Tassi di risparmio record in tutta Europa. Boom depositi bancari, come si riparte così?
by Laura Naka AntonelliC’è il fondo sure; ci sono i finanziamenti della Bei; ora c’è anche la proposta franco-tedesca sul Recovery Fund; volendo, anche se sempre oggetto di dibattiti serrati, c’è anche il MES; soprattutto, in attesa di capire la portata che avrà questo ancora ipotetico fondo per la ripresa, o di emergenza, c’è la liquidità che la Bce continua a iniettare come se non ci fosse un domani. E poi ci sono le promesse dei vari singoli governi. Come si dice sempre, in teoria l’assist alle famiglie e alle imprese c’è, sotto forma di varie forme di liquidità. In pratica, però, si assiste a un fenomeno che indica come, evidentemente, tanto protetti i cittadini europei non si sentono visto che, stremati da settimane di lockdown, continuano a risparmiare più che a spendere.
La prova del nove arriva dai dati snocciolati in un articolo del Financial Times. Che esordisce segnalando che “i depositi bancari stanno balzando in tutta Europa, con i cittadini che stanno rispondendo alle turbolenze economiche e sociali provocate dalla crisi del coronavirus risparmiando ancora di più, e, così facendo, alimentando tra gli economisti il timore che i cosumatori non riusciranno a salvare l’economia in contrazione del continente”.
“Stando ai recenti dati pubblicati dalla Banca centrale europea e della Bank of England – si legge nell’articolo – i tassi di risparmio di quattro delle cinque principali economie dell’Europa sono saliti a marzo ben al di sopra delle medie di lungo termine. I risparmiatori francesi hanno accantonato quasi 20 miliardi di euro a marzo, al di sopra della variazione mensile media di lungo periodo, pari a depositi per 3,8 miliardi di euro. Altri dati della Banca di Francia mostrano che il totale (dei depositi bancari) è salito più di 60 miliardi di euro dall’inizio del lockdown nel paese fino alla metà di maggio, a conferma di come la crescita dei risparmi abbia accelerato il passo con l’acuirsi della crisi.
I risparmiatori italiani hanno messo da parte 16,8 miliardi di euro a marzo, stando ai dati della Bce, rispetto alla media mensile di lungo periodo pari a 3,4 miliardi di euro, mentre le famiglie spagnole hanno risparmiato 10,1 miliardi di euro, rispetto a una media di 2,3 miliardi di euro.
Nel Regno Unito i depositi bancari sono balzati a marzo di 13,1 miliardi di sterline, riportando un rialzo record, stando alla Bank of England. Diverso il caso della Germania: qui i depositi sono scesi in modo sostenuto, indicando la necessità delle famiglie di ritirare cash. C’è da dire infatti, ricorda l’FT, che “i tedeschi preferiscono tenere i loro risparmi in cash durante i periodi di crisi, tanto che un fenomeno simile si verificò all’apice della crisi finanziaria del 2008”.
RISPARMI PARCHEGGIATI NELLE BANCHE E CONSUMI AL PALO
intervistato dal Financial Times Ludovic Subram, capo economista di Allianz ha sottolineato che, più a lungo permarrà questo stato di propensione al risparmio – invece che di propensione ai consumi – maggiori saranno le possibilità che questo cambio di approccio diventerà radicato nel comportamento della gente.
Philip Lane, responsabile economista della Bce, ha confermato che “quest’anno, c’è stato un aumento notevole dei risparmi delle famiglie”, e ha avvertito che “questo è uno dei grandi problemi macroeconomici…ovvero per quanto tempo ancora le famiglie rimanderanno i loro acquisti“.
Qualcosa cambierà nel corso dell’anno?
Non molto, visto che la stessa Commissione europea prevede che i tassi di risparmio elevati persisteranno: dalle previsioni primaverili sui risparmi delle famiglie dell’area euro, emerge infatti che Bruxelles ha stimato che i risparmi saliranno da una quota pari al 12,8% del reddito disponibile del 2019 al 19% nel 2020, ovvero al record di sempre, prima di scendere al 14,5% circa l’anno prossimo. Un problema non di poco conto, con gli economisti che sottolineano come la riluttanza dei consumatori a spendere i soldi che hanno messo da parte rischi di privare i commercianti già in forte crisi per la pandemia del coronavirus di quella spinta di cui necessitano per riprendersi dalla recessione peggiore del Dopoguerra.
“In modo involontario (visto che sono stati costretti a rimanere a casa durante la fase di quarantena), molte famiglie avranno accumulato risparmi nelle ultime settimane, il che significa che i saldi dei loro conti saranno più alti che nel periodo precedente la crisi – ha commentato Melanie Debono, economista presso Capital Economics – Ma molte saranno riluttanti a spendere liberamente come facevano in passato, visto che avranno timore a frequentare posti affollati, a prendere i mezzi pubblici e a viaggiare all’estero”.
C’è però un lato positivo in tutto questo, come hanno fatto notare alcuni banchieri centrali ed economisti: “i risparmi più alti – scrive l’FT -potrebbero essere convogliati in investimenti nei bond sovrani (leggi BTP) per l’Italia, aiutando così a sostenere la grande quantità di debiti che molti paesi dovranno emettere per finanziare le risposte alla pandemia”.
A tal proposito, “la Bce prevede che i livelli dei debiti governativi europei saliranno di 20 punti percentuali circa di Pil per effetto della crisi del coronavirus (nell’area euro) anche se Lane ha manifestato la speranza che i risparmiatori europei si facciano avanti per acquistare gran parte di questi debiti”. La speranza dunque è che i consumatori decidano di puntare su altre spese, magari blindando i conti pubblici dei rispettivi paesi.