Fallimento Casinò di Campione, tra i 19 indagati anche l’ex sindaco
I reati contestati coprono un arco temporale dal 2013 al 2018 e riguardano la gestione del Comune e la gestione della società
by Redazione Milano onlineLa Guardia di Finanza di Como ha proceduto a notificare a 18 persone e alla società Casinò di Campione Spa un avviso di conclusione delle indagini preliminari ai sensi dell’art. 415 bis del codice penale. I reati contestati coprono un arco temporale dal 2013 al 2018 e riguardano la gestione del Comune (per il quale è stato dichiarato il dissesto il 7 giugno 2018) e la gestione della società (dichiarata fallita successivamente alla dichiarazione di dissesto del Comune). Indagati anche un ex sindaco e vicesindaco di Campione.
In particolare, nella nota della Gdf si precisa che «quanto alla gestione del Comune di Campione d’Italia, con riferimento a due distinte amministrazioni comunali, si contestano la rinuncia a crediti liquidi, certi ed esigibili vantati dal Comune di Campione d’Italia nei confronti della casa da gioco; la modifica, svantaggiosa per il Comune di Campione d’Italia, della convenzione siglata in data 29 dicembre 2014 tra il Comune di Campione d’Italia e la società di gestione; l’ulteriore aggravamento del dissesto del Comune facendo ricorso ad anticipi di tesoreria». Per questi e altri motivi, a vario titolo, viene contestato l’abuso in atti di ufficio al sindaco del Comune di Campione d’Italia «in carica dal 28maggio 2007 al 16 giugno 2017, al vicesindaco in carica dal 10 febbraio 2014, al segretario del Comune di Campione d’Italia in carica dal 21 ottobre 2009 al 30 settembre 2017, e al capo area economico-finanziaria del Comune di Campione d’Italia dal 29 dicembre 1998 all’1 dicembre 2018».
Tra i reati ascritti viene indicata anche un’indebita destinazione di emolumenti per oltre 4 milioni di franchi svizzeri, finiti in `indennità´ aggiuntive alle retribuzioni. La Gdf segnala infatti alla Procura della Repubblica di Como il reato di falsità ideologica in atti pubblici nei confronti di vari esponenti dell’amministrazione comunale, tra cui due sindaci in carica nel periodo preso in considerazione, nonché dirigenti e funzionari di alcune aree, oltre a membri dei revisori e di chi stilava i rendiconti contabili. Tali bilanci di gestione, infatti, secondo la Gdf ,«alteravano il risultato di amministrazione indicando falsamente maggiori spese di personale, allo scopo di giustificare i pagamenti di indennità integrative del trattamento retributivo non spettanti dichiarandone la compatibilità delle previsioni di spesa per complessivi 4.718.120,81 franchi svizzeri».