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Paolo Marzotto avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 9 settembre

Economia e cultura
in lutto: è morto
Paolo Marzotto

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Se n'è andato prima di raggiungere il grande traguardo, quello dei 90 anni. Li avrebbe compiuti il 9 settembre. L'ultimo suo gesto pubblico era stato all'inizio di aprile, con l'adesione alla campagna "#pensACI" lanciata dall'Automobil club per raccogliere fondi per la sanità nei giorni del Coronavirus. Paolo Marzotto, quinto dei sette figli di Gaetano junior e discendente della dinastia imprenditoriale di Valdagno, è mancato nella sua casa di Monte Berico, ieri nel primo pomeriggio, assistito dalla seconda moglie Carolina con la vicinanza delle due figlie Dominique Marzotto Desforges e Veronica Marzotto Notarbartolo di Villarosa (presidente della Fondazione Marzotto) e la commozione dei sei nipoti. È morto circondato dall'affetto dei suoi, dall'aurea di simpatia innata che lascia in chi ha incontrato, attorniato da quadri e sculture che per lui sono state una ragione di vita. Nella villa è confluita una collezione di arte contemporanea che ha pochi uguali, messa insieme nei 56 anni di matrimonio con Florence Daniel, la prima moglie scomparsa nel 2012 a 77 anni, e proseguita anche negli ultimi anni.

Paolo, studi classici e poi Giurisprudenza a Napoli, entrò giovane nell'azienda dopo un anno negli Stati Uniti, e si occupò di pubblicità e promozione, di linee tessili per uomo, di relazioni esterne, entrando nel cda della Marzotto da consigliere, poi membro del comitato esecutivo e - dal 1993 al 2003 - del consiglio d'amministrazione. Attivo in ruoli direzionali e presidenze di cda nella Margraf, nella Forint, nella Italjolly, fu anche presidente delle Industrie Zignago Santa Margherita dal 1991 al 2003. Ma ha sempre coltivato grandi passioni, oltre ai ruoli imprenditoriali, a partire da quella per i motori come tutti fratelli, arrivando a vincere nel 1952 il Giro di Sicilia, la Coppa delle Dolomiti e il Giro della Calabria, poi il Circuito di Senigallia e la Dodici ore di Pescara. Partecipò alla targa Florio, a più edizioni della Mille Miglia. Per i Marzotto Enzo Ferrari era molto più che un amico.

Un capitolo importante della sua vita sono state le arti, la musica prima di tutto, amore che condivise con Florence, musicista ma anche presidente di associazioni e stagioni musicali: «Bach è la perfezione e la sublimazione, ma non dimentico Mozart il filosofo», raccontò una sera alle Settimane musicali di Vicenza. Con Florence decise di regalare 1 milione di euro a Progetto Musica e al Complesso strumentale Marzotto Città di Valdagno, fondato per far crescere le giovani generazioni nella ricchezza delle note. Fu uno dei tanti gesti di mecenatismo che lo accompagnarono, e che lo portarono già alla fine degli anni Ottanta ad occuparsi di salvaguardia del patrimonio artistico e architettonico italiano, in Italia nostra, nella sezione italiana del World monuments fund, poi fondando nel 2000 l'Arpai, Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano, prima con sede a Venezia, poi a Vicenza, a capo del quale volle Antonio Golin, docente di Estetica alla Sorbona, esperto d'arte.

E mentre i saliscendi finanziari scomponevano e ricomponevano l'impero tessile e agroalimentare del gruppo Marzotto - assistette allo "strappo" del fratello Pietro, restò dentro con la Pfc fino al 2010 - si fece strada un grande trasporto per il mondo vitivinicolo, acquisendo in Sicilia il Baglio di Pianetto, a Santa Cristina Gela (Palermo), aperta con la consulenza di Fausto Maculan, poi divenuta avviata azienda con hotel di charme, affidati a figlie e nipoti. Vino e olio, ma soprattutto vini di cui andava orgoglioso, premiati con i Tre bicchieri dal Gambero Rosso, e uno dei quali - Agnus - dedicato proprio alla sua terra, la Valle dell'Agno.Cacciatore, tennista, golfista, Paolo Marzotto è stato anche l'ideatore di una stagione artistica irripetibile, quella dei Premi Marzotto dal 1951 al 1968, che furono premi nazionali per Letteratura e giornalismo, Economia e Agraria, Medicina e chirurgia; e premi internazionali per pittura, musica e teatro. Portò Valdagno e Vicenza - abitava in centro dagli anni Settanta - in una rete straordinaria di relazioni e artisti, di musicisti e creativi: era aperto e cosmopolita, raffinato e insieme veracemente attaccato alla terra. Viveva tra l'Italia, Londra, la Grecia e la Sicilia negli ultimi anni, seguendo sempre la vita politica e civile italiana, non facendo mistero di essere di altre idee rispetto al fratello Giannino che sostenne Berlusconi. Lui nel 2005 si schierò con il prof. Prodi, e in più d'una intervista sostenne la necessità di cambiare il paese a partire dal tema dell'evasione fiscale. Sapeva vivere e sapeva condividere il benessere e la fortuna che lo avevano accompagnato dalla nascita. Con un mecenatismo diffuso, mai ostentato.