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(ansa)

la Repubblica

Diretta gol in chiaro, la Rai contro Spadafora: "Così avvantaggia le pay tv"

Tre mesi dopo si ripropone la guerra delle televisioni. La diffida al governo: "Se si autorizza la trasmissione in chiaro, allora bisogna aprire i diritti tv a tutti gli operatori televisivi"

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Sono passati quasi tre mesi ma il problema resta lì, intatto. A inizio marzo il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora propose di trasmettere in chiaro in tv Juventus-Inter “per evitare assembramenti”. Fu valutata l’ipotesi che fosse Sky a far vedere il match sui propri canali gratuiti, ma subito arrivarono alla Serie A le diffide di Rai e Mediaset, spaventate dall’idea di perdere pubblicità in quella fascia oraria. Ci risiamo: ieri il ministro, prima ancora di avere autorizzato la ripartenza del campionato (giovedì deciderà se dare il via libera per il 13 o per il 20 giugno), è tornato sull’argomento: “Partite visibili in chiaro? In molti mi hanno chiesto di fare come in Germania, dove c’è diretta gol visibile gratuitamente. Dovremmo pensarci anche in Italia, questo eviterebbe assembramenti ad esempio al bar, considerando che gli stadi sono a porte chiuse. Io sono disponibile”. Una precisazione: in Germania la formula della diretta gol concessa a Sky vale solo per le partite che si disputano in simultanea al pomeriggio. Non per i big match serali, visibili ai soli abbonati.

La necessità di un decreto

Le risposte non si sono fatte attendere. La Lega di Serie A, che riunisce i 20 club del maggior campionato, ora come allora fa presente al governo che per trasmettere le partite in chiaro (anche nella formula “a spezzatino” di diretta gol) servirebbe un decreto ad hoc del governo che modifichi la legge Melandri. Il bando che assegna a Sky e Dazn il diritto di trasmettere a pagamento le partite di Serie A non prende infatti in considerazione l’ipotesi della trasmissione in chiaro. I diritti per la visione gratuita, quindi, non sono mai stati venduti. Se arbitrariamente la Serie A decidesse di cedere una o più partite per la visione gratuita a una qualsiasi televisione, le concorrenti avrebbero tutte le ragioni di fare ricorso contestando una turbativa della concorrenza. A marzo fu per prima Mediaset a mandare lettere di fuoco alla Serie A, per diffidare l’associazione dei club dal concedere partite in chiaro. E alla fine il decreto del governo non ci fu. Questa volta a protestare sono, con un comunicato, l'Usigrai, il Cdr e il Fiduciario di Milano di Rai Sport.

La risposta della Rai

Anticipando un possibile decreto del governo che possa liberare i diritti di trasmissione in chiaro, l'assemblea dei giornalisti di RaiSport in una nota scrive: “Se si deroga alla legge Melandri aprendo i diritti tv criptati e autorizzandone la trasmissione in chiaro, allora bisogna aprire anche i diritti tv a tutti gli operatori televisivi. Altrimenti si darebbe un ingiusto vantaggio alle pay tv che si troverebbero ad avere un pubblico potenziale moltiplicato con palese vantaggio dal punto di vista pubblicitario e d’immagine. Quindi la proposta del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha senso solo se redistribuisce i diritti a tutti. Altrimenti si rischierebbe una gravissima violazione delle regole della concorrenza”. E visto che “le pay tv hanno i diritti solo per trasmettere le partite criptate” i giornalisti del servizio pubblico chiedono che la Rai possa  a sua volta “trasmettere la sua Diretta Gol, come fa da oltre 20 anni per gli italiani all'estero”.  E concludono: “Ci aspettiamo su questo una forte presa di posizione da parte dell'amministratore delegato della Rai”. Bisogna capire se Spadafora, che a marzo si limitò alle dichiarazioni d’intenti, questa volta voglia davvero intervenire con un decreto. 

Lo stop anche dall'Usigrai

La proposta del ministro dello sport Spadafora di trasmettere in chiaro la Diretta Gol "avvantaggerebbe le pay tv e azzererebbe il diritto di cronaca". Questo in sintesi il pensiero espresso dal segretario Usigrai, Vittorio Di Trapani, su Facebook dove fotografa la situazione. "Una tv privata compra i diritti tv attraverso un bando di gara per trasmissione criptata - scrive - La Lega calcio vende i diritti tv decidendo che possano entrare le telecamere solo di chi ha comprato i diritti. Vietato l'ingresso di altre telecamere.Quindi ciò che quelle telecamere non riprendono, nei fatti, 'non esiste'. La Lega calcio vende i diritti tv con il meccanismo della regia unica: quindi c'è un solo regista, scelto dalla Lega Calcio, che decide cosa di quelle telecamere si può vedere (e sentire) e cosa no. Con l'arrivo del Covid 19, le partite si svolgono a porte chiuse e la Lega Calcio decide che possono entrare solo 20 giornalisti (fotoreporter inclusi). Quindi, chi avrà priorità? I detentori dei diritti tv. Ora il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora chiede che la trasmissione della 'diretta gol' (ovvero la traduzione televisiva di Tutto Il Calcio Minuto per Minuto) venga trasmessa in chiaro.Così chi detiene i diritti passa da un pubblico potenziale di 5 milioni di abbonati a uno potenziale di 21 milioni di possessori di apparecchio tv. Con tutto ciò che ne deriva come vantaggio in termini di immagine e di valore degli spot pubblicitari".