Ue: le app di tracciamento devono potersi “parlare” tra loro
Si lavora sui parametri tecnici per garantirne l'interoperabilità
Bruxelles, 25 mag. (askanews) – La Commissione e gli Stati membri stanno lavorando a definire “i parametri tecnici” per garantire l’interoperabilità delle applicazioni mobili volontarie usate nei diversi paesi dell’Ue (come l’app “Immuni” in Italia) che permetteranno di supportare il tracciamento dei contatti e gli avvisi alle persone che potrebbero essere state esposte al Covid-19. Lo ha riferito oggi il portavoce della Commissione Joahnnes Bahrke, durante la videoconferenza stampa quotidiana dell’Esecutivo comunitario.
“L’interoperabilità delle diverse app nazionali è cruciale per il successo del loro utilizzo, in particolare nella prospettiva della stagione turistica che sta per cominciare”, ha aggiunto il portavoce capo della Commissione, Eric Mamer.
I parametri tecnici, ha precisato Bahrke, “seguiranno le linee guida generali” sull’interoperabilità transfrontaliera tra le app mobili volontarie all’interno dell’Ue, già stabilite dagli Stati membri con il sostegno della Commissione, e pubblicate il 13 maggio scorso.
“Le linee guida – ha aggiunto più tardi il portavoce della Commissione – stabiliscono i requisiti minimi che le app approvate devono avere per comunicare tra loro, in modo che gli utenti possano ricevere un avviso se sono stati vicini, per un certo tempo, a un altro utente che è stato testato positivo al il virus”, e questo “ovunque si trovino nell’Ue e qualsiasi app stiano utilizzando”. Le applicazioni devono avere perciò “un approccio comune per rilevare la vicinanza tra i dispositivi, e dovrebbero consentire di avvisare gli utenti all’estero con le informazioni pertinenti in una lingua che comprendono”.
“Garantire l’interoperabilità – ha proseguito il portavoce – è fondamentale, in modo che l’adozione ampia e volontaria delle app nazionali per il tracciamento possa sostenere il rilassamento delle misure di confinamento e l’eliminazione delle restrizioni alla libera circolazione in tutta l’Ue”.
Le linee guida per l’interoperabilità si basano sul ‘toolbox’ comune per gli Stati membri dell’Ue del 15 aprile e sugli orientamenti della Commissione sulla protezione dei dati del 16 aprile (Comunicazione 2020/C 124 I/01), oltre che sulla Raccomandazione della Commissione dell’8 aprile (Ue 2020/518) relativa a “un pacchetto di strumenti comuni dell’Unione per l’uso della tecnologia e dei dati al fine di contrastare la crisi Covid-19 e uscirne, in particolare per quanto riguarda le applicazioni mobili e l’uso di dati anonimi sulla mobilità”.
“Per sfruttare appieno il potenziale di tracciamento delle app, è importante garantire che i cittadini dell’Ue possano fidarsi completamente e utilizzarle senza paura”. Per questo, ha sottolineato il portavoce “le app di tracciamento devono essere volontarie, sicure, interoperabili e rispettare la privacy delle persone. Le app useranno identificatori arbitrari, e non verranno utilizzati dati di geolocalizzazione o movimento”.
“Tutte le app dovranno essere solo temporanee, ed essere smantellate non appena la pandemia sarà terminata. E dovranno funzionare – ha concluso il portavoce – ovunque nell’Ue, oltre i confini e tra i sistemi operativi”.
loc/sam