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Più spazio all’aperto? Il Comune impone 33 regole da rispettare

Dehors almeno a 5 metri dai palazzi storici, vietato occupare le strisce blu. Nelle linee guida stabilite con Sovrintendenze e vigili il termine «inderogabile» è ripetuto 25 volte. Claudio Pica (Fiepet Confesercenti): «Continuo a ricevere telefonate di protesta»

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«Inderogabile». L’aggettivo compare 25 volte su 33 nella griglia che indica le linee guida per richiedere l’ampliamento del 35 per cento dell’occupazione di suolo pubblico (al via da ieri la procedura semplificata): i criteri da rispettare, prima di aumentare lo spazio esterno per i tavolini e presentare la richiesta di concessione, sono stati stabiliti di concerto tra il dipartimento Sviluppo economico, il Comando della polizia locale, la Soprintendenza di Stato e la Sovrintendenza capitolina. Le prescrizioni, una sorta di paletti fissati ex ante, rischiano di limitare in modo significativo la possibilità di guadagnare qualche metro in più in particolare nelle aree di pregio. Malgrado l’impulso del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, a derogare per sei mesi al parere della Soprintendenza, la linea del Campidoglio non sembra seguire lo stesso indirizzo. Tra i molti dinieghi specificati nella tabella, al punto 7 si legge: «Occupazione di suolo pubblico non concessa in zone tariffate». Se non fosse che, nelle numerose commissioni Commercio presiedute dal grillino Andrea Coia, si era ribadita più volte la necessità di superare questo ostacolo, laddove l’allestimento dei coperti extra fosse ricaduto sulle strisce blu. Niente tavolini anche in zone con divieto di sosta o di fermata o con parcheggio codificato misto.

Tra le regole più indigeste quella richiamata al punto 14: «Distanza dai monumenti di almeno 5 metri dal perimetro (compresi edifici vincolati e mura)». Claudio Pica (Fiepet Confesercenti) ammette: «Ho già ricevuto decine di telefonate di protesta. Secondo i tecnici privati che dovrebbero progettare le nuove planimetrie, in sostanza, non è cambiato nulla». Quanto alla fascia di rispetto dai monumenti, Pica sottolinea: «Se si includono anche gli edifici vincolati, che nel centro storico sono almeno il 90-95 per cento, abbiamo le mani legate». E però su questo aspetto l’assessora al Commercio del I Municipio, Tatiana Campioni, avrebbe avviato un dialogo con la Soprintendenza. Il Pd capitolino, nel frattempo, annuncia per oggi alle 12.30 un flash mob in piazza del Campidoglio con il segretario Andrea Casu.

«Fissare quei criteri vuole dire gettare nel caos un’intera categoria - accusa Giulio Pelonzi, capogruppo dem in consiglio comunale - . Tra l’altro, fuori dalla città storica avevamo suggerito che l’ampliamento fosse del 50 per cento, mentre si è deciso ovunque per il 35 per cento. Chiedo il ritiro della delibera di giunta, che somiglia piuttosto a una direttiva del dipartimento, e di accelerare la discussione delle proposte consiliari in aula».

Nell’incontro di ieri tra l’assessore comunale allo Sviluppo economico, Carlo Cafarotti, e le associazioni di categoria è stata confermata l’ipotesi di anticipare al mattino le aperture di ferramenta, negozi di bricolage e materiali edili, concessionari con autofficina e di concedere più elasticità a gelaterie e pizzerie a taglio, che spingono per posticipare la chiusura: «Ma attenzione alla movida - ammonisce Pietro Farina (Confcommercio Roma) - . Abbiamo chiesto gli steward o che si riduca l’orario serale».