La squadra anti-movida, varata ieri e affondata oggi

Boccia propone gli assistenti civici per controllare il distanziamento sociale ma il Viminale e le forze di maggioranza si oppongono. Dopo il vertice con Conte arriva la frenata. I volontari non saranno incaricati di pubblico servizio

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Agf/Ansa

Chi li aveva paragonati alle ronde, chi ai nuovi guerrieri della notte, chi addirittura ai guardiani della rivoluzione come in Iran. E invece la geometrica potenza degli assistenti civici, delle squadre anti-drink, dei censori degli assembramenti, si è squagliata prima ancora di esistere. Sono partiti i colpi dal Viminale, si è cementata un’alleanza bipartisan, il premier Conte ha dovuto riunire d’urgenza i ministri interessati e alla fine l’idea di Francesco Boccia – entrata nel frullatore mediatico – è evaporata. E c’era da aspettarselo.

Il grande esercito dei 60mila volontari, selezionato con bando della Protezione civile al servizio della Fase2, con tanto di pettorina azzurra con su scritto “assistente civico”, batte in ritirata. Non avrà incarichi di pubblico servizio, non potrà dunque stare davanti a un bar con il metro in mano a controllare le distanze di sicurezza e in caso di trasgressione denunciare alle forze dell’ordine. Si occuperà invece di assistenza agli anziani, di distribuire mascherine e volantini. I giovani volontari, guardiani del civismo, potranno poi aiutare nel contingentamento degli ingressi nelle chiese e nei parchi pubblici.

Questa è l’indicazione di massima ma quello che colpisce è che nella fase più dura del lockdown, il 29 aprile scorso, la proposta Boccia riguardante questi volontari che avrebbero dovuto collaborare per far rispettare le misure di sicurezza e l’uso della mascherina, dunque essere operativi in strada, trovò buon ascolto nell’Italia terrorizzata dalla pandemia. Nessuno dei governatori si oppose e neanche i partiti. Ai tempi si vedevano pericoli ovunque e si desiderava essere protetti in ogni modo. Insomma, l’idea del ministro dei Rapporti regionali, condivisa in una delle tante videocall, non aveva fatto rumore. Adesso è cambiata la fase e il bando per reclutare i 60 mila assistenti civici è diventato il caso di giornata, con critiche dalla maggioranza e dall’opposizione.

Ma soprattutto a saltare sulla sedia è la ministra dell’Interno, che non era a conoscenza di questa iniziativa e teme che i volontari siano chiamati a svolgere il servizio che oggi fanno le forze dell’ordine. Un corto circuito che spinge il premier Giuseppe Conte a convocare d’urgenza un vertice con Boccia, il Viminale e il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.

L’incontro si chiede con una nota di Palazzo di Chigi che precisa quanto segue: “I Comuni, come richiesto, potranno avvalersi, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato”. Ma i volontari “non saranno “incaricati di pubblico servizio” e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia”. Frase, quest’ultima, che accontenta il Viminale ma un po’ meno il presidente dell’Anci Antonio Decaro: “Ci piacerebbero meno dibattiti e più aiuti concreti. Non possiamo essere lasciati ancora una volta da soli”.

Eppure non c’erano molti margini. Il ministro Boccia era finito sotto il fuoco amico, forte contrarietà era emersa anche nelle forze di governo. Matteo Renzi da Italia Viva parla di “follia”, mentre dal Pd parole analoghe arrivano da Matteo Orfini. “Siamo perplessi, ma troveremo una soluzione”, dice il capo politico M5S Vito Crimi. E nulla sono servite le precisazione del ministro dei Rapporti regionali che per tutto il giorno ha spiegato ai colleghi che non si sarebbe trattato di ronde.

Alla fine la soluzione si trova nella confusione generale. A parlare alla fine sono anche i dati del Viminale secondo cui tutte queste violazioni al divieto di assembramento alla fine non ci siano state, visto che anche nel fine settimana la percentuale di ‘indisciplinati’ si è fermata allo 0,55% del totale, corrispondente a 1.321 denunce su quasi 239 mila cittadini controllati. Alla luce di questo, i volontari-sceriffi sono stati archiviati.