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Atlantia risale dopo avvio choc. Tensioni con Governo spaventano

Atlantia ha virato in positivo a dispetto dell'affondo accusato subito dopo l'apertura, ma gli analisti sono cauti. Lo sconto con il Governo sale e cresce l'incertezza.

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La partenza di oggi è avvenuta all'insegna di una grande fibrillazione per Atlantia che, dopo le concitate fasi iniziali, è riuscito a stabilizzarsi anche abbastanza in fretta.

Atlantia passa in positivo dopo affondo iniziale

Il titolo, reduce da tre sedute consecutive in rialzo, dopo aver chiuso quella d venerdì scorso con un progresso di oltre mezzo punto percentuale, oggi ha avviato gli scambi in netto calo, arrivando a toccare un minimo intraday a 13,18 euro, con un affondo di circa il 5,5%.

Da questo bottom si è avuto un recupero che ha visto Atlantia non solo azzerare le perdite iniziali, ma anche virare in positivo e accelerare progressivamente al rialzo.

Negli ultimi minuti il titolo, pur rimanendo indietro rispetto al Ftse Mib, viaggia in rialzo dello 0,72% a 14,05 euro, con quasi 2,3 milioni di azioni scambiate, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 2,6 milioni di pezzi.
Atlantia resta sotto i riflettori complice un'incertezza di fondo legata allo scontro con il Governo.

Atlanti pronta a battaglia legale. M5S torna a chiede revoca

Il gruppo in un comunicato stampa ha indicato ad Autostrade per l'Italia di di utilizzare il finanziamento da 900 milioni di euro di Atlantia limitandosi ad effettuare solo gli interventi di manutenzione sulla rete e valutare se attivare gli strumenti della convezione a difesa dei propri interessi.

Il riferimento sarebbe all’art. 9bis del contratto che concede ad ASPI di chiedere la risoluzione del contratto entro 6 mesi (30 giugno) in caso di modifiche unilaterali.

Il viceministro alla Infrastrutture Cancelleri, esponente del Movimento 5 Stelle, è tornato a chiedere la revoca della concessione e la nomina di un commissario per la gestione di ASPI fino alla gara.

Secondo il Fatto Quotidiano il dossier preparato dal ministro De Micheli evidenzierebbe le responsabilità di ASPI nel crollo del ponte di Genova.

Atlantia: revoca troppo rischiosa. Ecco cosa vorrebbe il Governo

La revoca della concessione non sarebbe un’opzione, in quanto troppo rischiosa, mentre il Governo vorrebbe l’uscita della famiglia Benetton, ma Atlantia chiederebbe una valutazione piena di ASPI, nell'ordine di 7 miliardi di euro secondo il Fatto Quotidiano.

Equita SIM evidenzia che si tratterebbe di una valutazione a sconto di circa 2,4 miliardi di euro rispetto a quella piena degli analisti, pari a 15,5/16 euro per azione.

Atlantia e Governo: pochi margini di confronto

Il Corriere della Sera sottolinea che i margini di confronto fra Governo e famiglia Benetton siano pochi.

L'Esecutivo vorrebbe una riduzione del Wacc di 300 punti base, secondo Equita SIM passando ad un sistema RAB based, con un taglio delle tariffe del 5% per tutta la concessione, contro il taglio per 5 anni proposto da ASPI.
Un secondo articolo parla di richiesta di taglio tariffario del 10% da parte del Movimento 5 Stelle.

Il pacchetto proposto da Atlantia vale 1,5 miliardi di euro, con riferimento a tagli tariffe e maggiori capex, e non sarebbe accettabile dal Governo.

Atlantia: per Equita aumenta l'incertezza

L’attuale scenario di scontro aumenta l’incertezza e rende più difficile trovare una negoziazione, che gli analisti di Equita SIM continuano a ritenere lo scenario più probabile.

Uno scontro legale e l’avvio della procedura di revoca sarebbe uno scenario molto negativo.
Nella loro somma delle parti, gli esperti di Equita SIM applicano uno sconto del 15%, pari a 2,4 miliardi di euro, che potrebbe risultare troppo ottimistico in questa fase.

In attesa di novità la SIM milanese resta cauta su Atlantia, con una raccomandazione "hold" e un prezzo obiettivo a 16,4 euro. 

Atlantia sotto la lente di Banca IMI

Lo stesso rating è stato reiterato oggi da Banca IMI, con un target price molto più alto a 23,6 euro.
Gli analisti evidenziamo che per Atlantia l'incertezza resta alta ed evidenzia ancora una volta quanto sia difficile trovare un accordo che è guidato non solo da ragioni economiche e finanziarie, ma molto anche da motivazioni di carattere politico.