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Douglas Costa, 29 anni, gioca nella Juventus dall'estate 2017: finora 90 presenze e 9 gol

Douglas Costa, un calcio agli infortuni: “Ho pensato anche al ritiro”

Dura confessione dell'attaccante brasiliano che vuole riprendersi la Juve: Sarri crede in lui, ma deve guadagnarsi la riconferma sul campo. Per farlo si fa seguire anche da un mental coach

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TORINO. «Ho più risonanze che presenze». Douglas Costa usa l'ironia per raccontarsi e per svelare quello che finora aveva ben nascosto. «Ho pensato al ritiro – ammette l'attaccante brasiliano della Juventus in un'intervista a The Players Tribune – perché ci sono dei momenti in cui mi chiedo: “Posso ancora giocare?”. Succede quando scendo in campo e mi faccio male di nuovo: questa cosa mi dà fastidio. Ho il potenziale per essere un calciatore top, ma per colpa mia o no non posso essere nella migliore forma. Poi quando guardo la televisione capisco che questa è la mia passione e che posso giocare ancora ad alto livello». La carica non gli manca, così come per dare un taglio con il passato ha deciso nei giorni scorsi di raparsi completamente i capelli a zero.

Douglas Costa è uno dei giocatori preferiti da Maurizio Sarri, per le sue capacità tecniche e per l'accelerazione bruciante, ma in questa stagione ha collezionato appena 680 minuti in 18 presenze (lo stakanovista Bonucci, per esempio, ha già superato quota 3mila minuti con 34 partite disputate) e segnato due gol. Uno bellissimo in Champions, a Mosca, decisivo per vittoria e qualificazione anticipata agli ottavi, l'altro su rigore contro l'Udinese in Coppa Italia a metà gennaio. La Juve si aspetta di più, così come lo stesso Douglas Costa, e nella possibile ripartenza può diventare un'arma in più nel tridente bianconero. In ballo non c'è solo la gloria, ma la riconferma dopo aver vissuto stagioni altalenanti.

In questa stagione il brasiliano ex Bayern Monaco, preso nell'estate 2017 per 46 milioni di euro, ha già subito tre infortuni: l'ultimo era al bicipite femorale. Ora ha ritrovato la forma e in questi primi giorni di allenamento alla Continassa si è messo in luce. Ora il lavoro per evitare nuovi stop sarà ancora più delicato, visto che si giocherà una partita ogni tre giorni tra campionato e coppe, ma un aiuto può arrivare dal suo mental coach. «Ogni volta che mi faccio male mi chiedo: “Cosa ho fatto di sbagliato?”. Mi chiedo perché non riesco a giocare con continuità, quindi ho chiesto ogni tipo di aiuto. Anche di un mental coach: non è uno psicologo, ma uno che ti mostra come fatti dell'infanzia possano ancora condizionarti oggi».