma Italia viva si era sfilata sul voto della giunta per le immunità al Senato nei confronti di Matteo Salvini. E la giunta ha respinto la richiesta di mandare a processo il leader leghista. La votazione lombarda ha fatto infuriare Pd e M5S, che hanno chiesto a Baffi di dimettersi e hanno abbandonato i lavori.
«Ma Italia viva cosa ci sta a fare ancora al governo? Mi pare evidente che qui in Lombardia abbia scelto di stare con il centrodestra», dice furioso il pentastellato Dario Violi. Che poi in un video su Facebook argomenta: «Stamattina Italia viva salva Salvini e oggi pomeriggio la Lega indica come presidente di una commissione un candidato che non è di espressione della minoranza e non prende neanche un voto dalla minoranza». Sulla stessa linea anche il Pd. «Oggi abbandoniamo l’aula e a questo punto è necessario scendere in piazza perché oltre all’arroganza degli errori c’è la paura di scoprire le gravi responsabilità politiche di Attilio Fontana su questa vicenda». Lo dichiara Pietro Bussolati, consigliere regionale del Pd in Lombardia e membro segreteria nazionale dem.
I renziani a loro volta contrattaccano. «A noi le poltrone non servono «Patrizia Baffi sarebbe un’ottima Presidente della Commissione d’Inchiesta sulla sanità lombarda, sia per competenza che per storia personale - così sulla sua pagina Faceboook Ettore Rosato, di Italia Viva. - La vergognosa strumentalizzazione della vicenda da parte del Pd impone però scelte nette, come sappiamo fare noi. Invitiamo Patrizia a dimettersi. A noi le poltrone non servono, lasciamole al Pd». La neo-presidente, però, parla già dei programmi: «Credo anche che questa commissione - dice Baffi - rappresenti per Regione Lombardia una grande opportunità per contribuire a fare una autodiagnosi che ci aiuti a definire e individuare una cura efficace. Auspico pertanto che si possano individuare e definire contributi e indirizzi per superare le carenze e i problemi che ci sono stati nel sistema regionale».
Intanto alla ripresa dei lavori in Aula i consiglieri M5S hanno esposto cartelli con cui chiedono le dimissioni dell’assessore al Welfare Giulio Gallera, presente in aula seduto ai banchi della Giunta: «siccome Gallera ci ha insegnato che servono due infetti per contagiarne un terzo abbiamo preparato due lettere di dimissioni per garantire la salute ai lombardi che adesso non è garantita».
La polemica, però, rischia di travalicare i confini lombardi. Vito Crimi poche ore più tardi su Facebook parla della commissione d’inchiesta come di «un paravento, un tappeto sotto il quale cercheranno di nascondere gli errori e l’inacapacità di gestione del duo Fontana-Gallera».